Cose meravigliose succedono quando siamo di fronte a una fotografia d’arte che allo stesso tempo rappresenta anche un’epoca. Scopriamo ossessioni comuni tra loro, l’approccio stilistico a varie questioni sociali. Queste connessioni possono far luce su una certa pratica, in un determinato momento storico, o al contrario mostrare la vicinanza di visioni lontane nel tempo. Le immagini esposte in una intensa mostra al Centre Pompidou di Parigi fino al 24 marzo 2024 (“Corps à Corps”, una collettiva) sollevano interrogativi anche sulla responsabilità del fotografo. La mostra riunice più di cinquecento fotografie e documenti prodotti da circa centoventi fotografi storici e contemporanei. Così “Corps à corps” offre uno sguardo unico sulle rappresentazioni fotografiche della razza umana nei secoli XX e XXI. categorie tradizionali di studio come “il ritratto”, “l’autoritratto”, “il nudo” o anche la fotografia cosiddetta “umanista”. Rivela particolarità, modi di vedere “fotografici” e rende visibili le corrispondenze tra artisti.
Un incontro tra due collezioni d’eccezione: quella pubblica del Museo Nazionale d’Arte Moderna, Centre Pompidou, e quella privata del collezionista e uomo di cinema Marin Karmitz.
La collezione di fotografie del Centre Pompidou è diventata in quasi cinquant’anni una delle più importanti al mondo. Con più di 40.000 stampe e 60.000 negativi, è composto da grandi collezioni storiche (Man Ray, Brassaï, Constantin Brancusi o Dora Maar) e comprende numerosi gruppi di figure essenziali del XX secolo, nonché importanti corpi di creazione contemporanea.
Da diversi decenni Marin Karmitz è affascinato dalla creazione, in tutte le sue forme. La sua collezione fotografica rivela un immutabile interesse per la rappresentazione del mondo e di coloro che lo abitano. Ci sono foto anche dei grandi personaggi dell’avanguardia, come Stanisław Ignacy Witkiewicz, di cui Marin Karmitz ha recentemente donato un importante insieme di opere al Centre Pompidou.
Fotoracconto da Parigi: Andrea Agostinelli per The Way Magazine