24 Maggio 2022

Ferragamo, storie di donne in mostra

"Donne in equilibrio - 1955/1965" racconta la vita di Wanda Miletti Ferragamo, morta nel 2018 a Palazzo Spini Feroni di Firenze.

24 Maggio 2022

Ferragamo, storie di donne in mostra

"Donne in equilibrio - 1955/1965" racconta la vita di Wanda Miletti Ferragamo, morta nel 2018 a Palazzo Spini Feroni di Firenze.

24 Maggio 2022

Ferragamo, storie di donne in mostra

"Donne in equilibrio - 1955/1965" racconta la vita di Wanda Miletti Ferragamo, morta nel 2018 a Palazzo Spini Feroni di Firenze.

Un brand di moda che è anche la storia d’Italia. A Firenze, al Museo Salvatore Ferragamo, è stata appena inaugurata la mostra Donne in Equilibrio, omaggio a Wanda Miletti Ferragamo che, dal 1960 fino alla sua morte nel 2018, è stata la guida lungimirante e solida della Maison Salvatore Ferragamo.

Nell’agosto del 1960, alla morte del marito Salvatore, Wanda compie una scelta culturale, nell’accezione ampia del termine, e decide di raccoglierne l’eredità imprenditoriale per trasformare un laboratorio artigianale di calzature da donna in una casa di moda, dove i figli possano dare continuità alla grande dedizione, innovazione e creatività di Salvatore. Così la protagonista raccontava la sua attività: «Non avevo mai lavorato prima in vita mia e quindi non sapevo da che parte cominciare, oltretutto non avevo nessun tipo di preparazione per farlo. Fino ad allora mi ero presa cura della casa e dei bambini, che era ciò a cui si limitava l’educazione per le donne della mia epoca. Ora la famiglia e l’azienda avevano un solo capo, che ero io stessa. Era tutta una sfida per raggiungere l’equilibrio tra la responsabilità di educare i figli e allo stesso tempo imparare il mio nuovo ruolo in azienda. Era quasi un gioco di prestigio di cui divenni esperta. Cercavo di concentrarmi su una nuova linea di prodotto, mentre due secondi dopo dovevo rispondere a tutte le richieste dei miei sei figli. Come vorrei essere ricordata? Soprattutto come mamma, una mamma prestata all’imprenditoria».

La mostra fiorentina vuole far conoscere la sfaccettata e unica essenza di Wanda Ferragamo e al tempo stesso, come avrebbe voluto lei, raccontare la storia di altre donne che tra la fine degli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta hanno coniugato l’affermazione della loro personalità e professionalità con gli affetti familiari.

Lo sguardo è rivolto alla realtà italiana del secondo dopoguerra, momento nel quale maturano molte trasformazioni sociali importanti e dove si osserva una qualificata presenza femminile. I video che si vedono nell’allestimento sono frutto di una ricerca di vita oltre che di professionalità: Una mamma prestata all’imprenditoria; Album di famiglia; Pubblicità e famiglia; La famiglia italiana; Famiglie da copertina; La Senatrice e la virtù (Lina Merlin); Professione indossatrice; La donna in Carosello, a cura di Rocco Gurrieri e Irene Montini Proiezioni del femminile, a cura di Stephen Gundle, Rocco Gurrieri e Irene Montini Vita in famiglia, a cura di Home Movies – Archivio Nazionale del Film di Famiglia, Bologna.

Al centro della mostra anche una curiosa installazione di prototipi di scarpe da donna, provenienti dall’archivio Salvatore Ferragamo, ispirata al primo foulard, progettato da Salvatore Ferragamo insieme all’artista Alvaro Monnini, ma stampato da Ravasi solo dopo la sua morte: sono i modelli delle prime collezioni disegnate da Fiamma, uscite dopo la scomparsa del padre.
Il ritratto di Salvatore Ferragamo, dipinto nel 1949 dall’artista Pietro Annigoni e che Wanda Ferragamo teneva gelosamente nel suo ufficio fa da pendant ad una nuova opera che la ritrae, eseguita dall’artista di fama internazionale Claire Tabouret.

ISPIRAZIONE – C’è la complessa realtà femminile in Italia tra gli anni Cinquanta e Sessanta, periodo in cui Wanda ha cambiato la propria vita. Sono gli anni del cosiddetto “miracolo economico”, un periodo contrassegnato da profondi mutamenti nella società italiana, che abbiamo allargato al decennio 1955-1965, momento nel quale una folla di donne si affaccia nei diversi settori della società italiana; è una realtà in movimento che testimonia il complicato e anche contraddittorio cammino, che non ha portato solo all’affermazione personale di molte, ma ad una maggiore libertà per tutte, contribuendo alla costruzione dell’Italia repubblicana.
La presenza femminile nella storia italiana degli anni cinquanta e sessanta permette inoltre di illuminare almeno alcuni tratti della modernizzazione del Paese, un processo nel quale le donne sono soggetto e oggetto al tempo stesso. Le molte figure femminili che si fanno protagoniste del cambiamento nei differenti campi sociali e professionali intraprendono spesso, nella vita privata, un peculiare cammino alla ricerca di nuovi modelli di esistenza che continua a interrogare il nostro presente, come dimostrano le interviste a giovani donne tra i 18 e i 35 anni, raccolte in un video presente in mostra, a firma di Giorgia Benazzo e la produzione di Rampello & Partners Creative Studio.

Una scenografia come spazio domestico curata da Maurizio Balò
La nuova vita nel decennio 1955-1965, rappresentata dal benessere economico, comincia anche dalla sistemazione degli appartamenti, seppure con le dovute differenze dei ceti sociali.
L’abitazione si trasforma in uno spazio privato, da arredare e personalizzare, nel quale è evidente la tendenza alla separazione degli ambienti, alla creazione di stanze più intime accanto a luoghi più aperti, pratici e funzionali. La casa diventa sempre di più luogo identitario della donna, che se ne appropria e nello stesso tempo vi proietta una parte di sé. Entra in scena la soggettività, il gusto della “padrona di casa”, la sua creatività. Gli arredi, gli oggetti, nonché le pratiche del quotidiano segnalano così alcuni mutamenti che avvengono nelle case degli italiani.
Per questo motivo il progetto di allestimento dello scenografo Maurizio Balò prende ispirazione dallo spazio domestico di una famiglia borghese del periodo, qui rappresentato da una casa di bambole dei primi anni sessanta proveniente dalla Fondazione Paolo Franzini Tibaldeo – Museo del Giocattolo di Cormano (Milano). I temi delle sezioni intendono richiamare le stanze di questa casa ideale: il tinello, la biblioteca, la mansarda, la cucina, il salotto, la camera delle ragazze, il guardaroba.


DONNE IN EQUILIBRIO

Palazzo Spini Feroni
Firenze
20 maggio 2022
18 aprile 2023
Museo Salvatore Ferragamo

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