La chiama “London’s street of sound” Peter Watts nel suo bel libro: Denmark Street è dove il mito di SoHo, il quartiere londinese del West End, è nato e cresciuto.
L’importanza della strada era tale che il Melody Maker e il New Musical Express furono entrambi fondati qui.
Il periodo di massimo splendore della strada fu tuttavia gli anni ’60, quando i musicisti acquistavano chitarre tra manager ed editori in visita o registravano in uno degli studi. I Rolling Stones e i Kinks vennero qui, così come Donovan e Jimmy Page, Eric Clapton ed Elton John, Jimi Hendrix e Jeff Beck. Un locale popolare era La Gioconda, un caffè/bar frequentato prima o poi dalla maggior parte dei membri della nascente rivoluzione R&B: si diceva che David Bowie vivesse praticamente lì.
Negli anni successivi, la strada perse d’importanza, anche se quando Malcolm McLaren era alla ricerca di uno spazio per le prove dei Sex Pistols fu felice di trovare spazio in Denmark Street, installando i suoi nuovi arrivati nel cuore dell’industria musicale tradizionale come i soldati greci all’interno del Cavallo di Troia.
La strada continua le sue associazioni musicali, principalmente sotto forma di numerosi negozi di strumenti. Resta da vedere per quanto tempo riuscirà a conservare questa eredità di fronte alle rapaci richieste del mercato immobiliare londinese combinate con il modo in cui suoniamo e consumiamo musica.
La storia di Denmark Street, la strada del suono di Londra, è la storia della musica popolare in Gran Bretagna e delle persone che la producevano, la compravano e la vendevano.
In onore di questo passato che alimenta anche il presente, una mostra fotografica è stata di recente allestita a Flitcroft Street, sempre nel West End, in un nuovo locale che si chiamerà Meanwhile. L’ha allestita Sean McLusky che fa parte del team di Farsight Collective e traccia l’evoluzione della musica e dei locali notturni nel West End nel corso dell’ultimo secolo. Ma è anche uno sguardo sulle comunità che in questa parte centralissima di Londra hanno vissuto e continuano a convivere. Edonismo, divertimento e anche istanze sociali in un quartiere che negli anni Trenta del Novecento era conosciuto come Little Tokyo. Qui sorgeva la pionieristica e clandestina discoteca frequentata dai gay ante-litteram conosciuta con il nome di Billie’s. A fornire foto per la mostra, il grande archivio di Dave Swindells, che ha lavorato dagli anni 80 ai 2000 alla documentazione della vita notturna londinese (era editor di Time Out). Altro materiale fotografico riscoperto appartiene alle carriere di Derek Ridgers, Ray Stevenson e Normski.
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