In un tempo di 12 mesi i Baustelle ci deliziano con ben due dischi. Per la prima volta nella storia della loro vita musicale i musicisti toscani si avventurano in un Volume 2, continuando a raccontare d’amore e di violenza.
Scritto durante il tour che nell’ultimo anno li ha portati in giro per l’Italia, “L’amore e la violenza vol.2 – Dodici nuovi pezzi facili” stringe l’inquadratura del suo predecessore portando in primo piano il racconto amoroso. Se quelle de L’amore e la violenza erano canzoni d’amore in tempi di guerra, storie di un’era bellicosa e senza scampo che spera l’amore, quelli di questo vol. 2 sono, per fare il verso a un film capolavoro con Jack Nicholson del 1970, 12 pezzi facili che esplorano in modo specifico il campo d’azione centrale dell’intera storia della musica leggera italiana: quello della pura love song.
L’amore e la violenza vol. 2 è allora anche una sfida degli autori con sé stessi nel cercare un modo proprio, originale e lontano dal canone, di dire l’amore abbracciando il pop, affrontando il terreno classico della canzone d’amore in modo personale pur giocando linguisticamente, musicalmente e idealmente con i suoi strumenti tradizionali.
Quello di queste dodici canzoni è un amore romantico nel senso primigenio del termine: amore che vuole essere vissuto e sceglie di esistere sapendo di consumarsi, amore che dura una notte o che, in una notte, all’improvviso, se ne va, amore che con violenza ci cambia e ci annulla che è poi lo stesso amore che ci esalta, ci fa desiderare e ci fa sperare.
L’amore e la violenza vol.2 è una raccolta di racconti a tema amoroso ambientati nel tempo della maturità: un mix di storie capaci di tratteggiare lo scenario interiore e quotidiano della vita sentimentale adulta nella contemporaneità.
Da Federico Fiumani a Harry Nilsson, dalle strutture pop beatlesiane a-la-Hello Goodbye fino alla classicità di Patty Pravo che pare dividere una session con i Blur: un altro capitolo, insomma, per cui vale la definizione di ‘oscenamente pop’ in cui dalla California si arriva al dancefloor della Bussola di Viareggio dei primi anni ’70.