Arrivare dopo un anno molto importante per Gaia in cui è stata proclamata vincitrice di “Amici 19”, la cantautrice debutterà per la prima volta sul palco dell’Ariston nel 2021 partecipando alla 71^ edizione del Festival di Sanremo nella categoria “CAMPIONI” con il brano “Cuore Amaro” (Sony Music Italy). Musica e testo sono di Gaia Gozzi, Orang3 (Daniele Dezi), Jacopo Ettorre e Giorgio Spedicato e la produzione di Machweo (Giorgio Spedicato) e Simon Says (Simone Privitera).
Durante la serata dedicata alla canzone d’autore, Gaia si esibirà con il celebre brano di Luigi Tenco “Mi sono innamorato di te”. Insieme a lei sul palco dell’Ariston in questa speciale performance la cantautrice belga di origini congolesi Lous and the Yakuza, unica cantautrice internazionale che duetterà con un artista in gara al Festival giovedì 4 marzo 2021.
Gaia e Lous, conosciuta a livello mondiale per il suo sound urban francese in cui ha creato uno spazio fatto di pop francofono mischiato alla trap, sono due anime musicali che condividono un forte senso di appartenenza alla musica e all’arte sotto il segno della multiculturalità. Le due giovani artiste si sono cercate e trovate nello stesso modo inclusivo di fare musica, senza spazi circoscritti da alcun genere.
Gaia come mai hai scelto Tenco?
“Mi sono innamorato di te” perchè è stato il primo brano con cui mi sono avvicinata al cantautorato italiano e perché Luigi Tenco con questo brano è riuscito a fare la cosa più difficile al mondo: parlare d’amore con onestà, disillusione, ma alla fine con estrema tenerezza.
Che pensi del Festival nel 2021?
Credo che sia giusto che si possa fare il Festival, c’è una grandissima organizzazione e bisogna far emergere che è un modello positivo. Oltretutto è importante protare un po’ di speranza, gioia e serenità per gli spettatori e per il settore dello spettacolo messo in ginocchio quest’anno.
Che effetto ha avuto Sanremo nella tua crescita?
Uno dei ricordi più belli è la vittoria di ‘Luce’ di Elisa e Laura Pausini con ‘La Solitudine’. Ovviamnte alcune cose le ho ricercate dal passato e ci sono varie performance mi emozionano. L’ho seguito il Festival, anche se a tratti sono stata anarchica in adolescenza.
Che canzone porti sul palco del Festival?
Il “Cuore Amaro” è il mio, è una canzone d’amore che ho dedicato a me stessa, è un racconto autobiografico sul mio percorso, sui traguardi, sulle conquiste. Ma Cuore Amaro parla soprattutto dei miei errori, che benedico ogni giorno perché sono quelli che mi stanno insegnando a crescere. Il mio cuore amaro accoglie tutte le mie anime, la mia consapevolezza, la comprensione e il perdono, anche verso me stessa. Più passa il tempo e meno ho paura di cadere, perchè i miei sogni hanno radici forti e profonde, ben piantate a terra. A livello sonoro c’è tutto il calore della mia America Latina, accompagnato da ritmiche asciutte e rigorose simili a grattacieli in mezzo alla giungla.
Ci racconti le dinamiche di costruzione del pezzo?
Sono molto interessanti i ragazzi hanno lavorato con me. Non solo c’è un produttore bravo con dei guizzi latin inaspettati. C’è Simone Privitera che è un fratello per me, che ha sentito la chitarrina flamenca, e ha immaginato melodie che potessero suggerire delle ambientazioni con Jacopo Ettorre. E da lì Orange ha scritto le parole. Sono contenta della collaborazione, la canzone è un viaggio introspettivo che parla di una consapevolezza diversa. Vorrei ringraziare il pubblico per le cose positive, e le cose negative vorrei in un certo senso abbracciarle perché fanno parte del mio percorso, nel racconto che lascio fare alla musica. Anche se non mi piace dire che non ero a mio agio prima, non così platealmente. Questo non lo sentirete nelle canzoni.
Dove ti porta questa nuova fase musicale?
A livello sonoro il nuovo progetto mi porta in Sud America, tutto molto fluido e racconto tante anime diverse.
Cosa fai per evadere dalle pressioni?
Mi ascolto gli healing sounds che mi calmano. L’ansia è minore per questo festival perché non ci sarà tanto clamore attorno, per le strade ma Sanremo lo vedo anche come una fonte di fortuna, voglio sfruttare il momento non solo per calcare il palco ma per portare un po’ di leggerezza, sempre facendo pensare. Almeno per distrarre in quei pochi minuti.
Pensi che la musica possa avere potere in questa situazione che viviamo tutti?
Mi sento fortunata a fare il mio lavoro e lo voglio fare bene. La bellezza della musica lascia a bocca aperta, l’ho pensato quando ho provato con l’orchestra, è un’emozione allucinante e ci sono 60 elementi che a prima lettura suonano il mio pezzo, lo sento sullo stomaco. È tutto bellissimo, una cosa magica per la musica, ti fa riaffiorare dei ricordi del live di cui abbiam tanto bisogno. Assieme a questo, voglio portare molta sincerità e non voglio arrivare troppo costruita sul palco, voglio sentire la sensazione di agio in quello che indosso.
Come sarà il futuro di Gaia dopo Sanremo?
Mi approccio a Sanremo in questo momento intenso ma ho tante cose nuove in esperienze che non ho mai fatto. Ho voglia di scoprire e assieme sento tanto timore ma è il carburante che mi fa fare queste cose. Credo che sarà il palco che mi permette di allargare la mia audience, il sogno è di condividere con più persone possibile la mia musica, anche se non voglio sentirmi mangiata dal palcom voglio mangiarlo io, voglio essere presente, godermi il momento.
Hai fatto i talent e ora stai per andare al festival più popolare per antonomasia. Pensi di avere delle etichette cucite addosso?
Non credo che il contesto definisca il valore di un artista, mi sento emozionata e in una situazione reverenziale. Vasco insegna a tutti: in un Sanremo è arrivato fra gli ultimi, si è messo il microfono in tasca ed è comunque Vasco. La cosa bella è che sono in gara con tanti amici e quindi siamo tutti uniti. E poi c’è Orietta Berti che amo.
Di cosa hai bisogno come artista?
Ho bisogno di essere alimentata da cose creative, differenti, da nuove esperienze. Questo momento mi sta mettendo a dura prova ma se non evolvi e non osservi ciò che sta attorno, non migliori.
Gaia è su:
Fotoservizio di Gaia: Alessio Alba