Un percorso fotografico lungo oltre cent’anni, scandito sia dagli eventi che hanno collocato la città di Trieste al centro dello scenario internazionale, sia dalle tappe del suo sviluppo economico, demografico, sociale e culturale. Una lunga storia vista attraverso il filtro privilegiato della famiglia Wulz, che per più di un secolo gestì l’omonimo atelier fotografico triestino. È Fotografia Wulz. Trieste, la famiglia, l’atelier la mostra che si inaugura al Magazzino delle Idee di Trieste il 13 dicembre alle ore18:00, curata da Antonio Giusa e Federica Muzzarelli.
L’esposizione rimarrà aperta al pubblico dal 14 dicembre 2024 fino al 27 aprile 2025, inserendosi così nel palinsesto di “GO!2025&Friends”, il cartellone di eventi collegato al programma ufficiale di “GO!2025 Nova Gorica – Gorizia Capitale europea della Cultura”.
Attraverso quasi trecento pezzi, tra stampe fotografiche, negativi, documenti e oggetti dell’archivio dello Studio fotografico Wulz, la mostraci restituisce una Trieste per certi versi inedita, una città calata in un periodo storico cruciale per la sua evoluzione, quello che va dalla seconda metà dell’800 alla seconda del ‘900.Ma Fotografia Wulz è anche una storia familiare, un viaggio attraverso diverse generazioni vissute nel cuore del loro atelier, un cammino che va dalle sperimentazioni di Giuseppe Wulz a quelle delle sorelle Wanda e Marion, che con il loro lavoro sono diventate protagoniste dell’avanguardia artistica del Novecento, promuovendo anche l’affermazione sociale delle donne.
In mostra sono documentati i progressivi mutamenti dell’identità delle donne, che nei primi decenni del Novecento intrapresero una delle fasi più importanti del loro percorso di emancipazione e indipendenza. Consacrata unica donna fotografa del Futurismo italiano nella mostra organizzata nel 1932 a Trieste, Wanda ha goduto di una giusta fama mondiale concentrata sull’icona di Io + Gatto, di cui sono esposte le lastre negative originali.
Il percorso espositivo ricostruisce le vicende che portarono all’esperienza futurista di Wanda, ma ne allarga le prospettive alla sinergia creativa stabilita anzitutto con Marion e con l’amica designer e artista Anita Pittoni, con le quali dette vita a performances fotografiche intessute di idee anticonformiste e di sperimentazione artistica.
Wanda e Marion, oltre a fotografarsi reciprocamente, usano la fotografia per ritrarre altre donne moderne, che così hanno lasciato nell’archivio Wulz la traccia del loro uso del corpo libero e dinamico in qualità di donne, di sportive, ballerine, ginnaste e danzatrici, artiste, poetesse, scrittrici e attrici. La storia fotografica della famiglia Wulz ci mette a disposizione un prezioso strumento per conoscere l’evoluzione del mondo e della società dall’800 al ‘900, ponendo al centro la città di Trieste e le sue trasformazioni. Una mostra, Fotografia Wulz. Trieste, la famiglia, l’atelier che riavvicina Trieste all’archivio di questo storico Atelier e ai suoi protagonisti, consentendone inoltre nuove prospettive di studio e metodologie interpretative, per una lettura inedita della loro produzione fotografica.
In foto di apertura: Il palazzo municipale di Trieste in un giorno di mercato, 1876 circa. La foto di Giuseppe Wulz è esposta alla mostra che racconta tre generazioni dedicate alla fotografia dello Studio Wulz.