La mostra “Muses” alla galleria Kaumann Repetto di Milano si concentra sul ruolo cruciale del ritratto nelle opere realizzate da Billy Sullivan negli ultimi cinquant’anni.
L’artista americano ha riunito una vasta gamma di muse, individuate in conoscenti, amici, amanti ed estranei. Il tipo di musa che ricorre nella produzione di Sullivan, plasmata dalla sua particolare sensibilità queer, offre i classici stimoli della bellezza fisica e del brivido erotico; spesso, tuttavia, la musa presenta caratteristiche sensuali ma non necessariamente sessuali: un atteggiamento, un’idea di stile, una certa creatività o anche un semplice modo di esistere nel mondo.
Ogni ritratto nasce da una fotografia che Sullivan scatta e poi, in studio, utilizza come modello per dipingere o disegnare. Nel processo manuale e grafico con cui l’immagine viene trasposta in un medium diverso, l’istante catturato dall’obiettivo si adatta al ritmo e allo spazio della memoria, più lenti e meditativi. Dettagli e punti focali vengono marcatamente modificati dal tocco dell’artista, amplificati o ridotti in una danza di traslazione e ricostituzione. Per Muses, Sullivan crea due installazioni negli spazi gemelli della galleria. Nel primo due pareti ospitano, come in un allestimento da salon, circa quaranta opere su carta che presentano dimensioni e sfruttano medium diversi. Pur seguendo un gioco di associazioni che ne sovverte l’ordine cronologico, le opere coprono l’intera carriera dell’artista e propongono uno scorcio diaristico su vari aspetti della sua esistenza.
In esposizione, un autoritratto del 1971 con Amy, all’epoca moglie dell’artista e madre dei suoi due figli; un ritratto del 1974 del curatore Klaus Kertess, in seguito diventato il compagno e poi il marito di Sullivan, fino alla morte avvenuta nel 2016. Altre opere ci presentano la modella transgender Michelle Long, le stiliste di moda underground Larissa Jarzombek e Delia Dougherty, la fotografa Carol Beckwith (che indossa una parrucca bionda) e un anonimo “Cowboy” spuntato dal nulla a una festa nel 1982. Due disegni del 1972, che rievocano il lavoro di scenografo svolto dall’artista per la produzione di Porkdi Andy Warhol a Londra (1971), catturano il fascino di una diva di nome Vi che ricorda Janis Joplin e alterna stati di coscienza e torpore causati dall’abuso di Quaalude.
Billy Sullivan (1946, New York, NY) espone a livello nazionale e internazionale dal 1971. Le sue opere sono state inserite in mostre importanti come I Love John Giorno di Ugo Rondinone al Palais de Tokyo, Parigi (2015) e White Columns, New York (2017); GLAM! The Performance of Style, Tate Liverpool (2014).
Galleria Kaufmann Repetto via di porta tenaglia 7 Milano +39 0272094331