Per celebrare i 30 anni dalla dissoluzione dell’impero sovietico alla Maison de la Photographie Robert Doisneau (1, rue Division du Général Leclerc, Gentilly – Parigi) c’è una interessante mostra fotografica di Igor Mukhin. Il reporter moscovita, che negli anni Ottanta ha partecipato ai seminari dell’Art Photo Studio dello storico Alexander Lapin, ha documentato le trasformazioni sociali, specie giovanili in Russia.
Da membro del collettivo In-Public street photography, Mukhin ha documentato i cambiamenti che hanno attraversato la società russa dalla Perestrojka a oggi
Agli inizi degli anni Ottanta c’era molta confusione in Russia e il caos regnava nei giorni di una generazione che si addentrava nella fase di dissoluzione di un sistema di controllo che scricciolava.
Mukhin come molti dei suoi concittadini sentiva che dall’Occidente arrivava un respiro nuovo e questi eco influenzeranno musicisti, autori, artisti che guardavano alla musica rock in particolare. Si tratta di un’incarnazione dell’aspetto post-punk e anarchico della musica che arrivava dal West e che ha minato in qualche modo la monolitica chiusura decennale della Russia. Il lavoro fotografico di Mukhin traccia questa parabola, parte dall’inizio degli anni 80, passa per gli anni della caduta del regime (1991) e si conclude con i giorni odierni dove ancora sulla città di Mosca e su tutta la Russia aleggia un moto di ribellione dal basso.