Ibrahim Mahama è nato nel 1987 a Tamale, in Ghana. Vive e lavora ad Accra, Kumasi e Tamale e ve ne avevamo parlato per la discussa installazione ai caselli storici di Porta Venezia in pieno centro a Milano nel 2019. Il suo lavoro è apparso in numerose mostre internazionali tra cui NIRIN, 22nd Biennale of Sydney (2020), Stellenbosch Triennale (2020), Future Genealogies, Tales From The Equatorial Line, 6th Lubumbashi Biennale, Repubblica Democratica del Congo (2019), Parliament of Ghosts, The Whitworth, University of Manchester (2019), Ghana Freedom, padiglione inaugurale del Ghana, 58a Biennale di Venezia, Venezia (2019), Labour of Many, Norval Foundation, Cape Town (2019), Documenta 14, Atene e Kassel (2017).
La Galleria Apalazzo a Brescia questo mese ospita la seconda personale di Ibrahim Mahamain galleria.
Il nuovo corpus di lavori di Ibrahim Mahama, costituito da una serie di disegni, collage e scritti, prosegue la sua ricerca sulla storia e l’occupazione delle architetture abbandonate sul territorio dopo il periodo coloniale. I lavori in mostra pongono domande sull’estensione della vita oltre l’umano, attraverso materiali d’archivio che risalgono all’era post-indipendenza in Ghana per arrivare ad una documentazione sulla presenza dipipistrelli sul territorio. ‘Vali’ significa ingoiare in lingua Dabgani mentre “Voli” significa buco, ma “va”significa anche raccogliere da terra e “vo”tirarsi fuori.
Il tutto attraverso un potenziale di vita che esplora molteplici singolarità all’interno distrutture artistiche. L’attenzione di Mahama è rivolta ai pipistrelli che occupano un edificio brutalista abbandonato degli anni ’60 che l’artista ha recentemente acquisito e riconvertito in un’istituzione pubblica. In questa occasione l’artista si è interrogato sulla possibilità e sul valore di lasciare la forma di vita dominante all’interno dello spazio. Questo gesto di attenzione verso i pipistrelli ha aperto per Mahama problemi e visioni sul mondo post umano affrontati attraverso i problemi dell’occupazione e dell’espansione della vita. Fantasmi, terra riesumata, scritti, idee e piante in decomposizione sono al centro di questo nuovo corpus di lavori.
Il progetto dell’artista SCCA a Tamale è consultabile qui: