Sempre pronto a ringraziare le maestranze eccellenti del Teatro alla Scala, Gianluca Falaschi, costumista di spicco della nuova generazione, è in queste ore sulla bocca di tutti nell’ambiente teatrale perché ha un ruolo determinante. Benché giochi all’understatement, i suoi costumi (di cui vi anticipiamo delle foto di scena forniteci dal teatro) saranno sotto gli occhi di tutto il mondo questa sera. La prima del teatro più glorioso è dedicata alla Tosca di Puccini e stasera si vedrà quello che questo artista della sartoria teatrale è riuscito a mettere in piedi.
Falaschi non è ovviamente nuovo a questi ruoli di prestigio. Ha lavorato con alcuni dei più apprezzati registi della scena contemporanea, tra i quali Arturo Cirillo, Antonio Latella, Cristina Pezzoli, Pierpaolo Sepe, Davide Livermore, Alessandro Gassman, Walter Le Moli, Giuseppe Marini, frequentando i maggiori teatri italiani. Debutta con Sepe al Festival Di Benevento con Per un Pezzo di Pane, di Rainer W. Fassbinder. Nel 2003 con L’ereditiera (Premio Persefone) ha formato il sodalizio artistico con Arturo Cirillo, per cui ha disegnato i costumi per diversi spettacoli di grande successo, tra i quali l’opera Alidoro, di Leonardo Leo, al Teatro Valli di Reggio Emilia. Ha disegnato i costumi per Le Servedi Genet, regia di Giuseppe Marini, con Franca Valeri e Anna Maria Guarnieri e per Moby Dick, regia di Antonio Latella, con Giorgio Albertazzi.
Gli occhi puntati del mondo lo lusingano ma non lo distraggono dall’obiettivo principale: “Ci si approccia ad un evento del genere con umiltà – ci ha rivelato tra una prova e l’altra dei giorni precedenti alla prima – ho ascoltato l’opera, ho ascoltato la lettura del maestro Chailly, sono stato in ascolto della drammaturgia voluta da Livermore. Sono al servizio di questi grandissimi artisti accompagnando la loro azione scenica con un gesto di abbigliamento che poi diventa un gesto drammaturgico. Il mio tentativo è di non strafare ma di fare la cosa giusta, di non lasciarmi prendere dall’emozione che il 7 dicembre porta senz’altro”.
Quando si vede un’interpretazione di un testo storico come questo della Tosca (prima rappresentazione 1900) ci si chiede sempre se valga la pena attualizzarlo scenicamente o rimanere fedeli all’orginale: “Siamo sicuramente persone che vivono quest’epoca – dice Falaschi – , siamo influenzati dall’arte contemporanea, che emerge, eccome, da questi costumi. Siamo influenzati dai colori e forme della nostra epoca, anche da quello che è stato il secolo concluso. C’è qualcosa di contemporaneo nel fare Tosca nel 2019″.
Supportato da un team eccezionale e da un’organizzazione elefantiaca, Falaschi ne riconosce il pregio: “Non sono niente senza le maestranze, sono fortunato a lavorare sempre con grandissimi artigiani. Qui a Milano c’è un ambiente straordinario, è un teatro che guida la storia dell’artigianato italiano, ogni volta è un contributo immancabile”.
La cura sartoriale come tratto distintivo, il palcoscenico come passione. Falaschi lavora dietro le quinte, nella fase preparatoria, ma è affascinato da quello che crea anche da spettatore: “Io faccio teatro da sempre, la prosa da quando ero ragazzo, poi dall’età di 22 anni, con una parentesi nel cinema, ho sempre fatto teatro spostandomi poi sulla lirica. La mia esperienza è stata fortemente quella del costumista di scena, era quello che mi piaceva maggiormente. La cosa più complessa che esiste nell’intrattenimento è l’interprete che va in scena. Sono fortunato, nonostante lo stress e le preoccupazioni, questo mestiere è sempre una bellissima scoperta. È un viaggio”.
Dopo questa prima, lo attende Otello al Maggio musicale fiorentino per la regia di Valerio Binasco.
Durata spettacolo: 3 ore inclusi intervalli
Coro e Orchestra del Teatro alla Scala
Nuova produzione Teatro alla Scala
PRIMO ATTO 45 minuti / Intervallo 30 minuti / SECONDO ATTO 45 minuti / Intervallo 30 minuti / TERZO ATTO 30 minuti
Direttore | Riccardo Chailly |
Regia | Davide Livermore |
Scene | Giò Forma |
Costumi | Gianluca Falaschi |
Luci | Antonio Castro |
Video | D-wok |
Foto di scena “Tosca” 2019: credit Brescia/Amisano – Teatro alla Scala