Un posto talmente iconico che anche gli inviti alle anteprima sono stato oggetto di mostre d’arte. 10 Corso Como a Milano da 25 anni è il place-to-be della fashion crowd da ogni parte del mondo. Il luogo di arte, cultura, moda ed eventi è diventato nel tempo un punto di riferimento e di stile, ispirando da Milano anche aperture nel mondo. Ora, la Galleria 10 Corso Como apre al pubblico “Gut”, la più ampia mostra personale sino a ora dedicata al lavoro dell’artista statunitense Talia Chetrit, curata da Alessandro Rabottini e Anna Castelli.
E lo fa all’indomani di un rinnovato progetto di interni che ha ammaliato i fortunati che hanno già visto lo spazio ripensato lo scorso febbraio, compreso dehor, giardino, sale espositive e negozio di high-end fashion. Il luogo che ha generato anche collezioni di accessori, colonne sonore musicali e gadget ammiratissimi nel mondo, negli anni Novanta fu pensato da Carla Sozzani e nel 2019 è stato rilevato dalla holding Exor di Tiziana Fausti. Oggi si presenta più moderno e fruibile (con tanto di scala interna da instagrammare) oggi è stato ripensato da 2050+, lo studio interdisciplinare fondato da Ippolito Pestellini Laparelli, appositamente per stupire i visitatori da tutto il mondo. Conserva la sua natura di cortile da casa di ringhiera milanese. Ma al suo interno è all’avanguardia e in linea con lo stile dell’abitare che verrà.
Nell’ultima occasione modaiola, la mostra di 10 Corso Como si è incentrata tutta sull’opera di Talia Chetrit , continuando nel solco della scoperta e curatela di creatività di grande respiro. L’esposizione, visibile fino al 17 novembre 2024, ha riunito opere realizzate nell’arco di trent’anni, dal 1994 al 2023, ponendo in dialogo momenti differenti della sua ricerca artistica e della sua vita. Autoritratti, scene familiari, nature morte e fotografia di strada; nessun soggetto è escluso dalla pratica artistica di Chetrit, che si interroga sull’attuale validità dei “generi fotografici”, infondendo nelle immagini il candore della fragilità e il senso della provocazione e sollevando interrogativi intorno ai temi della rappresentazione del sé, della sessualità e delle dinamiche di potere. Le sue immagini – tanto poetiche e provocatorie quanto attentamente elaborate – combinano intensità emotiva e qualità compositive: sono un esercizio critico su cosa significhi guardare un’immagine e su cosa si provi nel mettersi in posa per l’obiettivo, un’indagine sulle implicazioni formali del gesto di inquadrare e sulle dinamiche psicologiche che emergono quando diventiamo il soggetto dell’inquadratura.
Fotoservizio: 10 Corso Como, Talia Chetrit’s Gut exhibition credit Jacopo Menzani
