A Parigi vado spesso, ma stavolta il motivo non è di piacere, ma andare nello storico ospedale della ‘Salpetriere’ dove mi attende un ortopedico per una visita al mio omero malamente rotto il mese scorso.
Allora comincio da qui e dico che la mia visita medica alla Salpetriere, a parte la positività dell’incontro che mi ha molto rassicurata sulle sorti del mio braccio, mi ha riportato alla mente che in questo storico luogo, Charcot fece la prima lobotomia, aprendo una strada alla neurochirurgia mondiale.
Eppure, scesa dall’aereo mentre mi faccio largo tra gli altri passeggeri, inglobata dal mio tutore, già respirando percepisco l’odore tutto speciale della gloriosa Lutezia.
“Parigi val bene una messa” disse il primo Borbone diventato re di Francia, Enrico IV, che da calvinista si converti al cattolicesimo pur di stare sul trono: io aggiungo che ne vale anche due! Di Parigi mi colpisce ogni volta la vitalità ma, su tutto, il glamour che trionfa ovunque! Stavolta alloggio in una ‘Suite home’, l’Empire, in un vicolo, rue de l’arbre sec, quasi a angolo con rue de Rivoli: praticamente il point zero della capitale! Il soggiorno risulta un’esperienza assolutamente sensoriale! Le camere si giocano sui toni del viola, bianco e nero, in un lusso minimalista che urla raffinatezza. Per non parlare dei serviti nel bagno di ardesia che per chi è amante del benessere ‘beauty’, sono una goduria.
La città, è già addobbata per Natale, come tutte le metropoli di rispetto, eppure mi ha intristita vedere in Place Vendôme ad ogni angolo di quel quadrato di lusso e perfezione architettonica, militari con il mitra spianato: questo sollecita che qui c’è codice rosso terrorismo e la follia dell’uomo, pur nel piacere di sostare in un luogo sublime, non fa scordare che siamo fili appesi e ondeggianti nella nostra esistenza. Se si è a Parigi non si può non parlare di acquisti: io ho comprato un cappotto di lana cotta grigio con cappuccio e larghi tasconi da ‘Le bon marché‘ il primo grande magazzino del mondo: avviso che nonostante il nome, i prezzi non sono affatto a buon mercato! Ma che stile e che qualità in ogni stand e banco di vendita! Poi, il sorriso delle commesse, che sembrano hostess della vip class, è irresistibile mentre piegano e incartano il tuo capo, offrendo un bon-bon dalla ciotola di cristallo accanto alla cassa.
Un’altra nota è per Les Halles, dove sono stati abbattuti i vecchi mercati e ricostruiti di nuovi in modo avveniristico e strepitoso. E proprio qui ho cenato a ‘Au pied de cochon‘ conquistando un dessert omaggio della casa perché mi sono vista portare un filetto invece delle ostriche ordinate! Ostriche che a Parigi è impossibile non gustare: sono molto più appetitose e a buon mercato delle nostrane perché ve ne è una grande coltivazione. Chiudo con l’emozione più grande: la sera a ‘La maison de Verlaine’, dove ha vissuto il poeta maledetto dalla penna di platino. Il luogo, dove tutto lo ricorda, oggi è un ristorante di culto che offre una cucina francese dall’alto bordo. Su tutto le escargot alla bourguignonne e la tarte tatin. Per la scrittora, gustare il dessert percependo attorno le vibrazioni dell’anima di Verlaine, è stato un sublime abbinare la prosa con la poesia!