Esce oggi e resterà nelle sale fino al 21 febbraio Caravaggio. L’anima e il sangue.
Un film d’arte sulla vita e sull’opera del grande pittore lombardo, noto per la bellezza delle sue opere e per l’irruenza del suo carattere, girato in maniera pionieristica e sperimentale in 8K.
Una produzione sontuosa quella di Sky con Magnitudo Film che ha impegnato un team di oltre sessanta persone negli spostamenti nelle cinque città e in oltre 15 luoghi d’arte, dove Caravaggio visse e lasciò tesori inestimabili. Di prestigio è la consulenza scientifica del professore Claudio Strinati, storico dell’arte ed esperto di Caravaggio, Mina Gregori (Presidente della Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi) e Rossella Vodret (curatrice della mostra ‘Dentro Caravaggio’ a Palazzo Reale di Milano).
Il film vanta il riconoscimento della Direzione Generale Cinema del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, il Patrocinio del Comune di Milano, la collaborazione con Palazzo Reale e Vatican Media (già Centro Televisivo Vaticano) e il sostegno di Malta.
A condurre lo spettatore lungo un viaggio emozionante nella vita tomentata e nell’originalità dell’opera di Michelangelo Merisi da Caravaggio sono preziosi documenti originali. Come prove indiziarie di un enigma si mostrano atti processuali, denunce o contratti per le commissioni, dall’Archivio Storico Diocesano di Milano, dall’Archivio di Stato a Roma e dal Pio Monte di Misericordia di Napoli. Da questi parte una digressione sulle opere e sulle vicende che le videro nascere, legate indissolubilmente alla vita del creatore. Genio e sregolatezza esistevano davvero, e se per la seconda bastano come esempio gli atti del processo Baglione (1603), sul genio entra in campo la tecnologia.
Il film sperimenta tra i primi in Italia l’ultra risoluzione di un girato in sorgente in 8K (7680 x 4320 pixel) che restituisce dettagli dell’opera non visibili ad occhio nudo, facendoci percepire davanti all’opera la singola pennellata, la sua consistenza materica. L’ immersione nella pittura si avvale del formato Cinemascope 2:40, permettendo una visione più “allungata” e “orizzontale” dell’immagine, molto di più vicina che in passato all’effettiva visione dell’occhio umano. A queste scelte visive si aggiunge il trattamento di post produzione della luce, assolutamente inedito nel suo esplorare la grande protagonista della pittura di Caravaggio. Grazie alla post produzione in CGI, hanno preso vita dettagli di abiti e figure con il gioco di ombre e illuminazione data dalle pennellate di colore. Il team grafico del Production and Creative Hub di Sky ha riprodotto quell’effetto generando luci ed ombre per svelare il quadro da angolazioni diverse, senza perdere di vista la trama della tela e la pittura originali. Così la regia di Jesus Garces Lambert ci regala l’enfasi dell’illuminazione dipinta, che vive senza soluzione di continuità con quella della scena cinematografica, per un’esperienza quasi tattile.
Esiste poi un secondo livello di narrazione, quello della vita tormentata e segnata dall’esilio a seguito delle condanne per crimini commessi, la vita interiore di Caravaggio come uomo in un percorso attraverso i suoi stati d’animo. Qui l’artista ha un corpo e un volto, quello di Emanuele Marigliano, e una voce narrante fuori campo d’eccezione, quella di Manuel Agnelli. Sono scene simboliche e teatrali che metaforizzano la costrizione e ricerca della libertà, il dolore, la passione, l’attrazione per il rischio, la ricerca della misericordia, fino alla richiesta di perdono e redenzione. La presenza delle donne che furono coprotagoniste della sua inquietudine e di altri elementi visivi accompagnano lo spettatore nel vissuto personale, evocando l’io interiore di Caravaggio con l’introspezione psicologica del tutto contemporanea, rendendo universale l’excursus emozionale di una sofferenza senza possibilità di scampo.
Solo nell’opera Michelangelo Merisi non morirà mai e il viaggio di “Caravaggio. L’anima e il Sangue” ci auguriamo possa continuare con la visita dello spettatore nei luoghi che accompagnano l’opera digitale.
La produzione si è mossa a caccia dei suoi tesori d’arte a Milano, Firenze, Roma, Napoli, Malta, Siracusa: sono più di quaranta i capolavori, fiori all’occhiello di collezioni museali mondiali, e più di quindici i luoghi che li custodiscono, che talvolta corrispondono a quelli originali per cui i dipinti furono creati. Dalla Canestra di frutta alla Pinacoteca Ambrosiana, o Ragazzo morso da un ramarro conservato alla National Gallery di Londra fino alla Vocazione di San Matteo nella Cappella Contarelli della Chiesa di S. Luigi dei Francesi a Roma, o allo Scudo con la Testa di Medusa nella Galleria degli Uffizi; dalle Sette Opere di Misericordia al Pio monte della Misericordia di Napoli a Malta nella ConCattedrale di San Giovanni la Decollazione di San Giovanni Battista.
L’esclusiva del film: un luogo in particolare mostra l’opera d’arte di Caravaggio dove ora non si vede più, come solo la sofisticata tecnologia digitale può fare. Stiamo parlando del riposizionamento virtuale dell’opera rifiutata “La Madonna dei Palafrenieri” nella sede a cui era originariamente destinata, ovvero l’attuale Altare di San Michele Arcangelo nella Basilica di San Pietro, proprio di fianco al Baldacchino del Bernini. E’ stata possibile grazie a fotografie a 360 gradi dell’altare sul cui modello è stata “applicata” l’immagine del dipinto poi acquistato da Scipione Borghese. E’ la seconda ricollocazione cinematografica per Sky, dopo quella della parete d’altare della Cappella Sistina prima del Giudizio Universale di Michelangelo, nel film su Raffaello.
Al cinema la passione dell’arte nel lusso digitale. Nel 2018 è possibile.
Per approfondimenti su questo tema, Artscore e un articolo dettagliato su Caravaggio qui.
A cura di Michela Ongaretti.