‘Le notti magiche’ di Paolo Virzì non hanno convinto in pieno. Alla Festa del Cinema di Roma il giallo-commedia dei tre aspiranti sceneggiatori, coinvolti nell’omicidio di un noto produttore cinematografico durante la notte della maledetta semifinale contro l’Argentina, non trasmette in pieno l’emozioni di quei giorni, vissuti tra i Mondiali del 1990 e negli uffici di produzioni per lavorare alle sceneggiature. Anzi c’è solamente questo e nient’altro. Il Mondiale di calcio è stato solamente sfiorato e che all’interno della trama rappresenta un contorno di un piatto che poteva esser cucinato meglio di come è stato preparato dal cuoco.
In conferenza stampa il regista, presente con tutto il cast al completo più sceneggiatori e produttori, ha affermato, sul film, che “era una stagione che mi è rimasta dentro e che ci era rimasta dentro. E l’idea tornava puntualmente ad ossessionarmi con certi sogni, certi racconti, certi aneddoti. E mi hanno fatto notare poi che questa idea l’ho svelata dopo aver salutato Ettore Scola”.
Quindi il lungometraggio, più che esaltare quel famoso mese, è più un ricordo personale del regista e sceneggiatori di com’era ‘il dietro le quinte’ del cinema italiano. Anche se più che la verità, i personaggi medesimi sono una vera e propria caricatura, così come gli era stato insegnato.
Durante la conferenza stampa allo stesso Virzì gli sono stati resi ufficiali i numeri non proprio positivi del cinema italiano, il quale sottolineerebbero la classica crisi o comunque la fine del medesimo. “Quando arrivai a Roma, dalla provincia nel 1985, anche già all’epoca si sosteneva che il cinema italiano era morto. Questa questione si rinnova ciclicamente e vedrà che fra qualche anno verrà sempre riproposta questa ‘fine’ del nostro cinema”.
Da parte di uno dei giovani protagonisti della pellicola ha sottolineato, simpaticamente, che ‘Notti Magiche’ è un film d’epoca. D’altronde tutti e tre sono nati proprio dal 1990 in poi.
Le domande sono arrivate anche al grande Giancarlo Giannini che ha risposto: “Preferirei che rispondessero i giovani. Si parla tanto in Italia di lasciare spazio i giovani e allora è giusto che sia così. Io sono il più vecchio, mi conoscete e dico sempre le stesse cose, coma anche Virzì”. Risate generali in sala stampa, ma queste frasi fanno riflettere.
Paolo Virzì ha scritto il film con Francesca Archibugi e Francesco Piccolo. La genesi? Risale al 2016: “Nella camera ardente all’ultimo saluto a Ettore Scola. Lì mi sono reso conto che tutti i grandi se ne stavano andando e volevo tributare loro un pensiero. La loro irriverenza è in questo film”.
Testo a cura di Vincenzo Pepe, inviato The Way Magazine alla Festa del Cinema di Roma.