Roberto Papini è un imprenditore, nato in una famiglia di collezionisti, da sempre in contatto con il mondo dell’Arte, con la “A” maiuscola. Esperto d’arte, collezionista, dopo aver chiuso la sua azienda nel 2007, da anni si occupa di arte a livello nazionale e internazionale. Gallerista, critico d’arte e curatore, nonché presidente e amministratore di Arting159, associazione culturale, fondata nel 2010, con l’obbiettivo di promuovere i nuovi talenti artistici e di diffondere la cultura nel saper fare arte. Inoltre considerevole è il progetto della creazione di una fondazione con il contributo dei singoli collezionisti che vogliano condividere opere d’arte importanti, creando cultura e partecipazione intorno al mondo dell’arte.
La dicitura Arting159 non è casuale, ma è stata ben studiata dal suo fondatore: con la particella “ing”, di origine anglosassone, si vuole intendere quale centro di coordinamento in continuo movimento e azione; anche i numeri hanno un significato ben specifico “1”, “5” e “9” sono rispettivamente simboli di unicità, umanità e creazione.
L’imprenditore Roberto Papini nella sua maestria nel gestire relazioni ad alto livello per la preparazione culturale e la saggezza che imprime con sintesi concetti filosofici di grande profondità, propone nel 2010 un nuovo progetto, la cui forza e il valore consistono nell’intento di rendere la dimensione artistica sempre più presente e partecipabile.
Progetto possibile grazie all’ardita passione per l’arte e alla consolidata capacità di gestione manageriale.
Quella di Roberto Papini è una ricerca costante degli artisti, dietro la quale si sviluppa un vero e proprio percorso conoscitivo dell’artista. Secondo Roberto Papini “bisogna analizzare l’artista a 360°”, è necessario toccare da vicino l’artista: visionare i suoi lavori, intervistarlo, essere dentro il suo atelier, analizzare il suo percorso espositivo, studiare le precedenti recensioni critiche, e da qui proseguire un percorso critico e personale dell’artista. Dietro ogni oggetto si nasconde un significato. Ogni spettatore deve pensare l’opera a modo suo, l’osservazione deve essere legata ad un pensiero soggettivo. Di fronte ad un’opera affiorano vari pensieri. Ogni interpretazione è legata all’umanità dell’artista, al suo io interiore. Per poter conoscere un quadro, devi conoscere non solo l’artista, ma anche la sua vita e il periodo in cui è vissuto. Fondamentale dunque è la contestualizzazione storica, così come la catalogazione delle sue opere d’arte al fine di aumentare il valore culturale attorno alla figura dell’artista. La capacità interpretativa di uno storico e critico d’arte porta a creare un legame tra l’artista, la sua vita e il periodo storico. Abilità che l’imprenditore Roberto Papini ha saputo sviluppare grazie alla sua profonda passione per l’arte.
La volontà di Roberto Papini di far partire progetti culturali ad ampio raggio, coinvolge sia le sedi di istituzioni culturali pubbliche e private in città quali Londra , New York e Parigi, sia la regolare partecipazione ad importanti eventi fieristici internazionali. L’obiettivo primario della “strategia di Roberto Papini” è di essere presente in Gallerie internazionali rappresentanti artisti di vasto spessore, come promotore di eventi unici e di ampio respiro internazionale, attraverso lo scambio di spazi espositivi tra gallerie private, fondazioni e musei, nel condividere progetti comuni riguardanti la promozione dei migliori talenti artistici. Il primo passo è la realizzazione del business plan: tutto deve essere mirato e ben costruito.
Roberto Papini, la sua idea di artisti e il ruolo dei critici e curatori d’arte
Viviamo in un periodo storico di surplus di prodotti, di cui solo la qualità ha il miglior riscontro.
Secondo Roberto Papini, gli oggetti d’arte escono direttamente dai laboratori di artigiani; fanno arte ed appartengono al mercato dell’arte solo quelli che vengono realmente riconosciuti artisti da un pubblico di professionisti. Il curatore e il critico d’arte sono coloro che decidono di scommettere su un determinato artista e lo promuovono, realizzando una sua mostra e scrivendo un’analisi critica.
L’Italia è fatta di grandi artigiani, ma pochissimi sono artisti, e così Roberto afferma “oggi abbiamo circa seicentomila artisti dichiarati, di che cosa stiamo parlando, in realtà non abbiamo avuto più di dieci artisti negli ultimi cento anni”. Inoltre, dall’altra parte, c’è la borghesia di massa, quella del turismo culturale,che visita i musei e le mostre, “che si reputa esperta d’arte, ma concretamente non sa nulla dell’arte”. La cultura, l’arte, è per “la borghesia d’ élite, che appartiene al mondo dell’arte, perché al contrario della borghesia di massa, non consuma l’arte, ma la vive” prosegue Papini. I collezionisti usufruiscono sì del piacere di possedere un’opera d’arte, e allo stesso tempo ne muovono il mercato. Ai tre vertici di un triangolo si posizionano dunque gli artisti, i galleristi d’arte e i critici d’arte, il cui principale ricettore è proprio il pubblico d’élite. Il mondo dell’arte per funzionare deve essere fatto da professionisti del settore.
Roberto Papini ed i direttori museali
Secondo Papini, i cambiamenti nella struttura direzionale hanno incentivato, in tempo breve, la collaborazione tra pubblico e privato. Non si sono migliorati i rapporti al fine di realizzare eventi culturali rispondenti alla filosofia istituzionale, e mirati a coinvolgere il pubblico degli amanti dell’arte. Secondo Papini “l’occasione di rilancio per il patrimonio culturale è nella cultura artistica scolastica con l’interrelazione tra le scuole del mondo, viste come richiamo internazionale, l’arte non deve svolgersi solo a Milano, ma in tutto il mondo. I direttori museali dovrebbero impegnarsi ad organizzare mostre mirate, che coinvolgano un gran numero di visitatori. Dare visibilità al grande patrimonio culturale – artistico italiano collaborando con le Gallerie d’arte che hanno sempre promosso l’arte contemporanea, ma con un occhio ed uno studio per il classico“.