Una grande mostra a cura di Enrico Crispolti e una inedita video installazione di Studio Azzurro hanno inaugurato il nuovo spazio per l’arte contemporanea ideato da Ovidio Jacorossi a Roma. Si chiama Musia, insiste su 1.000 metri quadrati con vocazione polifunzionale, dalle arti visive al laboratorio culturale sino all’enogastronomia ristrutturati su progetto dell’architetto Carlo Jacoponi e sviluppati attraverso la stratificazione di elementi architettonici di epoche diverse, dall’età romana al Rinascimento, nel centro storico della Capitale.
La mostra inaugurale Dal Simbolismo all’Astrazione. Il primo Novecento a Roma nella Collezione Jacorossi è visibile alla Galleria 7, curata da Enrico Crispolti in collaborazione con Giulia Tulino, e presenta circa cinquanta opere della Collezione Jacorossi articolate entro il quadro di una rigorosa ricostruzione storica delle vicende delle arti plastiche a Roma nella prima metà del Novecento per suggerire la libertà di una “deriva storico-critica” – d’eco “situazionista” – attraverso opere diversamente significative, di autori noti – da De Carolis, Balla, Martini, a Cagli, Leoncillo, Colla, Afro – o piuttosto inattesi – fra Bargellini, Edita Broglio, Di Cocco, i Ferrazzi, Janni.
Si tratta di una delle più note e dinamiche collezioni romane d’arte contemporanea. Affianca il progetto espositivo il catalogo, pubblicato da De Luca Editori d’Arte, che contiene i saggi critici di Enrico Crispolti e di Giulia Tulino, le schede delle opere esposte, una conversazione di Ovidio Jacorossi con Paolo Di Paolo, un testo evocativo di atmosfere romane di Marco Lodoli e una testimonianza di Giuseppe De Rita.
C’è poi l’opera site-specific nel suggestivo spazio delle Sale di Pompeo, situato sui resti dell’omonimo Teatro romano, una video installazione di Studio Azzurro dal titolo IL TEATRO DI POMPEO: un dramma (durata 18 minuti) per 4 stanze e 9 schermi, che crea un ambiente video concepito appositamente per MUSIA.
Nelle sale in mattone a vista, cariche di storia e di un’atmosfera che rievoca immediatamente l’antica romanità, si sviluppa il dramma dell’assassinio di Cesare. Nulla lascia presagire l’evento epocale, il visitatore scende alcuni gradini accolto da un affresco animato, a tema mitologico.
Musia si trova in via dei Chiavari a Roma, luogo-simbolo della famiglia Jacorossi: è qui infatti che il nonno Agostino iniziò nel 1922 l’avventura imprenditoriale con un piccolo negozio di carbone. Concepita come uno spazio di quartiere nel centro storico romano, ma con uno sguardo rivolto all’Europa, Musia avvierà iniziative che mettano in relazione l’arte contemporanea con discipline affini come la moda, la musica e l’architettura.
Lo spazio è composto dall’insieme articolato di vari ambienti – disposti su tre livelli e dotati di due ingressi su Via dei Chiavari (al civico 7 e al 9) – che comprendono: la Galleria 7, dedicata all’esposizione di opere della collezione Jacorossi, con affaccio sul Cortile cinquecentesco attribuito a Baldassarre Peruzzi; la Cucina (coffee &food); la terrazza interna; il Wine bar; le Sale di Pompeo; la Galleria 9 dedicata invece alla vendita di opere d’arte, fotografia e oggetti di design. Cruciale anche la presenza dello chef Ben Hirst, laureato in storia dell’arte alla Manchester University.