Incontriamo Gabriele Muselli, 19 anni, cantautore generazione Millennial di Milano, davanti al murale di Blu ed Ericaeilcane, non per caso. L’opera di street art è fragile, di contestata collocazione (la volle Vittorio Sgarbi per introdurre la street art nei musei 10 anni fa) e ora il PAC di Milano sta decidendo se tenerla o cederla.
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Destino incerto e dubbi come quelli che questo giovane cantautore ha trasmesso nella sua canzone di esordio, Fade, con cui si è classificato secondo al recente San NoLo, il festival semi-serio che ha esordito quest’anno nel quartiere dei creativi a Nord di Loreto a Milano. Un pezzo scritto e arrangiato da lui stesso, che ora ha registrato ai Bullz Studios del produttore Yazee, con master da Icaro Tealdi), una canzone frutto della disillusione e dell’esigenza di riscossa di un ragazzo della digital age che più 2017 non si può.
Gabriele è in linea col suo tempo ma su una cosa dissente: “Le relazioni vere dovrebbero essere alla base della vita di un giovane. Per me sono quelle che mi ispirano i testi”. Fade è infatti un pezzo scontento e di rimonta al tempo stesso, con un testo in inglese che rivela tutta l’insaziabile voglia di espressione di creatività di Gabriele. Che è un tipo anche sorridente e consapevole del piccolo sogno che sta vivendo in questi mesi, con le radio che hanno iniziato a passare il suo pezzo (Silvermusic Radio, Radio Città Bollate e Radio Milan Inter) e una fanbase fedele che sta iniziando a costruirsi.
In questi giorni Gabriele Muselli è in partenza per un piccolo tour promo di live, a partire da domani, 20 maggio, alla Salumeria del Design a NoLo (ore 21, via Stazio, 18 Milano). Poi si sposta in Piemonte, (Cavallermaggiore, Cuneo, HeArt Parade, domenica 21 maggio dalle 17) e torna a Milano ai Chiostri dell’Umanitaria alla sala Bauer il 26 maggio alle 18,30, in occasione della mostra Guernica in 3D, dove l’associazione Sul Filo dell’Arte presenta l’opera di Picasso realizzata in crochet, tricot e ricamo. L’esibizione sarà divisa all’inizio e alla fine di un reading letterario, molto appropriato se si considera che la forza di Muselli sono proprio i testi che crea con una vena poetica particolarmente ispirata.

“Non mi piace la deriva impersonale dei pezzi di oggi. L’omologazione non mi attira – ci dice descrivendo la sua scrittura – privilegio l’autenticità. Ho provato a scrivere poesie ma erano tutte molto sdolcinate, si sentiva il senso di dubbio che mi pervade e penso che il rap e la poesia non siano tanto differenti. Per la canzone pop la resa dipende dalla profondità che la esprime, la poesia deve riflettere su qualcosa di sentito, non su quello che hai fatto la notte prima. Ho molto rispetto per la poesia, e il bello è anche non capirla fino in fondo”
La tua prima canzone Fade parla di dissolvenza. L’hai mai provata?
Certo! E penso che qualsiasi persona l’abbia provata. Quando sei teenager inizi a capire molte più cose, uscendo dal tuo guscio sei esaltato però allo stesso tempo deluso, da te stesso e dagli altri.

Parla anche di fede. Tu ce l’hai? Vorresti averla?
Non ho una fede a livello di religione, però ho fede nel senso che spero di trovare il senso della mia vita prima o poi. Sarebbe bello avere una fede cristiana dove ti abbandoni totalmente ad illusioni e vivi la tua vita in funzione di qualcosa o qualcuno che potrebbe non essere esistito.
Meglio teen idol o indie a vita?
Non c’è una via di mezzo? Se dovessi diventare una star dopodomani non mi definirei mai e poi mai un teen idol. Questo che sto vivendo ora è il periodo indie, il successivo non so quale possa essere.
Come ti immagini fra 10 anni?
C’è la parte artistica e sognatrice che s’immagina vari tour in giro per il mondo ed avvenimenti degni di nota. Tra dieci anni artistici sarebbe bello avere alle spalle tre o quattro dischi, i fans che ti stimano e la sicurezza di salire su un palco e dare tutto a chi ha permesso di fartelo fare. Mentre poi c’è la parte più realista ed estremamente quadrata di me che sa che non andrò da nessuna parte e finirò a fare qualche lavoro che non mi appartiene per nulla. C’è da dire che non sono la bestia da palcoscenico che sa fare solo quello e basta nella vita, mi so arrangiare in molte cose, quindi non mi fa schifo il mio futuro, qualsiasi esso sia. Però ammetto di avere una paura incredibile.
Cosa fai nel tempo libero?
Riempio il quaderno su cui scrivo e disegno le mie sensazioni. Ascolto sempre musica, dalla mattina alla sera. Cerco di fare cose nuove che mi aprano nuovi orizzonti. Dalla più stupida, come dormire al contrario nel letto per vedere la mia stanza in un modo in cui non sono abituato, alla più intelligente come andare a concerti e altro.
Un ventenne nel 2017 dovrebbe sempre….
Un ventenne nel 2017 dovrebbe sempre tenere da conto le vere relazioni senza abbandonarsi totalmente all’universo digitale.
Un ventenne nel 2017 non dovrebbe mai…
Un ventenne nel 2017 non dovrebbe mai pensare di essere inutile.

La cosa su cui più ti interroghi?
Sono tante le cose su cui mi interrogo. Il futuro, trovare una ragazza, il senso generale delle cose, la prossima canzone…
La persona che conosci che più ti ispira?
Mia madre. È una delle persone che stimo di più in assoluto.
La persona che non conosci che più ti ispira?
Penso sia Dave Grohl, il cantante dei Foo Fighters. Sembra avere un carattere fortissimo, vorrei avere la sua stessa forza nel travolgere il pubblico e la gente attorno a me.

A un tuo concerto tre tipologie di pubblico assieme. Quali potrebbero essere?
L’intenditore, ossia quello/a che legge i testi e cerca di capire quello che voglio trasmettere nelle mie canzoni. L’involontario, che si trova per caso al concerto e magari scappa dopo pochi secondi. Il fan sfegatato, che molto probabilmente sarebbe una ragazzina.
Cosa ti cattura di più quando vai a un concerto di un altro artista?
Spesso ai concerti mi incantano gli effetti di luce, l’atmosfera che viene creata nell’ambiente.
Una cosa che hai imparato a gestire in questi primi mesi di carriera?
Sto cercando di gestire l’ansia pre esibizione e la disperazione post-show. Molto spesso sono deluso dalla mia performance perché mi rendo conto di avere un bel po’ di carenze. Per fortuna però sono accerchiato da gente che mi sprona a dare sempre il meglio, senza di loro sarei ancora allo stadio primordiale.

Una cosa che non imparerai mai?
Gestire le emozioni. Cercare di farmi passare un momento “no”, andare oltre nelle piccole cose.
Un sogno che hai realizzato?
Finire una canzone.
Un sogno che vuoi realizzare?
Non si dice sennò non si avvera.
Per scrivere meglio un viaggio o la cameretta?
Dipende dal risultato che si vuole ottenere. Generalmente è sempre un viaggio, per cui non c’è bisogno del biglietto. Basta un’emozione o un accordo a far aprire il rubinetto.
Per crescere meglio un palco o uno studio di registrazione?
Il palco. In studio sono tutti bravi.
Dimmi cosa non diventerai mai
Una persona sicura di sé.
Quando vai a letto soddisfatto è perché…
È perché la mia giornata è stata condita con qualcosa di nuovo, un’amicizia o un’esibizione.
Quando ti svegli felice è perché…
Perché non ho fatto incubi, non ho mal di collo o i vicini non mi svegliano con trapano e martello.
Potrebbe questa essere l’estate più bella della tua vita?
Potrebbe essere, ma penso che la migliore sarà la prossima o quella successiva. Vedremo!
Fotoservizio di Christian D’Antonio per The Way Magazine – Gabriele Muselli davanti al murale di Blu ed Ericailcane al Pac di Milano.