Dal 29 gennaio al 10 febbraio, in occasione della 50esima edizione di Arte Fiera e di ART CITY Bologna 2024, il LabOratorio degli Angeli ospita un intervento site-specific di Atelier dell’Errore (AdE) dal titolo “IDOLO” a cura di Leonardo Regano.
Atelier dell’Errore (AdE) è un collettivo artistico che si dedica alle arti visive e alla performance. Nasce nel 2002 come laboratorio di arti visive che l’artista Luca Santiago Mora ha dedicato ai bambini neuroatipici seguiti dalle aziende sanitarie locali di Reggio Emilia e Bergamo.
Gli spazi dell’antico ex Oratorio di Santa Maria degli Angeli, oggi adibito a laboratorio di restauro, si aprono al dialogo con il contemporaneo accogliendo il collettivo fondato dall’artista Luca Santiago Mora. Per l’occasione, AdE presenta un’installazione dedicata che riunisce la complessità dei loro diversi linguaggi espressivi: disegno, video, fotografia, scultura.
Il LabOratorio degli Angeli, realtà storica conosciuta a livello nazionale, nasce dalla volontà di Maricetta Parlatore, che nel 1982 trasferisce l’attività presso la Chiesa sconsacrata di S. M. degli Angeli e l’attiguo Oratorio. Nel 2005 viene rilevato da Camilla Roversi Monaco, formatasi all’OPD di Firenze, ora docente dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, che continua a rivestire il ruolo di direttore tecnico dell’azienda. Dal 2019 entra in società Andrea Del Bianco, chimico e restauratore, responsabile dei settori restauro carta e del contemporaneo.
“IDOLO” è un progetto che, nelle sue molteplici risonanze visive ed esperienziali, propone un dialogo intimo tra l’opera di AdE e lo spazio espositivo, assorbito e trasformato attraverso gli interventi.
L’ingresso in mostra avviene nell’incontro dell’installazione fotografica intitolata a Castore (2018) e Polluce (2018), i due Diòscuri, entità benevoli e protettrici, che segnano il tragitto verso il cuore dell’intervento di AdE. Alle pareti dell’ex Oratorio, in dialogo con i sovrastanti residui affrescati dei tre grandi ovali che ritraggono tre grandi donne dell’Antico Testamento, la Grande Cellula Madre (2023) omaggio intrinseco alla femminilità creatrice, svela l’inizio di ogni cosa. Essa è una matrice informe che da vita e origine a questo immaginifico bestiario, fatto di esseri insettiformi e di presenze aliene che invadono e trasformano l’ambiente che le ospita. Alcune delle loro possibili declinazioni formali si dipanano dalle 12 Cellule Oracolari (2020) che ritroviamo allestite a parete accanto alla grande cellula, quali prodomi nucleici di energia fluttuate e luminosa in atto di incarnarsi. Alla parete opposta, il monumentale The Ghost Parade (2023) ritrae una parata di 4 enormi creature fantasmatiche evidenziate da enigmatiche rotondità in foglia oro. probabilmente generate proprio da questa azione generativa mitica.
Al centro dell’ex Oratorio si erge una sorta di Montagna Sacra che diventa ostensorio del suo idolo (Idolino rosso, 2019), opera presentata per la prima volta in una mostra, una scultura-aracneiforme che districa i suoi arti nello spazio circostante quale ammonimento del processo divinatorio in atto. Questa installazione site-specific cresce e si arricchisce nel rapporto con ciò che la circonda inglobando nella sua struttura elementi appartenenti allo stesso spazio espositivo, in uno scambio osmotico con il LabOratorio che è così ispirazione e nutrimento del processo creativo messo in atto dal collettivo. Idealmente, la seconda scultura in mostra, Idolino nero (2018), blocco unico di grafite su base di ottone, ribadisce il rapporto con l’atto creativo: la grafite è la materia di base del disegno, tecnica che ha dato fondamento e inizio all’opera di AdE.
Ai piedi della struttura-montagna si potrà intuire l’antro che dona rifugio alla Sibilla Àdica, personaggio mitico in grado cogliere gli ammonimenti dell’idolo e tradurli in messaggi e azione durante la performance prevista nelle giornate di sabato 3 e domenica 4 febbraio.
IDOL intervento performativo pensato per due personaggi: Pizia-Cassandra e Tiresia, interpretati da due performer di AdE: Nicole Domenichini e Matteo Morescalchi. Il testo centrale, performato in lingua originale, è un cut-up dai primi trenta “Cantos” di Ezra Pound introdotto e conchiuso, in un dialogo simbolico e biografico, con “Psalm III” di Allen Ginsberg.
Conclude il percorso espositivo il video Micro-Atlas (2018) allestito nella Sala della Biblioteca: il lento e circospetto muoversi di una Halyomorpha halys (meglio conosciuta come cimice marmorata o asiatica) su una versione in miniatura dell’Atlante di Zoologia Profetica, sotto lo sguardo pietrificato di uno dei giovani artisti dell’AdE, sembra suggerire l’idea di uno di quegli esseri descritti tra le pagine del libro che si approccia al nostro mondo, ristabilendo il confine tra immaginazione e realtà.
Per info qui. In foto di apertura: Atelier dell’Errore, IDOLO, 2019 (dettaglio). Foto AdE BIG, Courtesy Atelier dell’Errore