L’Africa, una volta considerata distante e misteriosa, è ora un calice di speranza, diventando “il futuro del mondo”, nella società e nell’arte.
La grande ricchezza dell’eredità culturale dell’intero continente è celebrata in Portogallo in occasione del tributo culturale Evora Africa che si sta svolgendo nell’antica città di Évora, paese fortificato meglio conservato del Portogallo, situato a est di Lisbona, verso il confine con la Spagna.
Fino al 25 di gosto, nella città dell’Oltretago, il festival cerca di coprire la miriade di movimenti artistici del continente africano con rituali sacri che si mischiano a espressioni urbane, il tutto nello storico palazzo dei duchi di Cadaval. Musica, arte e folk si ritrovano nella curatela di André Magnin e Philippe Boutté’, certi che “la nazionalità di un artista non ha mai avuto influenza sull’apprezzamento, il potere o la rilevanza di un’opera d’arte. Ci stiamo dirigendo verso una necessaria denazionalizzazione. L’Africa è una terra di meraviglie senza precedenti, con la sua originalità nelle sue differenze. Tutto il potere e la novità dell’approccio degli artisti sta nella libertà che hanno concesso a se stessi”.



Questi artisti creano ciò che esiste nelle loro teste. Se c’è un’unicità dell’arte contemporanea in Africa, non c’è unanimità tra i pittori di Kinshasa, Lagos, Maputo o Johannesburg, oltre a quella tra gli scultori di Porto Novo in Benin e Freetown in Sierra Leone, o addirittura, tra un fotografo da Dakar, da Kinshasa o da Bamako. Ognuno ha la propria storia, la propria cultura, il proprio stile, le proprie tecniche creative, le proprie fantasie, il proprio modo di guardare il mondo e inventarlo.
Una caratteristica unica: non hanno inibizioni quando si tratta di colore, e il colore è ovunque nelle strade, sui muri, nella notte, a Kinshasa, a Maputo, a Lagos o a Johannesburg.
Questi artisti riuniti nella mostra “Africa Passions” ci raccontano di loro, del loro vicinato, della loro società, della loro realtà.
Molti vivono lì, lavorano lì, è il laccio di cui hanno bisogno per creare. A poco a poco, l’Africa sta costruendo il suo modello. Gli artisti sono in comunicazione diretta con il mondo. Le nuove tecnologie, i social network aiutano notevolmente a diffondere e produrre le loro opere. L’Africa si sta aprendo al mondo e il mondo sta scoprendo l’Africa, che ha capito che è un continente del futuro.
Negli anni ’80, le mostre che hanno guadagnato lo status di icona hanno risvegliato il mondo dell’arte. “Magiciens de la Terre” a Parigi nel 1989, “Africa Explores” nel 1991 a New York o “Africa Remix” nel 2005 al Centre Georges Pompidou, ha segnato una vera svolta.
Hanno generato passione e collezioni aperte dedicate all’Africa. A partire dal 1994, i Rencontres de Bamako, la Biennale di Dakar, la Biennale di Johannesburg e la Biennale di Marrakech hanno contribuito a portare sotto la luce diverse generazioni di artisti, esposti grazie a collezioni private, in fondazioni in Europa e in Africa (Fondation Cartier pour l’art contemporain-Parigi, Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli-Torino, Fondation Louis Vuitton- Paris Fondation Blachère-Apt, Fondation Zinsou-Cotonou, Fondation Donwahi-Abidjan …) e nei musei di arte contemporanea di tutto il mondo (Guggenheim, Smithsonian Washington, Houston, Monaco, Ginevra, Tate Modern London, New York, Kyoto …).
Gli artisti africani partecipano agli eventi artistici più prestigiosi come Documenta Kassel o la Biennale di Venezia. Le fiere 1:54 (Londra, New York e ora Marrakech), AKAA, a Parigi, sono diventate punti di incontro per collezionisti internazionali, suscitando la competizione e favorendo l’emergere di un mercato continentale e internazionale.
“Le PASSIONI AFRICANE – dicono i curatori – sono nate dal nostro incontro con Alexandra de Cadaval e Alain Weber, dalla condivisione della nostra passione per la musica e l’arte di questo continente. Questo primo “festival” in terra portoghese, interamente dedicato all’Africa, si terrà presso il Palazzo Cadaval, a Évora, che era al crocevia di civiltà, attraversando gli oceani e la terra e segnando la storia dell’Europa e del mondo creando legami tra popoli e culture“.