1 Novembre 2017

Hangar Bicocca l’arte da portare a casa è Take Me (I’m Yours)

Da un’idea andata in scena a Londra nel 1995 arriva a Milano la mostra che si basa sulla condivisione.

1 Novembre 2017

Hangar Bicocca l’arte da portare a casa è Take Me (I’m Yours)

Da un’idea andata in scena a Londra nel 1995 arriva a Milano la mostra che si basa sulla condivisione.

1 Novembre 2017

Hangar Bicocca l’arte da portare a casa è Take Me (I’m Yours)

Da un’idea andata in scena a Londra nel 1995 arriva a Milano la mostra che si basa sulla condivisione.

Abbiamo assistito a scene esilaranti: persone che si provavano vestiti, modelli nudi che si facevano fare i ritratti, gente che pesca con ami di inchiostro. È Take Me (I’m Yours), la rivoluzionaria mostra che va in scena fino al 14 gennaio 2018 negli enormi spazi del Pirelli HangarBicocca a Milano, originariamente concepita da Hans Ulrich Obrist e Christian Boltanski. Per la versione italiana (quella della Serpentine di Londra ha debuttato nel 1995) c’è anche la curatela di Chiara Parisi e Roberta Tenconi.

Un maggiordomo accoglie i visitatori e grida il loro nome. (Take Me I'M Yours, Hanga Bicocca - foto: The Way Magazine)
Un maggiordomo accoglie i visitatori e grida il loro nome. (Take Me I’M Yours, Hangar Bicocca – foto: The Way Magazine)

Nella collettiva i visitatori sono invitati a compiere tutto quanto è di norma vietato fare in un museo: i lavori si possono toccare, usare o modificare; si possono consumare o indossare; si possono comprare e perfino prendere gratuitamente, o magari portare via lasciando in cambio cimeli personali.

 

Accanto alla possibilità di prendere una delle migliaia di copie di ciascuna opera prodotta – e quindi concorrere a svuotare fisicamente lo spazio – il pubblico di “Take Me (I’m Yours)” ne modifica l’aspetto partecipando a performance in cui lo scambio non è necessariamente legato a un oggetto ma piuttosto a un’esperienza, assecondando un’idea di immaterialità che è sempre più presente tanto nell’arte quanto nella vita reale.

Un mare di caramelle (Take Me I'M Yours, Hangar Bicocca - foto: The Way Magazine)
Un mare di caramelle (Take Me I’M Yours, Hangar Bicocca – foto: The Way Magazine)

Il progetto è iniziato con Quai de la Gare (1991), un lavoro di Boltanski costituito da montagne di vestiti di seconda mano che il pubblico poteva prendere e portare via in una busta marchiata con la scritta “Dispersion”: un’opera destinata per sua natura a disperdersi e a scomparire.

COSA SI FA – Si può prendere e portare a casa le opere, comprarle e collezionare le didascalie, si può creare con l’uso degli oggetti messi a disposizione dagli artisti, si può spostare e partecipare con la messa in scena, scambiare oggetti e portare da casa qualcosa da lasciare.

L’ingresso alla mostra è sempre gratuito, ma per prendere e collezionare le opere è necessario acquistare la borsa creata dall’artista Christian Boltanski. La borsa è in vendita presso l’Info Point o al Bookshop al costo di 10 euro. Gli introiti contribuiscono a supportare la produzione delle opere distribuite in mostra.

Taglia e incolla: giornali da tutto il mondo a disposzione dei visitatori. (Take Me I'M Yours, Hangar Bicocca - foto: The Way Magazine)
Taglia e incolla: giornali da tutto il mondo a disposzione dei visitatori. (Take Me I’M Yours, Hangar Bicocca – foto: The Way Magazine)

A Milano, accanto a Dispersion di Christian Boltanski, ci sono i seguenti artisti:

Aaajiao, Etel Adnan, Rosa Aiello, Giorgio Andreotta Calò, Micol Assaël, Gianfranco Baruchello, Mohamed Bourouissa, James Lee Byars, Luis Camnitzer, Maurizio Cattelan, Ian Cheng e Rachel Rose, Heman Chong, Jeremy Deller, Patrizio Di Massimo, Simone Fattal, Hans-Peter Feldmann, Yona Friedman, Martino Gamper, Mario García Torres, Alberto Garutti, Gilbert & George, Dominique Gonzalez-Foerster, Félix González-Torres, Douglas Gordon, Carsten Höller, Jonathan Horowitz, David Horvitz, Adelita Husni-Bey, Pierre Huyghe, Alex Israel, Koo Jeong A, Alison Knowles, Ugo La Pietra, Armin Linke, Angelika Markul, Annette Messager, Gustav Metzger, Bruce Nauman, Otobong Nkanga, Yoko Ono, Luigi Ontani, Sarah Ortmeyer e Friederike Mayröcker, Riccardo Paratore, Sondra Perry, Cesare Pietroiusti, point d’ironie, Ho Rui An, Anri Sala, Tino Sehgal, Daniel Spoerri, Wolfgang Tillmans, Rirkrit Tiravanija, Franco Vaccari, Francesco Vezzoli e Lawrence Weiner.

Read in:

Picture of Christian D'Antonio

Christian D'Antonio

Christian D’Antonio (Salerno,1974) è direttore responsabile della testata online di lifestyle thewaymagazine.it. Iscritto all’albo dei giornalisti professionisti dal 2004, ha scritto due libri sulla musica pop, partecipato come speaker a eventi e convegni su argomenti di tendenza e luxury. Ha creato con The Way Magazine e il supporto del team di FD Media Group format di incontri pubblici su innovazione e design per la Milano Digital Week e la Milano Design Week. Ha curato per diversi anni eventi pubblici durante la Milano Music Week. È attualmente ospite tv nei talk show di Damiano Gallo di Discovery Italia. Ha curato per il quartiere NoLo a Milano rassegne di moda, arte e spettacolo dal 2017. In qualità di giudice, ha presenziato alle manifestazioni Sannolo Milano, Positive Business Awards, Accademia pizza doc, Cooking is real, Positano fashion day, Milan Legal Week.
Ti potrebbe interessare:

Iscriviti alla newsletter e ai nostri contenuti speciali!

Vuoi farne parte? Con soli pochi step si entra in un mondo “privè” con alert sulle novità e tanti contenuti esclusivi. Registrati subito e accedi ai contenuti “Privè”