Difficile immaginarsi che il nuovo disco di Gianna Nannini, “La Differenza” sia nato piano, voce e chitarra a Londra in un piccolo studio di Gloucester Road. La location dà anche titolo a una canzone dell’album che esce per Sony Music venerdi 15 novembre, dopo un periodo di intenso lavoro in quello che la Nannini ha soprannominato il “MYFACEStudio”, da cui l’artista ha condiviso session improvvisate con Pacifico, Dave Stewart, Fabio Pianigiani, Mauro Paoluzzi e tanti altri amici e colleghi.
L’artista racconta: “Quando ho deciso di fare il mio nuovo album era settembre 2018. Non avevo ancora scritto niente ma avevo un’idea precisa: ripartire dalle mie origini folk-blues-rock senza prestare il fianco a nessuna moda. Volevo riprendere quel capitolo sospeso con l’album “California”. A quei tempi lo slogan era “Siamo noi la California” e lo seguii, grazie all’aiuto di Conny Plank cercai e trovai la mia identità sonora e vocale: mediterranea ed europea. Ora volevo e potevo andare oltre. E così ho cominciato, piano, voce e chitarra, a buttare giù idee molto ‘bluesy’ nella mia stanza presa in affitto a Gloucester Road (come dice la canzone), uno spazio mio, dove poteva entrare solo la musica e chi la condivideva con me. Incoraggiata dal libro di Virginia Woolf “Una stanza tutta per sé (A Room of One’s Own)” ho pensato che sarebbe stato bello condividere questa stanza e quello che succedeva lì dentro sul mio profilo Instagram”.
Da lì il progetto ha preso forma, con l’inserimento dei contributi di musicisti dalle più disparate provenienze. Come i Baytrees, band attiva in USA di origini giamaicane per una bellissima canzone, “A chi non ha risposte”, a cui la vocalist Wendy Moten ha regalato le sue improvvisazioni “soul-gospel”.
Gianna, che in queste foto sopra vediamo alla presentazione del suo disco a Milano ieri (foto di Gianni Foraboschi/The Way Magazine) racconta della genesi del viaggio in America per l’album: “A marzo 2019 sono andata a Nashville. Al buio, non conoscevo nessuno. Avevo solo l’indirizzo e il telefono del chitarrista e producer Tom Bukovac, contatto che mi ha dato il mio amico Dave Stewart. L’esigenza era quella di registrare le mie canzoni in presa diretta, senza campionature e senza i cosiddetti “overdubs”, il metodo per cui si registra uno strumento alla volta, prima la batteria, poi il basso, poi la chitarra, etc. Doveva essere un live in studio, un disco registrato in presa diretta ma con le attrezzature tecniche di oggi. Un disco che bruciasse di un fuoco puro e antico ma suonato in epoca digitale. Si pensa a Nashville collegandola spesso al Country & Western, dimenticando quello che invece ha significato la musica race in questa città meravigliosa, soprannominata “music city”. Nashville a partire dagli anni Quaranta e nel dopoguerra era il principale centro del Mid-South per quanto riguarda il blues, il rhythm and blues, il jazz e il gospel”.
Un genere che dice la cantautrice senese, le è sempre appartenuto: “Nelle mie radici c’è sempre stato un sangue bianco-nero, sono ripartita dal blues verso il soul e il rock alla mia maniera. Conny Plank mi diceva che ogni paese ha il suo blues, basta che lo si faccia, che lo si produca che lo si alimenti, nella propria cultura di appartenenza. Ma soprattutto, ed è il motivo per il quale ho scelto di punto in bianco di registrare questo disco a Nashville, qui grazie alla bravura dei musicisti non si registra con gli “overdubs” ma suonando tutti insieme nello stesso momento senza correzioni, post take”.
“LA DIFFERENZA” contiene un unico duetto, con Coez, nel brano “Motivo”. “Mi piace la voce graffitara di Coez, lo scopro prima de “La musica non c’è”, con “Faccio un casino”. Lo chiamo, era a Londra, mi raggiunge, si va al sushi e si improvvisano parole. “Motivo” lo colpisce particolarmente, mi dice che vuole provare a fare una cosa alla sua maniera. Ecco, mi dico osservando quel suo modo elegante di fare, un altro che fa la “differenza”. Unico duetto di questo album, una perla”.
C’è anche un’incursione di metà degli Eurythmics, il mitico chitarrista Dave Stewart. “Non poteva mancare un pezzo con Dave – dice la rocker senese – . Ci eravamo rivisti durante una trasmissione TV in Germania dove ho cantato per il tributo a NENA. Anche lui era lì per lo show e gli ho ricordato della promessa a Conny Plank, sia io che gli Eurythmics siamo nati lì, nel suo studio. Gli avevo promesso che un giorno avrei fatto un disco soul blues, come lui mi aveva indicato. L’ho praticamente solleticato e invitato a nozze. Così collaboriamo, ci rivediamo a Londra nella camera del suo “Hospital”, e da lì salta fuori questo Harbour Reggae diventato “Romantico e Bestiale””.
Il disco è stato prodotto da Gianna Nannini con Tom Bukovac e Michele Canova, mixato da Alan Moulder (tranne “Motivo” che è stato mixato da Pino “Pinaxa” Pischetola) e registrato da John McBride.
Gianna Nannini nel 2020 sarà impegnata in un tour europeo, che partirà da Londra il 15 maggio per poi proseguire a Parigi, Bruxelles, Lussemburgo e arrivare a giugno in Germania per 4 date. Un lungo viaggio che si concluderà ad ottobre, quando si esibirà di nuovo sui palchi della Germania con 6 date e poi su quelli della Svizzera con 2 date (#GNEuropeanTour).
GIANNA da stadio: il 30 maggio 2020 la Nannini torna live in Italia con un grande concerto allo Stadio Artemio Franchi di Firenze a supporto del diciannovesimo disco in studio a distanza di due anni da “Amore gigante”.
In un periodo storico in cui spesso la realizzazione dei dischi è affidata prevalentemente al digitale, Gianna Nannini ha scelto di realizzare il suo nuovo album nei Blackbird Studio di John McBride a Nashville, Tennesse, nel regno dell’analogico, sede di grandi produzioni artistiche blues-rock.
La rocker italiana per antonomasia è ripartita dalle origini folk, blues e rock alla ricerca di ciò che fa la differenza, senza prestare il fianco a nessuna moda ma riaprendo quel capitolo rimasto in sospeso con l’album “California”.
Sulla lavorazione del disco, la cantautrice afferma: “Andare a Nashville, che mi ha richiamato come una sirena. Ma che come una sirena poteva ingannarmi. Lavorare con Mauro Paoluzzi, con Gino Pacifico, con Fabio Pianigiani. In genere dopo tanti anni di collaborazione l’intensità cala, ci si conosce perfettamente. E spesso in Musica, come in Amore, i rapporti lunghi ti confortano ma non consentono l’imprevisto, il guizzo. Con questi collaboratori abbiamo lavorato come se avessimo sedici anni, abbiamo ritrovato lo stupore che le canzoni quando nascono meritano. Perché una canzone nel momento in cui nasce è uno dei piccoli miracoli che noi esseri umani sappiamo fare, una creazione”.
Il 19 ottobre Gianna Nannini ha ritirato al Teatro Ariston di Sanremo il PREMIO TENCO 2019, il riconoscimento assegnato dal 1974 agli artisti che hanno apportato un contributo significativo alla canzone d’autore mondiale. Gianna in questi anni ha conquistato i palchi di tutta Europa, come certificato dagli innumerevoli sold out del recente Hitstory European Tour (2017), ed è considerata il volto femminile del rock per eccellenza.
Le 10 tracce registrate in presa diretta, «che bruciano di un fuoco puro e antico ma suonate in epoca digitale», come l’artista stessa le ha definite, compongono un disco dedicato a coloro che non hanno paura di essere se stessi e dimostrare il loro coraggio ma anche la loro gentilezza con gesti che «fanno la differenza».
Questa la tracklist dell’album: La differenza (singolo attualmente in radio), Romantico e bestiale, Motivo feat. Coez, Gloucester Road, L’aria sta finendo, Canzoni buttate, Per oggi non si muore, Assenza, A chi non ha risposte e Liberiamo.