Per le loro visioni aperte, per il loro senso dello spettacolo, e per la loro vicinanza allo spirito no gender dell’Eurovision possiamo affermare che Duncan Laurence, vincitore olandese del contest, e Mahmood, trionfatore al televoto arrivato secondo con “Soldi”, sono i figli di Madonna.
Mahmood si è anche prodigato in un lungo apprezzamento con la stampa per la performance della regina del pop, che ha ricevuto un backlash senza precedenti, ma che è sostanzialmente servita a dare il tocco di globalità a una rassegna che spesso è definita kitsch e basta.
Madonna ha tributato al 30esimo anniversario di Like A Prayer (con uno spoiler indesiderato durante un’intervista pre-registrata mandata in onda minuti prima dell’esibizione) l’apertura della sua performance. In un’ambiziosa coreografia che riprendeva le atmosfere di quanto portato in scena al Met Gala lo scorso anno (ma lì non c’era l’eurovisione), la diva a suon di 1,2 milioni di euro è scesa dalle scale con un manipolo di incappucciati, ha cantato come ha potuto e l’intonazione non è stata delle migliori. Ma niente di deprecabile. Piuttosto, l’idea di avere Quavo in un playback su Future, il nuovo brano (chissà se sarà singolo?) che si ispira al reggae, ha tenuto tutti molto prudenti sulle sorti del suo nuovo album Madame X. Abbiamo avuto l’esordio latin, il prosieguo electro ora tocca al reggae. Insomma, non si sa questo disco dove vuole andare e gli episodici assaggi continuano a gridare vendetta sul fronte dell’originalità perduta.
Unico passaggio comprensibile di tutti i sette minuti di performance: la scritta Wake Up sul finale, un monito, immaginiamo, per tutti i presenti e gli ascoltatori.
Non si può certo dire che l’inventiva sia il sale della vittoria dell’Olanda. Duncan Laurence ha vinto il ESC 2019 per i Paesi Bassi sulla scorta di una ballad a metà tra Il Volo e i Coldplay, ampiamente previsto anche dal nostro inviato qui.
Il cantante e autore olandese ha vinto la gara seguito da Italia e Russia, dopo una settimana sempre tra i favoriti per i Bookmakers che lo hanno considerato il vincitore imprendibile con la sua ballad “ARCADE”.
Era da 44 anni che i Paesi Bassi non vincevano l’Eurovision Song Contest e saranno loro ad ospitare la manifestazione il prossimo anno. “Arcade“, brano di debutto del 25enne olandese e ora disponibile per la programmazione radiofonica, è stato prodotto da Wouter Hardy, missato da Cenzo Townshend (Snow Patrol, U2, Florence + The Machine) e masterizzato ai leggendari Abbey Road Studios, ha totalizzato oltre 20 milioni di stream globali.
Il video ufficiale ha totalizzato più di 10 milioni di views su Youtube ed è entrato nella Top200 Global di Spotify. “Arcade” è stato certificato Platino nei Paesi Bassi e l’Award sarà consegnato oggi a Ducan.
MAHMOOD – La vera affermazione a sorpresa è quella di Mahmood, l’italianissimo giovane che ha vinto Sanremo e con tutte le pressioni della vigilia e le incertezze è riuscito ad arrivare al secondo posto inaspettatamente. Si tratta del miglior piazzamento del nostro Paese all’Eurovision da quando Toto Cutugno arrivò primo nel 1990 con “Insieme:1992”. Ma quelli erano gli anni che la Rai manco lo trasmetteva il festival europeo della canzone. Oggi c’è molta più attenzione e Mahmood ha avuto il merito di riaccendere i riflettori sul nuovo It Pop, la canzone come si fa in Italia di questi tempi, che rompe con la tradizione e innova, e qualche volta ha pure successo all’estero.
Vedremo come verrà accolto il remix di “Soldi” a opera di Sagi Kariv, molto popolare nella comunità gay internazionale. Quello di Benny Benassi non ha fatto sfaceli appena uscito. Al momento la canzone sta godendo di un’inaspettata rinascita nei mercati europei ed è in classifica anche in Israele. E tutto questo lasciando testo e musica così com’è, in italiano. Sono soddisfazioni.