Si chiama “IN-VISIBLE. TRA IL VISIBILE E L’INVISIBILE”, l’esposizione che Francesca Polerà ha presentato alla kermesse milanese di artisti off Finché C’è Spazio-Salon des Refusés, durante l’ultima Milano Design Week. Un concetto molto francese che l’organizzazione Metareale ha ripreso dedicando una mostra ad artisti, designe, architetti, fotografi, musicisti e creativi che vogliono dare voce ad un progetto personale non selezionato altrove.
Le curatrici dell’iniziativa, Serena Correale, Barbara Tedeschi e Carolina Sartori, hanno messo assieme gli scartati dai bandi di altre mostre e call e hanno dato loro un interessante fil rouge nella sede dello spazio Canonica a Milano.
L’idea prende ispirazione dal Salon des Refusés ( Salone dei Rifiutati) l’esposizione organizzata nel 1863 da Napoleone III per raccogliere le opere degli artisti rifiutati dal Salon ufficiale, ovvero quello dell’Académie des beaux-arts di Parigi.
La volontà del progetto è proprio quella di superare i canonici vincoli di giudizio, assegnando al progettista stesso la possibilità di compiere la propria selezione, invertendo così i ruoli.
All’interno dell’abitazione privata nel cuore di Milano si sono viste le opere di Daniele Castellani, Alice Capelli, Alessandra Negri, Margherita Citi, Carlo Galli e molti altri, fra cui Francesca Polerá che abbiamo intervistato in merito alla sua Chromogenic Print. “Questa è arte legata al momento di quando la realtà va oltre l’immaginazione, quello straniamento che ti permette di vedere visibile l’invisibile. La Luce, elemento ricorrente nel mio lavoro, porta alla perdita di controllo sul mezzo fotografico, che ti rende autonomo rispetto all’autore. Quello che ne risulta è una fotografia come rivelazione, in grado di superare la percezione visibile e racchiuderti in uno schermo come immagine in grado di generare uno stupore che supera quello reale, il paesaggio acquisisce una componente d’incanto più visionaria e sentimentale in cui la realtà collinetta con l’illusione”.
La sua idea dell’arte? “Un posto dove puoi realizzare e immaginare cose che non esistono, farle venire a galla da un’altra realtà. Risaltare aspetti che mi colpiscono nella quotidianità ‘L’essenziale è invisibile agli occhi, ripeté il Piccolo Principe per ricordarvelo, ciò che vedi rappresenta un’illusione e non rappresenta la realtà”.
Testo e foto a cura di Davide Rock