Finisce oggi 21 luglio 2024 la grande mostra con installazioni giganti dell’artista inglese Karl Kopinski a Firenze. Le sfere illuminate che hanno costituito un’attrattiva per migliaia di visitatori open-air hanno celebrato il mito del Tour De France che per la prima volta ha toccato la Toscana nell’edizione 2024. E la visione, specie notturna, delle opere di Karl Kopinski ha costituito un vero stacco stilistico di impatto rispetto alle meraviglie rinascimentali custodite nel cuore della città medicea. Inoltre, 30 opere dell’artista sono in esposizione a Palazzo Strozzi Sacrati, a Firenze, la città dalla quale il 29 giugno è partito il Tour de France.
Il ciclismo, ancora più del calcio, è festa popolare. È la gente che si riversa sulle strade per pochi attimi di passaggio della corsa: è l’attesa e poi l’applauso per tutti, a prescindere dal tifo, perché di tutti si rispetta il sudore e la fatica; è l’epica di certe tappe e certe imprese.
Per questo è motivo di enorme gioia la partenza del Tour de France da Firenze e dalla Toscana, che è stata una straordinaria occasione, per la città che può legittimamente rivendicare la prima gara in linea della storia – la Firenze-Pistoia del 1870 – e per una regione che, a partire da Gino Bartali, ha segnato la storia del ciclismo con un’infinità di imprese.
È un evento straordinario, celebrato con la mostra di Karl Kopinski, uno dei maestri dell’illustrazione europea, che abbiamo imparato a conoscere e apprezzare sempre più grazie anche a Lucca Comics & Games.
La straordinarietà della mostra è che ha dato la possibilità all’artista di poter percorrere le stesse strade del Tour de France o del Giro d’Italia, il che ha rafforzato il suo amore nei confronti di questo sport. E soprattutto lo ha fatto tornare al ritratto, che per i ciclisti ha declinato in maniera quasi drammatica, cercando di esaltarne il sudore, l’estasi e la fatica. I dipinti sul ciclismo sono diventati, proprio come il ciclismo stesso, un modo per liberarsi da scadenze e programmi ed essere semplicemente nel momento. Ritrovare se stesso e sentire il vento in faccia, libero lungo le strade e sopra le tele.