Sabato 26 Settembre Il “Malandrino” della musica italiana ha trascinato il pubblico sulla rotonda del Lungomare di Taranto. Achille Lauro sulle note dell’Orchestra della Magna Grecia diretta dal maestro Piero Romano ha trasportato i presenti in un Twist dell’anima. Difficile restare seduti perché il ritmo dei suoi brani ha la capacità di farti danzare, di farti stare meglio, di esaltarti si perché il ritmo è la rappresentazione più antica dell’umanità, è la forma più antica ma anche la più attuale di relazione tra le persone e ne favorisce il rapporto soprattutto in questo momento di distanziamento necessario.
Due giorni di musica alla prima edizione del MediTa Festival di Taranto, sarebbero dovute essere tre serate dal 24 al 26 settembre, la prima con Amii Stewart, la seconda, purtroppo annullata causa maltempo, con il ballerino Sergio Bernal e l’ultima appunto con Achille Lauro.
Al MediTa, Festival della cultura mediterranea in Taranto, promosso dal Comune di Taranto, era presente anche il vice sindaco nonché assessore alla Cultura Fabiano Marti che continua a valorizzare il ruolo della cultura come fonte di rilancio della città di Taranto. Main sponsor dell’evento Programma Sviluppo e la BCC San Marzano di San Giuseppe.
Il concerto aperto dalla cantante Nahaze ha visto il prosieguo con Achille Lauro e la sua “Cadillac” poi sulla Luna nel 20 Luglio “1969” per poi essere riportati nel presente con la sua “RollsRoyce”, “Bam Bam Twist” e “Me ne Frego”, il brano cantato all’ultimo Festival di Sanremo. Una partecipazione la sua che ha portato teatralità al Festival, uno spettacolo nello spettacolo. Lauro è stato San Francesco, David Bowie, la Marchesa Casati Stampa e la Regina Elisabetta I, travestimenti che resteranno nella memoria del Festival.
Lo show è continuato con “La Bella e la Bestia” “uno dei primi brani – racconta Achille Lauro –che ho composto al pianoforte” per chiudere la sua esibizione con “C’est la vie”.
Una sperimentazione perfettamente riuscita tra il rap, pop, trap e la musica delle corde e fiati di un orchestra. Si perché in musica la sperimentazione ha prodotto molto spesso ottimi risultati, per citarne soltanto uno, Concerto grosso dei New Trolls del 1971.
Achille Lauro ha la qualità di riuscire a comunicare anche con le movenze del suo corpo o solo con dei semplici gesti e comunicare è sicuramente il fine ultimo di ogni artista.
Testo e foto di Nicola Di Dio – da Taranto per The Way Magazine