Se parliamo di Boyband, in Europa magari ce ne sono state di più grandi (New Kids on the Block e Take That) ma loro, i Backstreet Boys hanno venduto più di tutte: 130 milioni di dischi, in iun momento, fine anni 90 in cui l’escalation della pirateria web era ancora tenuta a bada. Oggi, a partire da uno spot di Super Bowl per Doritos, dove Chance The Rapper giocava a fare il 6° Backstreet boy, il quintetto americano ritorna nella coscienza collettiva globale, pur giurando di non aver mai appeso il microfono al chiodo. Solo che qualcuno se n’era andato (Kevin Richardson) e ora è tornato per l’album della rentrée, DNA, che ha fruttato anche una nomination come best performance agli ultimi Grammy (Don’t Go Breaking My Heart).
Il rapper prima menzionato, intanto, ha fatto un remix del brano “I Want It That Way“. Il progetto corale Pub Choir, organizzato da Astrid Jorgensen, Waveney Yasso e Meg Bartholomew, ha scelto proprio quel brano del 1999 per un’impresa da record: dividerlo in armonia di tre parti e farlo cantare il mese scorso da una folla di sconosciuti. Così 1500 persone si sono uniti per il video girato da Sleepy Mountain Films che sta facendo il giro del mondo.
Il risultato è che un paio di settimane fa “DNA” è andato in testa alla classifica americana Billboard, la più importante del mondo, vendendo circa 300mila copie.
L’ultima volta che i Backstreet Boys hanno registrato un album n. 1, nell’autunno del 2000, le vendite di CD erano al loro picco commerciale e iTunes non esisteva (e manco i talent show musicali). Con i membri della band attorno ai 40 anni, il grosso delle vendite si deve al “combo” di biglietti per il tour estivo e album. L’ultimo numero uno l’avevano avuto con “Black & Blue” che aveva venduto 1,6 milioni di copie nella sua prima settimana in vendita a novembre 2000.