Inaugurata al PAN – Palazzo delle Arti di Napoli, la mostra Joan Miró. Il Linguaggio dei Segni, la prima esposizione nel capoluogo partenopeo dedicata interamente all’artista catalano, programmata fino al 23 febbraio 2020.
Le ottanta opere in mostra ripercorrono sei decenni di attività (dal 1924 al 1981) di uno degli artisti che maggiormente hanno contribuito a trasformare l’arte del XX secolo. Inizialmente attratto dalle avanguardie cubista e surrealista di inizio secolo, Miró sviluppò uno stile originale indagando sulla formazione dei segni visti come strutture base nella costruzione del linguaggio. Ecco dunque uccelli, stelle, figure estremamente stilizzate disporsi variamente nello spazio, in un processo creativo che concede sempre più spazio all’improvvisazione, e costituire la grammatica di quella che l’artista chiama “pittura-poesia”. Di qui anche il suo interesse per altre forme espressive – sempre aventi come punto di partenza il segno – come il collage e l’arte della scrittura giapponese (che egli stesso apprese in Giappone) che si riverberano nelle sue opere più mature sotto forma di tele, arazzi, disegni e – appunto – collage.
La mostra di Napoli, pensata appositamente per gli spazi del PAN, è curata da Robert Lubar Messeri, tra i massimi esperti mondiali dell’artista catalano, con la collaborazione di Francesca Villanti, direttore scientifico del C.O.R. Le opere presentate fanno parte della collezione che il Banco Portugues aveva acquisito (e mai esposto) prima del default. Salvata in extremis da una vendita all’asta, che l’avrebbe inevitabilmente dispersa, la collezione è oggi proprietà dello Stato portoghese che ne ha affidato la cura al Museo di Serralves. “Nostra mission – spiega Marta Almeida, vice-direttore del museo – è quella di intessere partnership coi maggiori musei europei – tra cui il PAN – alfine di tutelare l’integrità di questa eccezionale collezione, in attesa di uno spazio espositivo più congruo”.
Organizzata da Serralves, con il patrocinio dell’Ambasciata del Portogallo di Roma ed il supporto del Ministero della Cultura della Repubblica Portoghese, la mostra terminerà il 23 febbraio 2020. Biglietti dagli 8 ai 12 euro.
Testo e foto a cura di Davide D’Antonio