Il panorama artistico di Firenze si arricchisce di una scultura monumentale di Antonio Signorini. “LUCE” entra a far parte permanentemente del patrimonio della città da questa estate 2024.
La sindaca di Firenze, Sara Funaro e l’assessore alla cultura Giovanni Bettarini hanno inaugurato l’installazione permanente “Luce” di Antonio Signorini nel cortile dell’Anagrafe di Palazzo Vecchio. Dopo il successo di “Attraverso”, la mostra con opere monumentali di Antonio Signorini che il Comune di Firenze ha ospitato nel centro storico nel 2022, torna a Firenze l’artista toscano con una donazione importante alla città: l’opera in bronzo dorato e foglia d’oro, “Luce”, realizzata per la città di Firenze.“Un’opera che raffigura l’infanzia, la purezza, la speranza. Lo sguardo rivolto al futuro. E questo – spiega la sindaca Sara Funaro– dimostra come Palazzo Vecchio possa accompagnare, attraverso l’arte i fiorentini che vengono a visitare il Palazzo, le persone che ci lavorano ed i turisti”. “Antonio Signorini sta facendo un percorso con la città. Le opere di questo artista – aggiunge l’assessore alla cultura Giovanni Bettarini – hanno abitato e percorso degli spazi cittadini”. Antonio Signorini è conosciuto per le sue sculture ieratiche, maestose e sacrali, poste a confronto con identità e spazi dai quali far scaturire un dialogo sempre nuovo, ricco di suggestioni estetiche e culturali. Le sue opere spaziano da Miami in Florida a Dubai, a Riyad, a Beirut e Istanbul, che compongono la geografia, anche culturale del Medio Oriente.
Dall’incontro con la cultura rinascimentale e antica di Firenze, nasce da oggi un confronto straordinario tra “Luce”, la scultura dell’artista e uno tra i più importanti patrimoni storico-artistici al mondo. Per Antonio Signorini l’installazione permanente della sua opera “Luce” nel terzo cortile di Palazzo Vecchio rappresenta un prezioso progetto culturale e un traguardo importante. “Esporre perennemente una mia opera all’interno di Palazzo Vecchio a Firenze va oltre ogni sogno che avrei potuto immaginare quando ho intrapreso il difficile cammino della scultura. Sin da bambino, visitando questa piazza, mi emozionavo profondamente pensando agli uomini che avevano arricchito con le loro opere questa meravigliosa città. Firenze, culla dell’arte, esempio per la scultura, pittura e l’architettura, patria dei più grandi uomini d’ingegno, è una città unica al mondo”, hadichiarato l’artista. “Luce” raffigura il volto di un bambino, dunque l’innocenza, è una figura il cui sguardo – rappresentato dall’artista come uno spazio interno e interiore su cui è collocata simbolicamente una foglia d’oro – è pura luce e richiama l’ingenuità, l’apertura e la fiducia nel futuro, in quella proiezione temporale che appartiene all’uomo e soprattutto al bambino.Firenze ancora oggi rappresenta un mirabile esempio per il mondo continuando a credere nell’arte e a mantenerla attiva. Antonio Signorini, artista toscano, vive e lavora tra Firenze, Londra e Dubai. Le sue opere sono il risultato della appassionata ricerca nella storia delle antiche civiltà, alle radici dell’uomo con la nascita del pensiero e della fede. Ma se su queste radici si basa la ricerca e la passione che ha portato lo scultore a costruire le sue figure che sembrano arrivare da un mondo lontanissimo, è l’artista stesso che le colloca nel suo tempo e le caratterizza come immagini che compiono un viaggio tutt’altro non ancora conclusofinito. Un viaggio estetico composto dagli stilemi figurativi tipici di Signorini, che in taluni casi riconducono alla straordinaria suggestione di opere quali l’Ombra della sera, emblematico capolavoro etrusco del Museo Guarnacci di Volterra, o alla fragilità di alcune figure filiformi di Giacometti che rievocano, anch’esse, le forme dei bronzetti d’un passato lontanissimo. Le singolari figure scultoree di Antonio Signorini evidenziano una matrice nel passato, nel presente e nel futuro. Non mostrano volto alcuno; pertanto, non sono caratterizzate da uno sguardo. Guardandole tuttavia, quella cavità che caratterizza il fronte delle figure sembra riassumere in un tratto solo la poetica dell’artistache, con l’idea di un volto, o ciò che possiamo immaginare da questa forma singolare, riesce a fondere un passato arcano, un presente illusorio e un futuro inesplorato.
Testo di Teobaldo Fortunato