29 Maggio 2021

La verità di Michelangelo Pistoletto ad Ascona

La più completa retrospettiva mai realizzata in Svizzera di uno dei maggiori protagonisti della scena artistica internazionale.

29 Maggio 2021

La verità di Michelangelo Pistoletto ad Ascona

La più completa retrospettiva mai realizzata in Svizzera di uno dei maggiori protagonisti della scena artistica internazionale.

29 Maggio 2021

La verità di Michelangelo Pistoletto ad Ascona

La più completa retrospettiva mai realizzata in Svizzera di uno dei maggiori protagonisti della scena artistica internazionale.

Il 2021 del Museo Comunale d’Arte Moderna di Ascona sarà ricordato per il grande evento dedicato a Michelangelo Pistoletto, tra i maggiori protagonisti della scena artistica internazionale, che, per l’occasione, proporrà un progetto innovativo.

Dal 30 maggio al 26 settembre 2021, il Museo Comunale d’Arte Moderna di Ascona, in collaborazione con Cittadellarte – Fondazione Pistoletto di Biella, ospita la più importante e completa personale dell’artista, mai tenuta in Svizzera, dal titolo La Verità di Michelangelo Pistoletto. Dallo Specchio al Terzo Paradiso.

In località Monte Verità, punto d’incontro agli inizi del secolo scorso per artisti e intellettuali anticonformisti di tutta Europa, si trova Terzo Paradiso realizzato con l’impiego di grandi sassi levigati dal tempo che verrà donato dall’artista e rivela la continuità tra il suo pensiero e questo luogo emblematico di Ascona, così ricco di storia e di cultura.

La rassegna, curata da Mara Folini e Alberto Fiz, si compone da 40 opere, tra dipinti, quadri specchianti, installazioni, video e rare immagini d’archivio, dal 1958 al 2021, alcune iconiche come La Venere degli stracci, Metro cubo d’infinito o i Quadri specchianti, altre esposte solo in rare circostanze, come quelle a tema politico degli anni sessanta, che fanno riferimento all’esperienza interdisciplinare dello Zoo.

L’iniziativa si completa nel Parco del Castello San Materno dov’è stato realizzato un Terzo Paradiso utilizzando una settantina di piante. Il Terzo Paradiso si configura come il simbolo matematico dell’infinito che accoglie al suo interno un terzo cerchio centrale, in una dinamica triadica che, sul piano concettuale, fa riferimento a tre momenti della storia dell’umanità: il primo è quello delle origini, in cui l’uomo era totalmente integrato nella Natura; il secondo è quello Artificiale, sviluppato dall’intelligenza umana, fino alle dimensioni globali raggiunte oggi con la scienza e la tecnologia. Il terzo è quello che si pone al centro degli altri due, come superamento dell’attuale conflitto tra natura e artificio, e che implica un nuovo modello di società ecosostenibile, profondamente democratica e inclusiva.

Il percorso espositivo allestito sui due piani del Museo Comunale d’Arte Moderna di Ascona prende avvio con la sezione che documenta la nascita e l’evoluzione dei Quadri specchianti con sette lavori emblematici tra cui La folla (1958-1959) e Autoritratto oro (1960) che anticipano la rivoluzione di poco successiva. Se La Folla presenta una moltitudine anonima che emerge dal fondo del quadro, Autoritratto oro ha come riferimento il fondo oro ed esprime la necessità di liberare il vuoto che sta dietro la figura.

Nel 1962 irrompono sulla scena i Quadri specchianti e in mostra si trova Bottiglia del 1963, uno dei primi esempi realizzato con questa tecnica, dove compare, senza enfasi, un elemento quotidiano nella parte bassa dello specchio. Un altro lavoro particolarmente significativo è Padre e madre del 1968, con i genitori di Pistoletto visti di schiena, nella stessa posizione dell’osservatore di fronte allo specchio.

L’excursus, che comprende anche Gabbia (1969), viene completato da Autoritratto con quaderno Terzo Paradiso del 2017 che sembra dialogare con Autoritratto oro di quasi cinquant’anni prima.

Una intera sezione è dedicata a Segno Arte, altra fondamentale ricerca di Pistoletto, ovvero una figura, costituita dall’intersezione di due triangoli che inscrive idealmente un corpo umano con le braccia alzate e le gambe divaricate. Di questa forma, che corrisponde alla massima estensione del corpo, vengono proposte alcune opere in materiali diversi, come Porta-Segno Arte, Finestra-Segno Arte, Termosifone-Uomo-Segno Arte, Cassonetto-Segno Arte, Attraverso il Segno Arte.

La rassegna prosegue con una serie d’installazioni iconiche degli anni sessanta tra cui il Labirinto (1969), in cartone ondulato, che invade completamente l’ambiente, al cui interno compare il Pozzo del 1965 che fa parte degli Oggetti in meno realizzato anch’esso con cartone ondulato e montato a forma circolare, mentre ai lati dello stesso s’incontrano due opere paradigmatiche nel rinnovato contesto linguistico espresso dall’Arte Povera come Venere degli stracci del 1967 e Muro di mattoni del 1968. Le installazioni si relazionano con Specchio diviso, 1973-1978.

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