Ci toccherà fare un bel percorso d’arte questa estate se vogliamo capire la multiforme espressività del genio di Mimmo Paladino. L’artista campano, celebre esponente della Transavanguardia di fine anni 70, è andato ben oltre le sue origini e ha preparato per il mondo una serie di esposizioni di grande rilievo ed esaltante diversità.
PIETRASANTA – In provincia di Lucca, nell’alcova degli artisti internazionali, inaugura la nuova sede della Galleria Giovanni Bonelli. L’esposizione, dal titolo Opere scelte, in programma dal 29 luglio al 10 settembre 2017, presenta 15 tecniche miste su cartone dell’artista campano. In via Nazario Sauro 56 la seconda sede della galleria avrà come ospite Mimmo Paladino (Paduli, BN, 1948), con una mostra panoramica a cura di Flavio Arensi, densa di simbolismo e mistero. Al suo interno, infatti, si incontrano frammenti di figure geometriche, teste e mani, case, numeri, stelle, vasi attraverso un linguaggio che fonde spazio e tempo e rimanda spesso a un universo primitivo e arcano, rivisitato da uno sguardo contemporaneo.
L’alfabeto cui Mimmo Paladino ricorre, si basa sulla cultura arcaica e mediterranea che fonda le proprie radici figurative nell’arte italiana del Quattro e del Cinquecento, da Paolo Uccello, a Piero della Francesca a Leonardo da Vinci, e quelle filosofiche nel neoplatonismo rinascimentale, ma in cui i simboli che riporta sulla superficie, siano essi navi o fiori, case o stelle, richiamano a significati universali che appartengono alla storia minima di ciascun uomo. L’opera di Paladino si manifesta in tutta la sua complessità, svelando la formazione concettuale e analitica, dato imprescindibile di un lavoro pittorico mai casuale, che spazia fra le istanze della tradizione e quelle dell’avanguardia e attinge da culture arcaiche ed extraeuropee.
Nei suoi lavori, il linguaggio dell’arte e la pratica d’artista sembrano essere qualcosa di magico o di sciamanico, il luogo di un rito o di una tragedia. Le sue opere, pur essendo figurative e simboliche, evocano significati e contenuti senza mai svelarne l’origine, ma solo esprimendone l’ombra, la maschera o la traccia archetipica.
Nei cartoni esposti a Pietrasanta s’incontrano, inoltre, rappresentazioni di pianeti, geometrie musicali, riflessioni poetiche sulla condizione dell’uomo, e una tecnica mista e collage su legno del 2013 caratteristico di un lavoro iniziato oltre vent’anni fa e che ha fra i suoi più interessanti risultati il trittico del 1999, oggi conservato al Museo di Rivoli.
BRESCIA – Si intitola Ouverture la personale di Paladino a Brescia, che fa parte di un percorso artistico concertato come un viaggio a ritroso da Brescia a Brixia, attraverso la mediazione e la sensibilità di un grande artista del presente. L’itinerario a cura di Luigi Di Corato è così descritto da Massimo Minini, presidente di Fondazione Brescia Musei: “Vorremmo che ogni anno un artista internazionale sia chiamato a svelare un nuovo punto di vista sullo spazio urbano del centro storico bresciano, grazie al dialogo tra le opere selezionate per l’occasione e i luoghi che le accoglieranno. Il risultato che vorremmo ottenere sarà un percorso d’artista”.
Dell’artista, Luigi Di Corato, direttore di Brescia Musei e curatore della mostra dice: “Ha la capacità di alimentare la storia, trasformando i simboli della cultura figurativa del mediterraneo, dagli archetipi al Novecento”. Paladino è personalmente legato a Brescia. Qui, ben quarant’anni fa, tenne la sua prima personale importante, momento fondamentale per la sua carriera di artista oggi di fama mondiale.
Il percorso “firmato Paladino” si espande da Piazza della Vittoria, simbolo ancora discusso ma oramai affrancato della retorica piacentiniana, tra Piazza della Loggia, sede della amministrativa città, e il Duomo Vecchio. Qui ha posizionato sei totem della sua poetica. Per info qui.