Incontrare persone che non ricordano i suoi tormentoni è difficile. Anche le nuove generazioni, in fondo, sono già state edotte a dovere sulle battute, frasi di Calogero Alessandro Augusto Calà. Comunemente conosciuto come Jerry Calà. Una di queste è diventata il titolo del suo spettacolo musicale. Non è un tormentone, ma una frase che risale ad uno dei tanti film che l’attore siciliano, cresciuto a Verona, ha girato negli indimenticabili anni ’80: non sono bello… piaccio!
Dopo una tappa a Napoli, Jerry Calà si è presentato sabato sera all’Auditorium di Pagani, in provincia di Salerno e noi, non solo per assistere al suo spettacolo, lo abbiamo incontrato ed intervistato qualche minuto prima della sua spensierata performance. L’aggettivo spensierato non è usato impropriamente; difatti qualche mese fa rilasciò una dichiarazione rivolta alle nuove generazioni di comici.
‘I comici di oggi non hanno la spensieratezza che avevamo noi’. Incontrandolo gli abbiamo chiesto cosa, in realtà, volesse dire. Ecco la risposta: “Beh a parte uno che dice sempre quello che vuole e sapete chi è, Checco Zalone, gli altri li vedo un po’ compressi; ovvero preoccupati di non fuoriuscire dal pensiero comune che c’è oggi”. Il suo show, invece, non si è svolto in maniera ‘compressa’, imbrigliata. Anzi le canzoni proposte e ricordate, con i tormentoni, hanno strappato più di una risata ai presenti accorsi a vederlo.
Per chi non è abituato a seguirlo in queste sue ‘scorribande’ teatrali e musicali non sembra neanche vero che lui canti. Eppure, in questo caso forse, pochi sanno che l’attore protagonista di pellicole come ‘Bomber’, ‘Al Bar dello Sport’, ‘Delitti & Profumi’ ed ‘Il ragazzo del pony express’, senza dimenticare ‘Sapore di mare’, ‘Vacanze in America’ e tanti altri titoli, ha iniziato all’età di quindici anni con il primo ‘complessino’ come ha detto nelle interviste rilasciate prima del suo spettacolo. In quell’età conobbe anche, in modo particolare, Umberto Smaila e tutti gli altri componenti dei ‘Gatti dei vicoli miracoli’.
Dicevamo del suo spettacolo, divertente appunto. Condito tra ricordi di gioventù, partecipazione del pubblico, soprattutto nel sapere chi ricordasse effettivamente i suoi tormentoni; ricordi in chiave comica delle classiche gite che si facevano, con tanto di classifica delle hit selezionate durante il percorso in pullman.
A Lucio Battisti e a Little Tony sono stati gli omaggi più particolari, con una puntata nel presente con i ‘The Giornalisti’ con la hit ‘Riccione’ ed i ragazzi de ‘Il Volo’. E’ stato irriverente con la moda diffusa dei selfies e, inoltre, ha ricordato che ogni tanto in discoteca, oltre ai classici pezzi ritmati, c’era anche la possibilità di ascoltare un lento, il quale dava la possibilità di invitare la ragazza dei propri sogni a ballare.
Dunque la spensieratezza miscelata alla nostalgia. Ed è stata una miscela esplosiva chiusa con una bella frase, non comica, ma un messaggio a tutti presenti: ‘Non lasciatevi rubare mai l’estate che avete dentro. Perché l’estate non è solo una stagione: ma uno stato d’animo’.
Un messaggio che si ricollega benissimo ad un’altra risposta che ci ha cortesemente lasciato durante la nostra intervista. Gli avevamo domandato se, nella sua lunga carriera, ci fosse stato qualche progetto cinematografico di cui si fosse pentito. Ci ha detto: ‘Non rimpiango nulla delle cose fatte in passato. Se alcune cose sono andate in un certo modo è perché c’era un senso. Mi assumo la responsabilità’. Anche per il passato, la spensieratezza è stata un valore.
Testo e intervista a cura di Vincenzo Pepe.