Un tributo a un padre e a un figlio che nell’arte sono uniti in questa unica esposizione. Si tratta di Matteo e Giorgio Piccaia esposti presso la Galleria Milan Art & Events Center nella mostra appena partita, I segni di Piccaia, mostra inserita nel palinsesto Novecento Italiano del Comune di Milano.
In esposizione dipinti e disegni del Maestro Matteo Piccaia, di cui si festeggiano i 95 anni, in dialogo con le opere del figlio Giorgio, che insieme tanto hanno contribuito ad arricchire il panorama artistico e culturale del ventesimo secolo.
Scriveva Carlo Munari: “Nelle opere di Matteo Piccaia l’immagine si avvale di ampi tagli che sommuovono lo spazio in una varietà di soluzioni prospettiche che gli ritolgono peso e lo definiscono come sede idonea per accogliere i fantasmi della fantasia. A far vibrare l’immagine a livello emozionale, è la luce, è cioè quella luminosità diffusa che s’innerva nel tessuto cromatico e che ora si distende uniforme, ora si addensa in un iter mutevole nel rispetto delle esigenze del racconto visivo.”
E ancora Dino Buzzati negli anni’70: “Matteo Piccaia può essere definito un neo-figurativo emblematico […] Piccaia ama la luce, i colori vivaci, le atmosfere gaie. È un pittore che ha una grande fertilità di immaginazione”.
Scrive di lui Claudio Bonvecchio “Giorgio Piccaia è diretto, conciso, tagliente e a questo stile impronta, senza esitazione, il suo lavoro, la sua ricerca: ad un tempo semplice, profonda, raffinata. E porta sino al fondo la sua ispirazione. Va sino in fondo perché vuole misurarsi con ciò che è “al fondo”. Anzi, vuole misurarsi con i “fondamentali”. Come mostrano le forme quadrate e tonde, che rimandano al cielo (i tondi) e alla terra (i quadrati). Perché cielo e terra sono il palcoscenico, ancestrale, dove Piccaia incide o traccia l’essenza delle cose. Sono gli sfondi naturali, dove ogni rappresentato è un simbolo e il simbolo si innerva nel rappresentato. Le presenze, nelle sue opere, sono altamente stilizzate, sino al punto – estremo – di apparire strutture archetipiche del profondo.”
Completano la mostra riviste, libri, fotografie e documenti d’epoca.
Matteo Piccaia nasce nel 1923 a S. Donà di Piave. Lascia presto il Veneto per trasferirsi in Piemonte prima, e poi in Francia e in Svizzera, dove frequenta le scuole d’arte e poi gli ambienti artistici di avanguardia. È stato tra i fondatori della sede di Ginevra della Società di pittori, scultori e architetti svizzeri. Membro di numerose Accademie, ha partecipato a mostre collettive e personali in diverse città di Europa. Sue opere sono presenti in Musei italiani e svizzeri e in collezioni private sia europee sia americane. Di lui hanno scritto, tra gli altri, Dino Buzzati, Carlo Munari, Arnaldo Verri, Domenico Cara.
Giorgio Piccaia (in foto d’apertura di Christian D’Antonio – The Way Magazine) nasce nel 1955 a Ginevra. Frequenta sin da piccolo con il padre Matteo l’ambiente artistico di Ginevra e di Milano. Studia architettura al Politecnico di Milano, è allievo di Corrado Levi. A Milano realizza performance e happening. Fonda nel 1981 con amici poeti, attori, pittori e registi il giornale artistico Anastasia. Tra il 1975 e il 1982 studia in Polonia e in Italia con Jerzy Grotowski, grande drammaturgo del teatro contemporaneo. Oggi lavora tra Agrate Conturbia e Camaiore. Sue opere sono presenti in importanti collezioni private. Nel 2016 presenta a Milano, presso la Galleria MA-EC, Milan Art & Events Center la mostra personale Piccaia in Kaleido, che riscuote numerosi apprezzamenti da parte del pubblico e dei critici, con diverse uscite anche su riviste e siti web specializzati, tra cui Il Sole 24 Ore, Artribune e ArtsLife. Nel 2017 Roma e Ginevra e nel 2018 la Svezia hanno ospitato sue mostre.