Dal 1 ottobre, a Milano la mostra “Io, Robotto – Automi da compagnia” sarà visibile in Fabbrica del Vapore fino a domenica 19 gennaio 2020 e promette dic ambiare la percezione che comunemente si ha di queste creazioni.
Non è solo un robot. È un “Robotto”, la sua traduzione in lingua giapponese in cui perde le sue accezioni meccaniche e tecnologiche e diventa “kawaii”, cioè carino, adorabile, amabile. È una macchina che assume un compito sociale, quello di intrattenere, di fare compagnia.
Nata come percorso espositivo di natura prevalentemente storica e tecnologica, può rivelarsi una mostra sulla centralità dell’uomo. Un percorso sul sogno dell’uomo di replicare la vita e creare un suo doppio in grado prima di duplicarne le movenze, di comunicare con lui e infine di sviluppare un’intelligenza artificiale con cui confrontarsi. Un’esperienza umanistica sul rapporto tra l’uomo e la macchina, a indagare ogni argomento dello scibile umano, dalla letteratura alla biomeccanica.
L’esposizione, curata dal giornalista Massimo Triulzi, esperto di tecnologia e appassionato di robotica, e coprodotta dal Comune di Milano, è la prima guidata da un’Intelligenza Artificiale: Alexa di Amazon.
“La Fabbrica del Vapore, luogo pensato per promuovere la creatività giovanile e l’innovazione in campo artistico e culturale, è ancora una volta d’ispirazione per ragionare sul passato e sul futuro – commenta la vicesindaco del Comune di Milano Anna Scavuzzo –. Sono certa che saprà stupire i visitatori con le contaminazioni culturali che nelle sue diverse articolazioni propone, attraverso un palinsesto volutamente variegato, a tratti provocatorio, sempre più aperto alla ricerca di significati nuovi e di possibilità di dialogo fra mondi diversi”.
“Lungamente anticipato dalla nostra immaginazione, il robot è sempre più una realtà – afferma il curatore Massimo Triulzi –. E, perdendo parte di quella dimensione fantastica e romantica che ne ha caratterizzato la storia, entra nel quotidiano coronando il sogno dell’uomo di creare un suo doppio attraverso la materia. Il robot, che imita fattezze e gestualità umane, intrattiene e diverte, canta, balla e comunica, celebra non solo la tecnologia quanto la centralità dell’uomo e la potenza delle idee. Evocativa e ispiratrice per grandi e bambini, la mostra spazia in maniera trasversale sulle infinite discipline coinvolte per offrire un’esperienza dalle tante chiavi di lettura”.
Ad accompagnare il visitatore lungo il percorso espositivo e a rispondere alle domande sulla mostra è la voce femminile di Alexa, il servizio vocale di Amazon, programmata per conoscere ogni contenuto della mostra: tutti coloro che vogliono avere informazioni sulle opere in esposizione possono utilizzare l’espressione “Alexa, chiedi alla guida” o “Alexa, spiega questa stanza” per ascoltare una descrizione dell’ambiente in cui si trovano.
L’allestimento è suddiviso in 17 differenti aree tematiche distribuite su 1.500 metri quadri per una collezione di 115 opere. Ogni area è funzionale a scandire la storia della robotica da compagnia nelle sue tappe più significative: dagli automi meccanici sino ai chip quantici, a raccontare l’evoluzione del robot nella sua identità estetica e nelle sue funzioni, tra realtà e immaginario collettivo. La mostra spazia dai robot di latta con carica a molla sino ai più celebri robot del cinema, quelli degli anime giapponesi, dinosauri da compagnia, robot musicali, cuccioli robot e Furby, animatroni e androidi, sino ad arrivare agli albori del futuro: gli automi connessi e le Intelligenze Artificiali.
L’esposizione offre inoltre occasioni di conoscenza in ogni campo d’indagine della robotica, dalla tecnologia al cinema, passando per letteratura, videogiochi, medicina e fumetti: ogni giovedì sera ci saranno conferenze tematiche, workshop, showcase e sessioni didattiche. Sono previste anche attività formative per avvicinare i più piccoli al coding e alla robotica: parte integrante del percorso espositivo è uno spazio dedicato, la Sala Giochi, dove bambini, ragazzi e studenti avranno l’occasione di toccare con mano, programmare e giocare con alcuni dei robot protagonisti della mostra.
La mostra ‘Io, Robotto’ è dedicata al fotografo Valentino Candiani, già direttore artistico e prematuramente scomparso, le cui abilità fotografiche e l’eccezionale visione hanno contribuito alla costruzione di una forte componente emozionale dell’esposizione, regalando letteralmente un’anima ai robot.