Il 30 ottobre, è uscito “Facile”, il nuovo album da solita di Davide “BOOSTA” Dileo (tastierista e co-fondatore dei Subsonica) disponibile in formato CD, Vinile e su tutte le piattaforme digitali (per l’etichetta Warner Music Italy).
“Facile” è un disco suonato con gli strumenti. Un racconto intimo, che non ha fretta né ansia. Composto, arrangiato e suonato interamente da “Boosta”, l’album è figlio delle ispirazioni e delle suggestioni scaturite nei mesi scorsi (tra i più strani e dolorosi per l’umanità) ed è cresciuto nel silenzio del Torino Recording Club, lo spazio privato di Boosta. Il disco contiene al suo interno 12 composizioni inedite nate dall’unione di melodie, pianoforti ed elettronica.
«Questo disco esce perché, nel dramma di questa pandemia, si è aperta questa finestra di possibilità – racconta “Boosta” -, la musica strumentale mi ha sempre appassionato e facendo il musicista per passione, stando nella mia piccola officina a suonare, ho sempre avuto una predilezione per il suono e per il concetto di colonna sonora motivo per cui tutto può avere un suono. Quando è iniziato il lockdown con i Subsonica eravamo in tour sui palchi dei Club con “Microchip Temporale”, poi tutto si è fermato e l’unica cosa che so fare, spero e mi auguro bene, è fare musica quindi ho colto il momento ed ho lavorato a questo progetto che rappresenta un progetto di vita. Questa mi piacerebbe fosse la seconda parte o una parte importante della seconda metà della mia esistenza, posto che duri un tempo lecito»
Ho ascoltato il tuo album ed in particolare il brano “Fiducia”. Sin dalle prime note ho percepito “attesa” poi nell’ultimo minuto è come se l’attesa stia per finire e poi negli ultimi secondi decidi di non fidarti. Tu cosa hai voluto trasmettere con questo brano e credi che per fidarsi davvero di qualcuno sia necessario attendere? Sartre disse che la Fiducia si guadagna goccia a goccia ma si perde a litri…
«Sono contento che tu abbia la tua visione del pezzo perché la musica serve a questo ed io ci credo veramente tantissimo. Pensandoci alla tua domanda faccio un discorso un po’ più in generale: questo è un disco insicuro e per certi versi rassicurante perché è un disco abbastanza dilatato ed anche se ha delle melodie queste non sono mai forti e arroganti, non è balbuziente ed è piuttosto delicato è accennato, il tratto è ancora a matita e questo mi piace molto. Per questo disco ho scritto molti pezzi che erano nella playlist lunga e c’erano dei pezzi che erano effettivamente delle “canzoni”, armonia e melodia con un rapporto ben definito. Mi sono accorto, compilando poi la tracklist del disco, che continuavo a togliere i pezzi più dichiaratamente “pezzi” lasciando più spazio al suono quindi posso pensare che non sia una mancanza di fiducia ma sicuramente l’ammissione di una mancanza di certezze perché il momento storico è complicato perché anche umanamente, sempre senza riferirsi in continuazione a quello che ti succede intorno pur essendoci probabilmente il riverbero, non mi sento perfettamente definito e non penso neanche di averne bisogno adesso o magari sono in cerca di un percorso ed è come se ci fosse quel senso di “lastra sottile” per cui da un momento all’altro si potrebbe spezzare. Non ho voluto mettere canzoni più chiaramente “canzoni” perché non ne avevo bisogno adesso nonostante avessi dei pezzi davvero molto belli, delle bellissime melodie però non sarebbe stato questo il momento e in questo credo di essere stato molto onesto».
“Facile” è un disco che ha, nel suo DNA, la predisposizione ad accompagnare gli stati d’animo, perché Boosta, per primo, l’ha composto sfruttando il proprio. «L’ascoltatore, come sempre dovrebbe essere, ne farà l’uso che preferisce – racconta Davide “BOOSTA” Dileo – La musica è importante. Forse non accenderà più rivoluzioni culturali e sociali come succedeva nel secolo scorso. Ma rimane uno degli strumenti più potenti di comunicazione. Con gli altri. Con sé stessi».
Testo a cura di Nicola Di Dio. Foto di Davide D’Ambra.