Folla e stupore a Lugano per Liu Bolin. La Deodato Arte che lo ha in scuderia da circa un anno, ha organizzato questo settembre una mostra alla sede del museo di Belle Arti in centro città. E il tutto è iniziato con una sorprendente performance dell’artista cinese, conosciuto come l’Uomo Invisibile, visto che si fa ritrarre perfettamente mimetizzato nell’ambiente circostante. Con una pittura meticolosa che è concepita al millimetro (su se stesso e sui suoi abiti), Bolin ricrea lo scenario che occupa esattamente uguale a come lo si vede. Fino al punto che le foto che poi sono vendute come opere (ma assistere a una performance live è un’ulteriore dimensione al gesto artistico) sono assolutamente perfette nel loro camouflage.
Liu Bolin sorprende anche per i background che sceglie di “attraversare” con la sua figura. Si passa dalle sedie rosse di un cinema al Duomo di Milano. Solo a una seconda occhiata ci si accorge di lui. A Lugano ha addirittura deciso di mimetizzarsi in una parete di riviste degli ultimi mesi. Una mission impossibile che l’artista ha portato al termine tra il tripudio festante dei fortunati astanti.
L’artista cinese di fama internazionale, è noto per le performance nelle quali svanisce e si annulla per entrare all’interno di paesaggi urbani o luoghi asettici. La nuova mostra “(IN)VISIBLE: The Art of Liu Bolin”, inaugurata con una sensazionale live performance dell’artista il 30 settembre e visitabile a Villa Ciani a Lugano fino al 15 ottobre 2023, avvia la collaborazione dell’artista con la Galleria Deodato Arte, che lo rappresenta in esclusiva per Svizzera e Belgio. Grazie al total body painting, realizzato con un’attenzione minuziosa alla vernice, Liu Bolin si confonde perfettamente con il paesaggio circostante in cui viene successivamente fotografato. Attraverso la realizzazione di scatti mimetici, l’artista denuncia la condizione dell’uomo moderno che perde la sua identità a causa di una società sempre più materialista e tecnologica.
“È un gesto di denuncia. Cos’è oggi lo sviluppo dell’essere umano, e dove porta? L’uomo sta scomparendo nel suo ambiente. La tecnologia ha portato molto sviluppo materiale, ma per restare umani cosa si deve fare? Io non voglio perdermi in questo labirinto, perciò scelgo questa forma di difesa. Io sono per un’arte di impegno civile” dichiara l’artista.Le opere così realizzate sono un mix tra fotografia, installazione, performance e body painting.In una commistione di diversi linguaggi, il corpo dell’artista diviene una vera e propria scultura vivente durante la performance, immortalata a sua volta da una fotografia. Nell’attimo finale dell’accurato body painting la precisa tecnica rende l’artista perfettamente integrato con lo sfondo.Tutte le opere in mostra a Villa Ciani sono limited edition e fanno parte della celebre collezione “Hiding in the city”, che tocca i temi universali del rapporto tra uomo e natura e tra pensiero e potere politico e che ha consacrato a livello mondiale l’artista nato in Cina a Shandong nel 1973.
Il camouflage è il suo tratto distintivo: difficilissimo, infatti, è distinguere l’artista tra le architetture, le merci, gli scaffali e i diversi scenari nei quali sceglie di immergersi e scomparire.”Prima di optare per una location, prendo in considerazione i temi sociali che quel luogo racchiude in sé. Medito in sostanza sui messaggi che tramite esso potrei trasmettere per avere un impatto sulla società. Individuare lo spazio giusto è fondamentale per comunicare il mio messaggio. In questa prima fase, se si presentano degli ostacoli, cerco di superarli, perché il luogo ha la priorità su tutto” afferma Liu Bolin, che continua: “Alcuni diranno che sparisco nel paesaggio, io direi che è il paesaggio che s’impadronisce di me”.