Dopo 3 anni di attesa, i fan di Marcello Cesena e della sua absurd-fiction “Sensualità a corte” sono stati ripagati. La striscia comica con protagonisti gli irresistibili Jean Claude e Madreh, è tornata su Italia 1 all’interno del programma Honolulu. E la sorpresa è il nuovo flirt di Madreh (al secolo Simona Garbarino) ed è un modello dominicano. Si chiama Gegory Montero, ha 33 anni e fa l’attore per merito di suo figlio Martin che di anni ne ha 8. “Un bambino disinvolto, una luce coinvolgente, un carattere simile al padre” dice Gregory incontrandoci prima di andare sul set genovese per il prosieguo della serie.
Al momento la striscia del vulcanico Cesena ha il gradimento più alto dell’intero programma comico delle reti Mediaset. E Gregory, che nella vita fa l’attore da poco, è sempre più indaffarato tra lavori di casting in prima persona e per suo figlio. “L’ho sempre accompagnato io e allla fine è successo che qualcuno si è accorto anche di me. È castano con occhi azzurri ma solo adesso inizia a somigliare un po’ a me. Quindi non abbiamo potuto recitare noi stessi finora”.
La popolarità per Gregory sta arrivando all’improvviso. Lui si dice cambiato solo nel fatto che adesso è meno timido. Un sacco di persone ora gli scrivono e lo contattano sui social per via del passaggio nella prima edizione di Honolulu (fino al 3 novembre 2021 ogni mercoledì in prima serata su Italia 1 con la conduzione di Fatima Trotta e Francesco Mandelli, dagli studi Jedi Vision a Milano).

Gregory quindi hai deciso cosa vuoi fare da grande grazie a tuo figlio…
Il percorso lo ho scelto in questi mesi, voglio fare l’attore a tempo pieno anche se col fisico mi sta impegnando e potrebbero arrivare ingaggi e ruoli diversi. Mi piace tantissimo recitare, l’ho scoperto tardi rispetto a mio figlio, ma anche la moda non sarebbe male, vedremo.
Raccontaci quanto vi divertite con le gag di Marcello Cesena…
Molto più di quello che si vede in tv, e questo avviene perché lavoro con professionisti eccellenti. Marcello Cesena riesce a metterci in un clima sereno, allegro, fa battute a raffica. Mentre si gira ci divertiamo da matti, ammiro molto anche Madreh che è una pedagogista nella vita reale, una persona intelligentissima. Eppure nella fiction è una pazza, il suo ruolo richiede quello, capisci che cose bizzarre avvengono?
Chi è il motore di un mini-sceneggiato che diverte così tanto da 9 edizioni?
Marcello è impressionante, guida tutto, è preso da tanti aspetti della produzione. Aldilà dello scritto poi, molto del recitato si sviluppa al momento e a volte lui stesso chiede anche consiglio. È davvero molto aperto di mentalità. Ed è stato sempre geniale e coinvolgente tanto da essere amatissimo dai suoi seguaci.
Tu sei stato scelto innegabilmente per la tua bellezza. Ti senti un bello?
Da piccolo non ero bello, avevo capelli cortissimi, non ero il bimbo che piaceva. Ho abitato coi miei nella Repubblica Dominicana. All’età di 15 anni ho iniziato il cambiamento, ma era un passaggio spontaneo. E l’ho assecondato con una attenzione maggiore al fisico, che poi è coinciso con il mio arrivo qui.
Cosa ti ricordi di quei momenti?
Per me è stato un ottimo cambiamento arrivare in Italia, mi hanno aiutato parecchie persone che mi hanno accolto. Da subito ho avvertito l’esigenza di crescere mentalmente e umanamente. Ma quando da piccolo non sei apprezzato, è difficile che di colpo ti senta bello e sicuro. Quell’insicurezza leggera mi è rimasta. In fondo con le persone, faccio fatica ad aprirmi completamente, a esprimermi, a lasciarmi andare.

L’anno del provino con tuo figlio che ti ha cambiato la vita?
Lui aveva un anno ed è stato scelto per la pubblicità della Pampers, intorno al 2013. Hanno esaminato lui e mi avevano chiesto se volevo fare il papà per le pubblicità, non insieme. Non ci credevo. Era la prima volta non ero davvero convinto. Mi dicevano: sei un bell’uomo, come fai a non buttarti? Credo ci fossero già all’epoca delle spinte dal mercato a cercare un fisico e un aspetto etnico quindi io calzavo a pennello.
Hai cavalcato quell’onda?
Sono sempre andato a correre e ho sempre fatto sporto. Oggi faccio semplicemente di più, con pesi e palestra e mi curo di più. Vengo riconosciuto come un bell’uomo in questo momento e ho deciso di farne un mestiere. Mi so esprimere meglio degli inizi, nonostante abbia una piccola parte in tv. Prima avevo paura a espormi. Mi piace essere più brillante, mi butto. La mia fortuna è essere stato accostato a Regé-Jean Page, che è il duca di Hastings di Bridgerton che ha spopolato su Netflix.
Loro sono in costume…
E io sono spogliato sul set di ‘Sensualità a corte’!. Ma è anche frutto di un pizzico di vanità che mi è venuta. Appena mi sono dedicato alla cura del corpo ho intrapreso con impegno vari cammini per obiettivi, mi è spuntata la tartaruga, dopo qualche mese di allenamento e dieta rigorosa. Non sapevo nemmeno di avere degli addominali e ho pensato: ne è valsa la pena di sforzarsi così tanto.
Come ti vedi ora?
Sono diminuito di peso e ho preso più massa muscolare. Le persone hanno apprezzato molto, a cominciare dal set di ‘Sensualità a corte’. Ho smesso di mangiare cibi spazzatura, quindi mi sento meglio. La cucina caraibica mi piace, non è molto elaborata, ci sono semplici piatti principali come riso, pollo e fagioli. Invece in Italia è molto diversificata, con più tentazioni.
E il rapporto con tuo figlio-collega ora è cambiato?
Martin mi incute timore, è il mio primo critico. È già un attore, ha lavorato con Christian De Sica e Alessandro Siani per il film che deve uscire questo Natale. I grandi attori già lo hanno apprezzato e il suo talento è stato riconosciuto. Il set è il suo posto naturale, quindi mi fa piacere che mi dica che sono bravo.
Tu come ti vedi in questa nuova vita sotto i riflettori?
Anche per me è un onore conoscere gente di alto calibro, che poi sul lavoro sembrano amici da una vita. Anche Marcello Cesena per me è un talento enorme e sono contento che la fiction abbia costituito una comunità di fedelissimi. Che ora apprezzano anche me.
Strano che sia tu che tuo figlio siate finiti a recitare in situazioni comiche…
La comicità ci vuole, viviamo sempre una vita manchevole di qualcosa. Quindi vedere un film comico aiuta a farci passare i brutti pensieri. Per me è importante ed è un grande privilegio, vorrei far ridere perché lo sai, chi ci riesce sa anche fare ruoli drammatici. La comicità è una maschera, in fin dei conti.
Fotoservizio di Gregory Monteno in bianco e nero di Laura Betto