Mai come nel 2021 le attività stanno comprendendo l’importanza di una corretta attività di marketing per poter primeggiare nei confronti della concorrenza, fidelizzare i clienti e, perché no, ambire ad aumentare il fatturato.
Il lockdown ha chiaramente messo in luce l’esigenza di avere un rapporto diretto con i clienti, con cui si deve comunicare sempre in modo innovativo. Scopriamole queste tendenze del marketing di oggi, che sono sempre più “Disruptive” e improntate soprattutto all’audio e allo storytelling.
“Ci mettiamo la voce” è il claim di RichClicks, un’agenzia di Digital Marketing Internazionale e pluripremiata, Google Premier Partner e tra le top 4 agenzie Google d’Italia. Di recente ha lanciato “Unmute: the voice of digital” podcast con tutti i temi legati al mondo digital. Racconta Simone Passacantilli, il founder: “Condividiamo le nostre esperienze, i casi studio più belli, i nostri errori più clamorosi ma anche riflessioni e pensieri che possono tornare utile a tutte le persone che sono all’interno del “mondo digitale”. Vogliamo ispirare e siamo anche un po’ presuntuosi pensando di poter insegnare. D’altronde siamo nel Digital da quando il Digital non era ancora un termine“. Lo trovate su Spotify, Google, Anchor (e presto Apple Podcasts).
Cegid, tra i principali player mondiali nell’offerta di soluzioni di business management per la trasformazione digitale e omnichannel di aziende operative nel settore retail fashion & luxury, si presenta oggi ufficialmente al mercato italiano. Nel primo trimestre di quest’anno, Cegid ha siglato accordi con brand prestigiosi per lo sviluppo di progetti internazionali di rilievo. Tra questi rientra, in particolar modo, Benetton Group, che nel mese di maggio ha scelto di avvalersi delle soluzioni Unified Commerce e Global POS di Cegid Retail per potenziare i 1.358 negozi presenti in oltre 20 Paesi del mondo e offrire ai propri clienti un’esperienza di acquisto omnicanale allo stato dell’arte.
Ci sono realtà,spesso a conduzione familiare, come bar, ristoranti, centri estetici e parrucchieri, negozi di varia tipologia, ma anche i franchising, necessitano oggi più che mai di una corretta strategia di marketing digitale.
Solo in questo modo è possibile creare un filo diretto con il cliente, fidelizzarlo, invogliarlo a scegliere il negozio fisico rispetto all’e-commerce, perché qui trova competenza, consulenza, un punto di riferimento sicuro a livello territoriale.
Socialness è una delle poche realtà inserite nell’Optimal Program FB e ha già aiutato oltre 700 realtà locali a emergere, posizionarsi e crescere sul territorio.
La sfida post pandemia degli imprenditori locali sarà quindi la seguente: affrontare una concorrenza territoriale ancora più agguerrita e tornare ad attirare clientela in modo continuativo.
Sono queste le previsioni di Socialness, agenzia fondata nel 2016 e diventata in poco tempo una realtà strutturata che conta oggi oltre 30 collaboratori, quasi 700 clienti serviti ed è tra le poche marketing agency italiane inserite nell’Optimal Program di Facebook.
Con un +40% di fatturato, nuove assunzioni e una maturata esperienza con diversi franchising nazionali e internazionali, il metodo messo a punto dal team di sviluppo mira proprio ad aiutare le aziende del territorio, quelle più in sofferenza in questo periodo di crisi.
“Il nostro obiettivo – spiega il Ceo Tino Bassu – è aiutare le micro imprese locali ad intercettare clienti portandoli dall’online all’offline, il regno incontrastato dei big tecnologici. Per queste realtà è importante far conoscere in ambito locale i propri tratti distintivi e consolidarli sul pubblico del territorio”.
Tra gli obiettivi contenuti nel Sistema Socialness™ per aiutare gli imprenditori spiccano “l’aumento della clientela, la frequenza di acquisto, l’aumento dello scontrino medio, l’aumento del life time value, aumentare notorietà locale del brand e ottenere il pieno controllo dei dati”.
Un problema non di poco conto visti i budget aziendali sempre più limitati, ma che secondo Bassu è risolvibile attraverso una strategia ben precisa: “innanzitutto la promozione sul territorio locale, un aspetto fondamentale per attrarre clienti nella propria azienda o attività. E poi presenza, sia online che offline, posizionamento, creazione di nuovi contatti e strumenti in grado di misurare in maniera efficace i risultati ottenuti”.
Riguardo alle attività che possono beneficiare di questi consigli non ci sono limiti: “in questi anni abbiamo aiutato quasi 700 aziende locali, tra cui ristoranti, parrucchieri, centri estetica, negozi di abbigliamento, agenzie immobiliari, palestre, studi medici e tutte quelle attività legate al territorio che necessitano di avere più clienti e monitorare l’investimento di marketing. Anche con budget limitati, questo è certamente un ottimo modo per rendersi competitivi in un mercato che diventa ogni giorno più spietato” conclude Tino Bassu, Ceo di Socialness.
Si stimano 2.875 miliardi di dollari di vendite sul web, segno che essere presenti online è necessità obbligata per aziende e attività di ogni settore o tipologia. Per riparare a questo vuoto digital è nata la figura dell’infoimprenditore, colui che riconosce e impiega al meglio le potenzialità del digital marketing per accrescere o sviluppare il proprio business. In particolare crea e diffonde informazioni e contenuti di valore, utili per aumentare la reputazione di un brand, generando di conseguenza profitti.
Le nuove abitudini d’acquisto degli italiani parlano chiaro e sono sempre più radicate: dopo un incremento esponenziale nel 2020, la crescita degli e-commerce nel nostro Paese sarà significativa anche nell’arco di tutto il 2021 secondo tutte le stime.
Ciononostante, i margini di crescita sono ancora enormi.
A dimostrarlo diversi studi tra cui la classifica del Digital Economy and Society Index della Commissione Europea, pensata per misurare il grado di diffusione di competenze digitali nei Paesi UE e che vede l’Italia in quartultima posizione.
Tra i fattori che pesano di più, oltre a una diffidenza culturale ancora marcata, sono proprio le scarse competenze digitali: è significativo, a questo proposito, il fatto che ben il 33% degli e-commerce italiani fallisca nei primi 12 mesi di attività mentre più del 40% della popolazione globale, nello specifico 2,81 miliardi di persone, acquistano regolarmente online.
Il valore stimato delle vendite via web si attesta a 2.875 miliardi di dollari, segno che nel mercato attuale essere presenti online non è più un’opzione, ma una necessità condivisa da aziende e attività di ogni settore o tipologia.
Proprio a colmare questo vuoto digital, che frena la ripresa italiana, è nata negli ultimi anni la figura professionale dell’infoimprenditore, ovvero colui che è in grado di riconoscere e utilizzare al meglio le potenzialità messe a disposizione dal mondo digitale, per accrescere o sviluppare il proprio business. In particolare mira a sfruttare al massimo la creazione e divulgazione di informazioni e contenuti di valore, attraverso i meccanismi dell’online marketing, che possano accrescere il gradimento reale e percepito di una persona o azienda ed aumentarne di conseguenza i profitti.
Un’impresa difficile? Non se spiegata con le giuste parole.
È questa la sfida raccolta da Mik Cosentino, ex campione di nuoto, fondatore di Infomarketing X e imprenditore digitale tra i più apprezzati, nel dare vita al nuovo libro “L’infomarketing spiegato a mia nonna”.
Reduce dal successo editoriale de “La bibbia dell’infobusiness” edita da Mondadori, l’imprenditore italiano spiega di “aver ideato questo volume sotto forma di un dialogo immaginario con mia nonna Fania, utilizzando quindi un linguaggio semplice e alla portata di tutti per spiegare le basi dell’Infomarketing”.
“Questo nuovo libro – aggiunge Cosentino – è destinato ad almeno quattro tipologie di persone: lo studente che vuole lanciarsi in un primo business online, il freelance alla ricerca di clienti attraverso la rete, il dipendente che vuole mettersi in proprio e cambiare vita e l’imprenditore che vuole rilanciare la sua azienda dopo un periodo di crisi. Il lettore scoprirà i tre segreti principali per posizionare e presentare in rete la propria attuale azienda, o per lanciare un’idea che da tempo teneva nel cassetto, o per trovare una fetta di mercato tutta nuova e iniziare il suo primo business da infoimprenditore.
Sono descritti i vantaggi dell’infomarketing, gli errori da evitare, i primi passi da compiere e la giusta mentalità da avere per affacciarsi all’imprenditorialità online. Il tutto – conclude Mik Cosentino – in un linguaggio discorsivo, scorrevole e di immediata comprensione, anche se lo si legge tra i mille impegni della quotidianità. Un dettaglio che sicuramente può fare la differenza”.
Simone Ciaruffoli, che avevamo intervistato qui, ritorna in questo periodo in libreria con un altro testo destinato a diventare riferimento per gli affamati di disruptiveness (letteralmente dirompenza). L’autore di “Marketing Luther King” (Anteprima Edizioni) dice: “Non riuscite a comprendere ancora (ma non è colpa vostra) quanto il marketing sia dentro la vostra vita: è nel giornalismo, nella politica, nella scienza, nel Covid-19, nel tuo matrimonio, nella beneficenza, nella religione, nella Giustizia, nelle parole di tua figlia quando ti chiede la paghetta, in ogni decisione che prendi in ogni istante della tua vita”.
Simone Ciaruffoli racconta, in un versione estesa e arricchita da nuovi capitoli, i segreti del branding e della comunicazione rigorosamente a modo suo: lontano da ogni libro di marketing che riempie le librerie di nozioni troppo teoriche e con l’irriverenza e il polically uncorrect che contraddistingue Burgez, la sua catena di successo.
Continuando a lavorare nel marketing con risultati sempre ambiziosi sono tante le domande da affrontare tanto con fare provocatorio quanto con nuove idee capaci di ispirare il cambiamento smontando e rimontando anche i paradigmi più solidi. Dall’arte, al cibo passando per la politica, della televisione e il cinema si costruiscono tra queste pagine i meccanismi di ogni grande brand, ma soprattutto della comunicazione mondiale. L’inventore di Burgez dice: “Il marketing non va cercato solo nelle campagne adv, ma soprattutto negli interstizi della comunicazione sociale, nella vita di tutti i giorni. Il marketing, quando è azzeccato, non lo vedi, non te ne accorgi ma lo subisci e ti modifica le abitudini”.