Calder. Sculpting Time
5 maggio – 6 ottobre 2024
Museo d’arte della Svizzera italiana,
Lugano Sede LAC
La mostra “Calder. Sculpting Time” presso il MASI Lugano presenta la più completa esposizione monografica dedicata ad Alexander Calder da un’istituzione pubblica svizzera negli ultimi cinquant’anni.
Calder ha rivoluzionato la scultura introducendo il movimento come elemento chiave, estendendo così il medium oltre la dimensione visiva e nella dimensione temporale. La mostra comprende oltre 30 opere dell’artista realizzate tra il 1931 e il 1960, provenienti da importanti collezioni pubbliche e private internazionali, inclusa la Calder Foundation di New York.
La mostra accompagna il visitatore nell’innovazione formale e scultorea di Calder, nettendo in evidenza il suo sviluppo durante gli anni trenta e quaranta.
Le opere in mostra spaziano dalle prime astrazioni agli ultimi mobiles, stabiles e standing mobiles di varie dimensioni.
Evidenziano l’importanza dei mobiles di Calder, sculture cinetiche attivate dalle condizioni ambientali, come “Eucalyptus” e “Arc of Petals” e l’imponente “Red Lily Pas nell’ultima sala, che interagiscono con l’ambiente circostante.
Gli stabiles, opere statiche che esplorano il movimento implicito, sono rappresentati da pezzi come “Untitled” e “Funghi Neri”.
La mostra include anche le “constellations”, sculture astratte realizzate con fili metallici e legno, che rappresentano un importante sviluppo nella produzione di Calder durante la Seconda guerra mondiale.
Le curatrici enfatizzano l’eredità di Calder non solo nella sua innovazione tecnica, ma anche nel modo in cui ha cambiato la percezione e l’interazione con la scultura, catturando l’essenza di momenti fugaci e sfidando la concezione tradizionale della temporalità nell’arte.
Alexander Calder (1898, Lawnton, Pennsylvania – 1976, New York City) è stato uno dei pionieri nel trasformare la nostra concezione della scultura, introducendo il concetto di movimento e temporalità come elementi essenziali dell’esperienza artistica, influenzando in tal modo la nostra percezione e interazione con la scultura.
Calder è famoso per i suoi “mobiles”, sculture cinetiche che si muovono sospese nell’aria. Queste opere non sono statiche, ma si muovono sottolineando il concetto di cambiamento e dinamicità. L’introduzione del movimento sfida l’idea tradizionale della scultura come qualcosa di immobile e statico, permettendo agli spettatori di vedere la scultura da diverse prospettive e sperimentare l’evoluzione delle forme nel tempo.
Le sue opere catturano l’essenza di momenti fugaci e effimeri. I mobiles, in particolare, sono in costante movimento, creando forme e composizioni che sono transitorie e non riproducibili. Questo cattura l’attenzione dello spettatore, che si trova ad essere testimone di un momento unico e irripetibile, invitato a contemplare la bellezza dell’istante presente.
Queste opere si muovono delicatamente nell’aria, creando una coreografia di forme che cambiano continuamente. Un movimento che evoca un senso di fluidità e trasformazione, simboleggiando la natura effimera dell’esistenza umana e l’incessante fluire del tempo.
Questa interazione aggiunge un livello di imprevedibilità e vitalità alle sue creazioni, accentuando il senso di vivacità e transitorietà. Gli spettatori sono coinvolti in un dialogo dinamico con le opere, invitati a contemplare la bellezza mutevole della vita e dell’arte.
Tradizionalmente, la scultura è stata considerata un’arte statica, destinata a resistere al passare del tempo. Tuttavia, Calder ha sfidato questa concezione introducendo la temporalità come parte integrante della sua opera. Le sue sculture non sono solo oggetti nello spazio, ma esperienze che si svolgono nel tempo, influenzate dall’ambiente circostante e dalle condizioni ambientali. Questa sfida alla concezione tradizionale della temporalità nell’arte ha aperto nuove possibilità di espressione artistica e ha ampliato i confini della scultura come pratica artistica.
Questa mostra enfatizza il ruolo svolto da Calder nel rivoluzionareradicalmente il modo in cui percepiamo e interagiamo con la scultura: le sue sculture diventano movimento e catturano momenti fugaci, sfidando la concezione tradizionale della temporalità nell’arte.
Le opere in mostra ci invitano a riflettere sulla natura effimera dell’esistenza e sulla bellezza dei momenti transitori, offrendociun’esperienza artistica unica e coinvolgente.
Report a cura di Gianni Foraboschi per The Way Magazine