Il Lago di Como è celebrato nel mondo per le sue bellezze ma anche per la maestria con cui da sempre gli umani hanno curato la sua natura lussureggiante. Oggi un libro di Mondadori Electa riesce a restituirci quel sapore di insolito e stupefacente che offre l’incontro tra l’ingegno architettonico e il verde.
Dall’antichità: “L’Italia Transpadana chiama Lario un lago vicino alle Alpi, ameno per una campagna alberata […].” Plinio il Vecchio, Naturalis His toria, X, 41.
Oggi come un tempo – quando i primi viaggiatori europei del Grand Tour attraversando le Alpi sbarcavano in Italia – l’incanto per chi scopre le rive del lago di Como è immutato: forte e prodigioso è il contrasto tra il clima dolce del lago, che sembra anticipare il mare, e quello invernale, gelido e cupo delle montagne aguzze che lo circondano.
I giardini del lago di Como, edito da Mondadori Electa, porta i lettori alla scoperta dei più bei giardini del Lago, accompagnati dai testi di Lucia Impelluso e dalle splendide immagini di Dario Fusaro, massimo esperto di fotografia del verde in Italia.
Spaziando da Villa Balbianello a Villa Carlotta, Villa d’Este e alcune Ville private difficilmente visitabili, il volume porta il lettore alla scoperta degli angoli verdi più belli del lago di Como. Le sponde del Lario sono elette a luogo di villeggiatura ideale fin dall’epoca romana, quando si diffonde la cultura della villa suburbana destinata al riposo e all’otium, lontano dai clamori della città. Nel corso del Medioevo il concetto di villeggiatura caro ai romani si perde e bisogna attendere il Rinascimento perché, sull’onda dell’antichità riscoperta, le sponde ricomincino a popolarsi di ville destinate allo svago, ubicate nei luoghi più ameni, riparati dai venti e circondati da terreni adatti ai giardini, con orti, frutteti, agrumeti e oliveti. Nel corso del Settecento i giardini lariani vengono abbelliti secondo i modelli formali italiani e francesi, ma nell’Ottocento i tracciati regolari e i complessi disegni di aiuole, scalinate e ninfei vengono pressoché cancellati dal sopraggiungere del giardino paesaggistico, dove la natura e le piante tornano prepotentemente a essere protagoniste dello spazio. È dunque la storia dei giardini, ma anche dei costumi e delle consuetudini dei loro abitanti nei secoli, che il lettore scoprirà tra queste pagine, grazie a un percorso fotografico selezionato con cura per evidenziare di ogni luogo i tratti più caratterizzanti.
Lucia Impelluso, architetto di formazione, è specializzata nello studio dei giardini storici. Il suo volume La natura e i suoi simboli ha vinto il Premio Nazionale di Letteratura Naturalistica Parco Majella (2004). Il suo Giardini, orti e labirinti è stato premiato sia in Italia (Premio Grinzane Cavour Giardini Botanici Hanbury 2006), sia in Francia (Prix P.J. Redouté 2007). Ha collaborato con il gruppo di professionisti che hanno realizzato il giardino medievale della Rocca di Angera, sul lago Maggiore.
Dario Fusaro è considerato uno dei maggiori fotografi di giardini attivi oggi in Italia. Tra i suoi lavori editoriali ricordiamo Dal paesaggio al giardino, di Anna Scaravella (2013); La Cervara. L’abbazia e il giardino (2013); I giardini delle ville venete, di Camilla Zanarotti (2014); I giardini delle isole Borromee, di Lucia Impelluso (2017); e i libri pubblicati con Paolo Pejrone: I miei giardini (2008), Gli orti felici (2009).