Nasco ad Arzignano il 28 settembre del 1995. La mia famiglia mi racconta sempre che sin da piccolo ho dimostrato di avere un gran senso del ritmo, ogni volta che sentivo una musica ero subito pronto a battere il tempo; mamma e nonna lo videro subito così decisero di iscrivermi a dei corsi di danza. Iniziai a fare danza all’età di 5 anni e a 11 anni vinsi una borsa di studio per l’Elmhurst School of Dance in associazione con il Birmingham Royal Ballet (UK); studiai in Inghilterra per quasi due anni e poi decisi di rientrare in Italia, dove nel 2009 entrai a far parte della Scuola di Ballo del Teatro alla Scala e dove mi diplomai nel giugno del 2014.
Direi di sì, sacrifici bisogna farne tanti. In primis, lasciare il proprio paese, la propria famiglia e le persone care, lasciare le proprie abitudini non è semplice; io l’ho fatto all’età di 11 anni, quindi ormai ci ho fatto l’abitudine se così si può dire, anche se io non mi abituo mai alla mancanza. La vita del ballerino richiede tanti sacrifici, sin da piccolo ho dedicato gran parte del mio tempo alla danza: due mani alla sbarra, scarpette consumate, e sudore, tanto sudore. Non ho mai avuto tanto tempo libero per uscire con gli amici, divertirmi, ma quelle non sono mai state tra le mie priorità. Allo stesso tempo però, accanto ai sacrifici, la danza mi ha portato e tutt’oggi mi sta portando, in qualsiasi parte del mondo: mi offre l’opportunità di esplorare, vedere, toccare con le mie mani, posti che forse mai avrei pensato di riuscire ad arrivare. Certamente non è sempre semplice riuscire ad adattarsi a nuovi ritmi, case che non sono tue, persone nuove, ma sento di essere molto fortunato perché da ogni esperienza imparo qualcosa di nuovo, qualcosa che mi arricchisce come ballerino ma soprattutto come persona.
La danza classica direi che assolutamente mi mette a contatto con cultura e prestigio, per me la danza è arte e cultra. Penso sia una delle arti che ti insegna a vivere. Ti insegna il rispetto, l’educazione, il rigore e la tenacia. Io ringrazierò sempre la danza perché mi ha formato, mi ha fatto crescere e ancora oggi continua a farlo. La musica pop mi piace, mi piace eccome, ogni tanto mi scateno anche io; la mia vita non è fatta di certo fatta di sola musica classica, anzi, appena esco da quella sala mi metto subito le cuffie e un altro mondo prende vita.