Cantautore nel vecchio senso della parola, italiano fino al midollo, nella tradizione, contro le mode e i trend passeggeri. Mattia Bellegrandi in arte Briga è alla soglia dei 30 anni un uomo diverso, che si appresta l’anno prossimo a festeggiare i 10 anni di canzoni.
Classe 1989, emerso dal talent show di Maria De Filippi Amici nel 2015, ha pubblicato tre dischi partendo dall’urban per arrivare a questo quarto, di cui ci parla oggi, che ha uno stile molto diverso.
L’ex rapper ha effettuato con successo la transizione da fenomeno giovanile ad autore credibile dei suoi pezzi. Ora esce il disco “Che Cosa Ci Siamo Fatti”, un album pieno di chitarre e vocals intimisti, pop italiano “come lo sono Tiziano Ferro e Gianluca Grignani, io sono in quella lega lì”, dice orgoglioso presentando la sua creatura, frutto di anni di impegno.
ISPIRAZIONE – “Mi sono ispirato vocalmente, mi dicono gli altri, a Claudio Baglioni e Umberto Tozzi. Per me è un onore, sono artisti che ammiro. Ma non voglio assomigliare a nessuno, voglio essere su un podio che mi permette di essere da solo e riconoscibile”.
PAURA – “L’arte arriva dalla paura, dal rischio. Io me ne sono infischiato delle mode e degli arrangiamenti che vanno in radio in questo periodo. Questo disco nasce da un’esigenza, che è quella mia di raccontare la generazione di oggi e il disagio nella comunicazione. Fa paura, anche quando l’ho fatto ascoltare per la prima volta ai miei discografici. Ma è un rischio che va preso, bisognava farlo a questo punto della mia carriera”.
SUCCESSO – “Non sono entrato ad Amici per avere successo, ma perché speravo di poter imparare a comunicare, a dire quello che volevo a tante persone. Il fatto che sia un abile comunicatore lo so, mi pone a un livello superiore rispetto a tanta gente. Solo che con la vita che faccio, mi capita sempre più spesso di essere un ascoltatore disattento. Vorrei lavorare su questo, imparare ad ascoltare di più e a stancarmi di meno quando le persone che mi stanno attorno non catturano immediatamente la mia attenzione”.
VIDEO – ““Il video nasce da una mia idea che si sviluppa sotto la regia dei “Trilathera”. Per questo nuovo album ho scelto di stravolgere il mio stile musicale e di assecondare questo cambiamento su tutto il piano della comunicazione, anche e soprattutto a livello iconografico. Già dagli shooting effettuati con i quali ho deciso di lanciare il mio nuovo progetto discografico, emerge la volontà di rimarcare l’idea di concept-album, con la scelta di location suggestive ed evocative come un supermarket notturno, una piscina vuota o un vecchio tram degli anni 50. Per questo video mi sono proposto di non voler scrivere una vera e propria sceneggiatura, ma di lasciar spazio ad un susseguirsi di immagini confuse, altalenanti e sporche, come i miei stadi d’animo”.