Fino al 29 gennaio 2023 lo Spazio Alda Merini di Milano ospiterà “Dario Fo, Il Maestro dei Pennelli”, una mostra di alcuni dipinti e disegni che il Premio Nobel realizzò a Casa Grassi a Cesenatico. Evento molto importante anche alla luce del fatto che lo stesso Dario Fo avrebbe voluto venisse assegnato il Nobel per la Letteratura ad Alda Merini, segnalandola all’Accademia di Svezia.
“Dario Fo, Il Maestro dei Pennelli”, una mostra di alcuni dipinti e disegni che il Premio Nobel realizzò a Casa Grassi a Cesenatico.
Un evento molto importante anche alla luce del fatto che lo stesso Dario Fo avrebbe voluto venisse
assegnato il Nobel per la Letteratura ad Alda Merini, segnalandola all’Accademia di Svezia.
«Tutto il mondo conosce Dario Fo, il suo straordinario e giullaresco talento, la sua intelligenza brillante
e la sua vicinanza, tanto umana quanto concreta, alle persone meno fortunate e più disagiate, a quella
parte di mondo che rischiava (e rischia sempre) di essere sopraffatta dalla sofferenza.» ha dichiarato
l’Assessore alla Cultura Tommaso Sacchi, continuando «Ma pochi conoscono il suo talento di pittore e
disegnatore, che in realtà è stata una parte importante della sua creatività. Milano gli ha dedicato una
mostra a Palazzo Reale dieci anni fa, con lui c’era ancora Franca. Ricordo ancora l’inaugurazione con gli
amici di sempre: Enzo Jannacci, Adriano Celentano, Enrico Intra e Franco Cerri, che hanno cantato con
lui e per lui. Lì abbiamo scoperto il Fo pittore, che usava i colori per dare forma alle sue invenzioni, per
disegnare il contesto dei suoi spettacoli, per rappresentare la realtà vista attraverso i suoi occhi. Siamo
quindi felici che uno Spazio come questo, dedicato a una Poetessa che ha sfiorato più volte
l’emarginazione, ospiti oggi i disegni e le tele realizzati da Dario, che l’aveva segnalata al Comitato per
l’assegnazione del Premio Nobel proprio riconoscendo in lei quello straordinario ‘impasto’ di fragilità e
talento che consegna gli artisti alla storia».
«Dario Fo è un Maestro che insieme a Franca Rame ha dedicato la sua vita all’Arte e alle cause degli
ultimi. Ricordare il Maestro nelle sue numerose e generose visite e performance nel carcere di San
Vittore mi riporta a momenti indimenticabili, a emozioni condivise con i detenuti e le detenute, il
personale tutto, la direzione, in momenti che hanno testimoniato il lavoro del CETEC negli anni dedicati
al teatro recluso come quelli di un convivio di artisti, in una Libera Università del Teatro. La stessa
Merini veniva a raccontarsi nella biblioteca della sezione femminile accompagnata dai suoi amici.
Alcune delle sue figlie ci sono tornate per vedere anche i nostri spettacoli nella stessa biblioteca della
sezione femminile dove la loro mamma aveva letto le sue poesie; ora le detenute ne hanno registrate
alcune in una installazione sonora preziosa che si può sentire Fuori, nella sua stanza museo “Alda Merini
Ad alta voce”, le voci di dentro accompagnano una visita silenziosa ai suoi ricordi, alla sua mobilia
riallestita nell’ex-tabaccheria di via Magolfa. A tenere invece compagnia alle donne recluse, appesa in
biblioteca, una litografia autografata di un “Cenacolo di donne” donato dal Maestro Fo nella sua ultima
visita a San Vittore». Così le parole di Donatella Massimilla, Ambrogino d’oro alcuni anni fa per il suo
lavoro di regista nei luoghi di confine, ora direttrice artistica dello Spazio Alda Merini.
Lo stesso Bar Charlie, il pianobar sui Navigli dove la poetessa passava le sue giornate scrivendo,
suonando e incontrando le persone a lei care, è stato trasferito dentro lo Spazio Alda Merini, e, oltre ad
essere un caffè letterario, è anche, con il contributo della Fondazione Prosolidar, contesto di
reinserimento sociale e lavorativo per donne che fuoriescono da situazioni di violenza e reclusione.
Ecco quindi che Spazio Alda Merini e Bar Charlie ben si integrano con le battaglie politiche e sociali
condotte negli anni da Dario Fo e Franca Rame, alla loro difesa di deboli, emarginati e oppressi.
Battaglie che ben si evincono dal libro di Fabio Grassi, “Dario Fo, il Maestro dei pennelli. Come il
Premio Nobel dipingeva il suo teatro” (il Randagio Edizioni) e dalla mostra collegata. Esposizione
che, durante l’intera estate 2022, è stata allestita presso la Galleria Leonardo di Cesenatico e visitata
da oltre 6mila persone.
Il volume – già presentato al Salone del Libro di Torino nel maggio scorso e a novembre per BookCity
allo Spazio Alda Merini – non è un semplice catalogo ma un vero e proprio libro arricchito di foto,
curiosità e di uno studio su come il premio Nobel disegnasse il suo teatro prima di portarlo in scena.
Dipinti, bozzetti di scena, disegni che Dario Fo regalò, negli anni, al suo amico Primo Grassi, sindaco
di Cesenatico e ricordato quale ‘inventore’ del turismo della Riviera Romagnola. Spezzoni di trame
teatrali, racconti di lotte operaie, bombe e stragi di Stato, difesa dei deboli e degli oppressi, speculazioni
edilizie, chiusura dei manicomi, opere rossiniane, il Cile di Allende e di Victor Jara, la morte di Pinelli.
La trama del libro accompagna il lettore a riesaminare le battaglie sociali e politiche condotte da Dario
Fo e Franca Rame attraverso il teatro politico con ironia e determinazione e contiene storie e dipinti
legati a tecniche teatrali, geometrie e armonie, maschere greche e canti siculi, ma anche connessi a
Jannacci, Cochi e Renato, De André, Carlin Petrini, al delfinario di Cesenatico.
Dario Fo è stato ospite più volte nel Carcere di San Vittore, anche invitato dal CETEC, spesso con lui
c’era Franca Rame. Il suo impegno civile e il suo spirito libero lo ha sempre fatto sentire vicino alle
persone che dentro un luogo recluso, attraverso le arti e il teatro, trovano forza di riscatto e costruiscono
il proprio reinserimento sociale e lavorativo.
Anche per questo ci sarà una presentazione del Libro e delle slide dei quadri della Mostra in un apposito
incontro Dentro il carcere di San Vittore, dove memorabile fu proprio un Natale, nella Chiesa della
sezione femminile, dove mise in scena il suo famoso monologo di San Francesco accompagnato
dall’orchestra di bambini violinisti, gli archistorti di Reggio Emilia.
«Noi italiani dobbiamo recuperare la coscienza del nostro valore e impegnarci per rivalutare la nostra
grande tradizione culturale anche e soprattutto nei luoghi della sofferenza, dove l’arte è enormemente
necessaria. San Vittore è senz’altro all’avanguardia in questo senso in quanto ospita la Libera Università
del Teatro a cura del CETEC»… Dario Fo, lettera inedita alla Direzione del carcere e al CETEC.