21 Novembre 2023

Fase: la musica da ascoltare e toccare

Il cantautore torinese presenta al Capodoglio di Torino il suo nuovo brano "Veleno" con lo sculpture show di Francesco Marinaro,

21 Novembre 2023

Fase: la musica da ascoltare e toccare

Il cantautore torinese presenta al Capodoglio di Torino il suo nuovo brano "Veleno" con lo sculpture show di Francesco Marinaro,

21 Novembre 2023

Fase: la musica da ascoltare e toccare

Il cantautore torinese presenta al Capodoglio di Torino il suo nuovo brano "Veleno" con lo sculpture show di Francesco Marinaro,

Il 24 novembre 2023 verrà pubblicato “Veleno” il nuovo brano di Fase (Valerio Urti), cantautore torinese, già conosciuto come frontman del progetto Fase39.

Il titolo stesso della canzone, “Veleno”, simbolicamente richiama l’idea di purificare se stessi da situazioni tossiche e rappresenta la continua lotta contro tutto ciò che limita le emozioni, in cui si cerca di combattere contro ombre e fantasmi senza mai mutare la sensazione e la prospettiva rimanendo imprigionati in una fase senza fine.

Il brano si rivolge a tutti coloro che vogliono essere il proprio antidoto contro il Veleno che ci si auto inietta quotidianamente, come fosse una droga.

Le sonorità sono una fusione tra mondi potenti anni ‘80 e ricerca sonora attuale, scelta questa che caratterizzerà il suono complessivo del prossimo disco.

“Veleno” è una canzone che invita l’ascoltatore a riflettere su di sé, sulle questioni sociali e culturali importanti ed attuali, vestita di una storia d’amore tossica. Sì sottolinea così l’importanza di adattarsi e abbracciare il cambiamento invece di rimanere ancorati al passato.

Per presentare il singolo Fase si è esibito il 19 novembre al Capodoglio di Torino in un suggestivo live nel quale è stato presentato tutto il suo repertorio di singoli fino ad arrivare a quest’ultimo. A seguire ha preso il via un djset suonato da Victor Bomi e dallo stesso Fase e durante il quale si è esibito in uno sculpture show Francesco Marinaro, scultore piemontese che vanta opere esposte in tutto il mondo.

Lesigenza di combattere i propri mostri rimanendo soli con se stessi”, sostiene Valerio, è stata quindi la scintilla che ha dato vita a questo nuovo capitolo firmato Fase e che, ad oggi, conta più di 450.000 stream sulle piattaforme.

Fase, il tuo nome d’arte, Veleno il titolo del tuo brano mi hanno fatto pensare a quella fase della vita nella quale capita di provare quella sensazione di smarrimento che porta quasi a spegnersi dentro come se si fosse ingerito un veleno.  

“Direi che l’immagine che ho voluto trasmettere è arrivata abbastanza nitida. Il veleno della canzone ha diversi significati, può essere inteso come tossico e cioè le relazioni d’amore tossiche o le amicizie tossiche. Penso che, a volte, il “veleno” inteso come restare con l’amaro in bocca possa essere utile nella vita di tutti proprio per rilanciarsi. In molti brani io parlo con me stesso ed in questo racconto ciò che limita le nostre emozioni quando cerchiamo di combattere contro le nostre ombre, fantasmi e contro i nostri famosi scheletri nell’armadio. Bisogna cercare dentro noi l’antidoto a questo veleno perché senza saperlo lo custodiamo già. Veleno è anche uno sfogo personale circa una parte della mia vita che ho voluto raccontare e l’ho raccontato attraverso un amore tossico.”

A volte amore tossico non è soltanto quello che si prova per un’altra persona a volte è tossico anche quello che si prova per se stessi ed è importante fare amicizia con le nostre ombre, fantasmi e scheletri nell’armadio perché sono comunque parti di noi e ci permettono di conoscerci meglio  

“Assolutamenti sì! Veleno è una canzone che invita a riflettere su noi stessi, sulle questioni sociali e culturali vestita da una storia d’amore tossica. La canzone sottolinea l’importanza di adattarsi al cambiamento perché talvolta restiamo fermi al passato perché non vogliamo ascoltare noi stessi. È un invito a spogliarsi da quei vestiti per rimanere nudi e soli con noi stessi. Veleno è il frutto di una serie di emozioni, è una mia storia passata anche se, approcciandomi al testo, mi sono reso conto che non è solo una questione amorosa verso un’altra persona ma è amore per se stessi. I miei brani sono caratterizzati da tematiche mirate, ad esempio nel mio primo brano ho parlato di attacchi di panico ed in Giuda ho parlato della tendenza a tradire noi stessi.” 

Com’è nata l’idea di abbinare la tua arte ad altre forme d’arte e qual è il significato di questa scelta?

“Io sono stato sempre appassionato dall’arte in generale, non soltanto intesa come musica ma anche come pittura, scultura e scrittura. Pensa che, da piccolo quando gli altri andavano in discoteca, io andavo a vedere le mostre di Giuseppe Pellizza da Volpedo. Nel format di presentazione del singolo e dei prossimi che usciranno affiancherò alla forma d’arte della musica un’altra forma d’arte che nel caso di Torino è stata la scultura di Francesco Marinaro, scultore che espone in tutto il mondo e che ha un suo concept di scultura che a me piace molto, lui racconta la vita attraverso le scimmie.”  

La musica ha creato immagini nella mente, poi lo scultore ha preso quelle immagini le ha modellate e le ha rese vere.

“Esatto è un proseguimento, l’ascoltatore vede delle immagini nella mente e poi le può toccare. Infatti la scultura modellata durante l’evento di Torino rappresenta proprio il veleno. Nelle prossime magari sarò affiancato da un pittore o da uno scrittore, più in generale da qualsiasi forma d’arte che possa raccontare ciò che abbiamo dentro.”

Nel prossimo futuro ci sarà un album?

“Assolutamente si! Il 18 gennaio prossimo, a Torino, ci sarà la presentazione dell’album, che uscirà poi il giorno successivo e sarà un album con degli ospiti musicali all’interno. Quindi il 18 gennaio segna  la partenza del tour che si svolgerà poi nei club. Questo format di presentazione dei singoli, di cui parlavamo prima, mi piacerebbe portarlo nell’album infatti stiamo lavorando alla copertina che sarà un ensemble di tutti gli artisti che parteciperanno al progetto. L’album sarà un viaggio alla scoperta di noi stessi perché penso che non si finisca mai di scoprirsi veramente e questo è il filo suo conduttore.”  

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