Un progetto connettivo e collettivo, un complesso di oltre 40mila metri quadrati dove le barriere tra sapere scientifico e sapere umanistico si dissolvono. AGO Modena Fabbriche Culturali è legato alla riqualificazione degli spazi dell’ex Ospedale Sant’Agostino di Modena e intende avviare una programmazione culturale che ne qualifichi l’identità. Nel suo “anno zero” AGO fa il punto sui quattro pilastri di una nuova cosmologia digitale, con altrettante stagioni di eventi in cui tema portante è quello della “connessione” – nel tempo, nella realtà, tra le persone, tra i sensi – indagato attraverso lezioni e conversazioni, laboratori, installazioni artistiche, spettacoli, prototipi sperimentali.
COME SI INIZIA – La programmazione di AGO Modena Fabbriche Culturali debutta giovedì 4 febbraio con una prima stagione dedicata alla trasmissione del patrimonio: dieci iniziative, principalmente in live streaming, per comprendere come il futuro del patrimonio culturale venga garantito dalle piattaforme digitali. Ospiti di fama internazionale declinano il tema con lezioni e confronti online: Jeffrey Schnapp, Robert Darnton, Maurizio Ferraris. Segue una conversazione sul futuro dei musei (con Martina Bagnoli, Riccardo Falcinelli, Gianfranco Maraniello) e un intervento di Adriano Prosperi su come mutano le modalità di registrazione della memoria. Completano il programma il lancio della piattaforma digitale Lodovico e un’installazione del duo Afterall. Il 4 febbraio si inaugura anche Lodovico, la biblioteca digitale di Ago (www.lodovico.medialibrary.it). Sviluppata dal Centro interdipartimentale per le Digital Humanities dell’Università di Modena e Reggio Emilia.
DETTAGLI – Il programma prende il via con una riflessione sulla transizione dei libri dalla pagina allo schermo (e viceversa): giovedì 4 febbraio alle 18 la lezione live streaming di Jeffrey Schnapp, tra i principali esperti di umanesimo digitale e professore dell’Università di Harvard, ricostruisce il lungo percorso dal codex all’e-book per evidenziare i cambiamenti tecnologici, le pratiche estetiche e i mutamenti nella comunicazione della ricerca connessi all’avvento del libro elettronico.
L’ambizione, antichissima, di raccogliere tutti i libri del mondo in un’unica biblioteca è al centro del secondo appuntamento, la lezione dello storico statunitense Robert Darnton venerdì 5 febbraio alle 18: la biblioteca d’Alessandria, con il suo tragico epilogo, è l’emblema di questo sforzo enciclopedico. Darnton, membro del comitato direttivo della Digital Public Library of America, racconta la storia di questo sogno e la declina nell’epoca digitale delle biblioteche virtuali.
Maurizio Ferraris, sabato 6 febbraio alle 18, affronta le delicate questioni che pone il tema della documedialità: virtuale ma nondimeno reale, la dimensione digitale cambia il significato di categorie fondamentali come il materiale e l’immateriale.
Un filo nuovo per collegare arte e tradizione umanistica, cultura scientifica e innovazione, una struttura capace di cucire insieme il lavoro di chi si occupa di materie umanistiche, di scienza, di tecnologia, di intelligenza artificiale, di innovazione educativa. AGO Modena Fabbriche Culturali (https://www.agomodena.it/it/) fonda la propria identità nel luogo architettonico da cui prende nome e missione – il Complesso Sant’Agostino di Modena – e al contempo opera per dare a quel luogo un profilo immateriale e culturale. Lo fa da connettore concettuale e comunicativo: tramite tale lavoro connettivo ambisce ad aggiungere valore alle attività svolte sul territorio da altri soggetti. Situato nel cuore di Modena, in una parte significativa del centro storico della città sia dal punto di vista urbanistico che storico e culturale, si collega alla riqualificazione di un’ampia area (oltre 40.000 mq.) con un rilevante investimento finanziario (oltre 110 milioni di euro) mettendo a sistema il complesso costituito dall’ex Ospedale Sant’Agostino, dal Palazzo dei Musei, dall’ex Ospedale Estense. Partner del progetto sono Fondazione di Modena, Comune di Modena, Università di Modena e Reggio Emilia, MIBACT con le Gallerie Estensi. Missione culturale di Ago è riflettere sull’impatto delle tecnologie su cultura ed esperienza contemporanea. Approfondendo in modo denso la realtà digitale, intende farla emergere come una dimensione che comporta una ridefinizione dei confini tra saperi ed esperienze.
TUTTO L’ANNO – Il programma 2021: quattro stagioni per i quattro elementi di una cosmologia digitale Per il 2021 AGO Modena Fabbriche Culturali proporrà un nucleo di eventi in ognuna delle quattro stagioni, impegnandosi a una ciclicità e regolarità di appuntamenti. Lo fa coinvolgendo i suoi partner attorno a progetti multiformato e multicanale, con modalità di svolgimento dal vivo e online, attraverso lezioni e conversazioni, laboratori, installazioni artistiche, spettacoli, prototipi. La prima stagione del programma di Ago, al via giovedì 4 febbraio, è dedicata alla trasmissione, al futuro del patrimonio culturale garantito dalle piattaforme digitali, ai loro usi e alle potenzialità di elaborazione culturale e artistica che esse possiedono. Per la stagione primaverile, al via il 15 aprile, la parola chiave è iQuanti. Si approfondirà la natura stessa della realtà digitale: leggera, punteggiata, in continuo divenire, caratterizzata da un legame tra le sue unità costitutive simile a quello che i fisici identificano tra i quanti. Agli impatti sociali, politici e antropologici dell’epoca onlife Ago dedica la sua stagione di attività estive; a partire dal 28 maggio si indaga come non solo la nostra esperienza sociale sia divenuta anche social, non solo la nostra vita relazionale sia divenuta anche connessa, ma la nostra stessa coscienza e addirittura il rapporto con il nostro corpo risultino scossi dalle fondamenta da una rivoluzione tecnologica che trasforma il modo in cui ci formiamo le nostre opinioni e ridefinisce i confini della presenza e dell’assenza. La stagione autunnale, dal 17 settembre, in concomitanza con il festivalfilosofia, si focalizza sul connubio originario tra gioco e digitale e sulla nuova combinazione tra i sensi (touch, screen, scrittura, auricolari), che consente ai tool digitali una radicale gamificazione del mondo. Accanto al coinvolgimento dei partner culturali del territorio – segnatamente quelli direttamente afferenti al progetto Ago come gli istituti culturali comunali, il Centro DhMore e FEM – Ago stringerà collaborazioni su progetti qualificanti anche con attori particolarmente qualificati. Durante il corso del 2021, nelle stagioni a venire, prenderanno forma, tra le altre, attività in collaborazione con Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (che condivide con Ago la missione alla public education), Fondazione Nazionale della Danza (con un progetto site specific), Fondazione Collegio San Carlo di Modena e DIG Festival.
Immagine di apertura: Chiesa di Sant’Agostino, il Pantheon degli Este, un capolavoro del barocco modenese