La Japanese art experience è realizzata da Campsirago Residenza, in provincia di Lecco, e Omnicent Ukiha in collaborazione con The International Academy for Natural Art.
Campsirago Residenza questo mese ha ospitato quattro artisti e artigiani da Ukiha per una tre giorni di workshop, incontri, eventi dedicati alla cultura, all’arte, all’artigianato, alla tradizione e alla musica giapponese. Il batterista e ingegnere acustico Nori Tanaka ha tenuto tre workshop di tecnica del suono. Tutte le sere il pubblico ha potuto sperimentare un tipico Jazz café giapponese degli anni ’60, dove la perfezione della riproduzione sonora attraverso un impianto allestito ad hoc si è unita alla condivisione dell’ascolto. Hanno suonato live con Nori Vittorio Ondedei e Luca Maria Baldini. Le performance e l’incontro con il maestro Hiro Shinohara hanno introdotto il pubblico all’arte dell’intreccio del bambù e all’allestimento degli spazi. Una stanza è stata allestita da Hiro per la cerimonia del tè, officiata da Ryoko Baba, direttrice della residenza artistica di Ukiha. La chef Mamiko Ishii ha tenuto due workshop di cucina giapponese e ha preparato due cene e un pranzo giapponesi che hanno accompagnato il pubblico alla scoperta della cucina casalinga in Giappone.
Palazzo Gambassi è diventato, grazie a un set acustico d’eccezione con impianti audio installati ad hoc da Nori Tanaka, un tipico Jazz cafè giapponese degli anni ’60 con il bar per servire cocktail e caffè. Un’immersione nella storia di questo fenomeno nel Giappone del dopoguerra. La popolazione giapponese sotto l’occupazione statunitense infatti si innamorò moltissimo del jazz anche se non c’erano possibilità di ascoltare concerti dal vivo. Per questo i proprietari di bar con una conoscenza enciclopedica di questo genere aprirono locali con una vasta collezione di vinili riprodotti con lettori accordati a mano e, a volte, anche costruiti a mano. Come gli altri rami della cultura contemporanea dell’epoca anche i jazz cafè giapponesi ebbero un proprio sviluppo basato sull’attitudine unica di perseguire l’eccellenza, proprio come facevano i maestri delle arti e dei mestieri tradizionali. Il Jazz café caratterizzò così un fenomeno, un modo speciale per entrare in contatto con il cuore della musica, dove una tazza di caffè un po’ troppo costosa era l’ingresso in un mondo prima sconosciuto.
Spazio anche alla cerimonia del tè a cura di Mamiko Ishii e Ryoko Baba. Nella tradizione giapponese la cerimonia rappresenta la condivisione di un momento e di uno spazio unici e irripetibili. La pratica di condividere il tè è metafora della transitorietà del tutto; proprio per questa consapevolezza che ogni momento non si ripeterà esattamente mai allo stesso modo è ciò che rende ogni incontro inestimabile. Durante la cerimonia la chef Mamiko Ishii preparerà e servirà il tè con i dolci tradizionali da lei preparati, mentre la curatrice Ryoko Baba accompagnerà l’intero processo come narratrice, spiegando al pubblico la storia, i legami con la spiritualità zen e la ritualità, e i quattro principi della cerimonia: armonia (tra l’ospite e gli invitati, tra l’essere umano e ciò che lo circonda); il rispetto, la purezza e la tranquillità.
In foto di apertura: Hiro Shinohara, artista e artigiano del bambù, si è laureato in pittura al Kanazawa College of Art, dove ha scoperto il potenziale del lavoro con il materiale naturale del bambù. Ha poi studiato presso un artigiano della prefettura di Oita per cinque anni, prima di trasferirsi sulla montagna di Ukiha: qui oggi prosegue la sua arte. Ha partecipato a festival d’arte in Giappone e all’estero come artista anche di grandi strutture in bambù.