Dal 1952, il Museo Rietberg riunisce in un unico luogo l’arte unica di un’ampia varietà di culture del mondo. Ma come e come sono entrati gli oggetti nel museo? Quali cambiamenti materiali e cambiamenti di significato hanno sperimentato durante il loro viaggio? Con la mostra “Sentieri dell’arte”, il Museo Rietberg ripercorre questi percorsi e utilizza circa 20 stazioni per mostrare chi era coinvolto negli acquisti e nel commercio e chi possedeva le opere prima che entrassero nel museo. Il focus è quindi sulla provenienza, ovvero la storia delle origini degli oggetti, con un focus particolare sui secoli XIX e XX. I complessi incontri e rapporti tra persone, istituzioni e paesi, approfonditi nel contesto della mostra, sono strettamente legati alle biografie degli oggetti. Una parte importante dell’argomento sono i diversi modi di presentazione, nonché l’estetizzazione e la musealizzazione delle opere.
La questione centrale è come un oggetto diventa arte. La mostra discute anche delle diverse forme di conoscenza che accompagnano un’opera: quale comprensione è inscritta nell’arte, come viene trasmessa, modificata e ricostruita? La mostra esplora tutti questi aspetti e altre domande. Dando uno sguardo critico a come è nata la collezione, il Museo Rietberg contribuisce a un dibattito socialmente rilevante su come trattare le collezioni e la loro storia. L’ampio e illustrato catalogo, edito in tedesco e inglese da Scheidegger & Spiess, contiene pensieri di 20 autori che si confrontano con le collezioni del museo da diverse prospettive.
In visita c’è molto dal mondo: dai tessuti, sculture in pietra, oggetti in bronzo e ceramica, sculture, dipinti e Xilografie, fotografie, libri e documenti.
La mostra comprende circa 400 reperti che forniscono uno spaccato della storia della collezione. Sia pezzi salienti che opere dai depositi, documenti dall’archivio del museo, ma anche di proprietà privata, cataloghi della biblioteca e cartoline o fotografie servono a illustrare i percorsi delle opere all’interno del museo. Le postazioni multimediali – dai touchscreen interattivi alle postazioni audio e alle videoproiezioni – consentono di tracciare gli oggetti in modo chiaro e giocoso.
Per approfondire qui. Fino al 24 marzo 2024.
Contributo testo e foto di Gianni Foraboschi per The Way Magazine