È stata un’estate memorabile, come quando accadono eventi. Il primo, è stato buttare 10 Kg, che mi hanno fatto fare pace con due anni di litigi, in un corpo che non mi rappresentava. Così, recuperata la silhouette di sempre, ho attraversato questa vacanza con una ritrovata agilità di cuore, tagliando due punte su tre della Trinacria: quella del natio Stretto di Messina, fino a Capo Passero, nell’estremo Sud.
Tutto comincia con il premio letterario “Alessandra Appiano”, fondato e diretto dall’imprenditore Damiano Gallo, persona illuminata e sensibile, che ha creato a Floridia un nervo pulsante di arte e cultura.
Dalla sede della prima serata dell’evento, nella location holliwoodiana di Damiano, mi sposto a Piazza Armerina, famosa nel mondo per la Villa Romana, con i mosaici delle prime donne in bikini della storia.
Dopo, arrivo a Messina, che ormai d’estate pratico quasi nulla.
In realtà, è Mortelle il luogo che mi ospita: a dispetto del nome, non c’è nulla di spento qui! Anzi! È la località balneare più esclusiva della costa, ricca di movida e calore. E se si parla di calore, non mi riferisco solo ai gradi che segnalano la calura estiva, intendo quello degli affetti, sia pure di una famiglia mutilata, che tiene insieme quel che resta dell’antico amore.
Nota di merito, al Castello Svevo di Scaletta, spostandomi dal Tirreno allo Jonio, ricevo il premio “Tarc” alla carriera, fasciata in un abito anni ‘50 “Maison Lombardi” sollevata dalla gioia e da un tacco 12 d’ordinanza. Una conoscente invece di congratularsi, mi dice acida “di già!?!?” Sottintende, la vipera, che sarei cotta, visto che mi danno un premio di tal fatta! Io arroto la spada, pardon la lingua!, e rispondo puntuta “si vede che qualcosa di buono, ho concluso nella mia vita!” Non ce la fa, ad inquinare una soddisfazione, umana e legittima: sono e resto contenta del riconoscimento!
Dato negativo, che la targa, pesando un quintale, al check-in mette a dura prova l’asticella del peso consentito, e lotto come una tigre, vincendo, per avere abbuonato l’esubero del bagaglio.

Da raccontare, è la serata super glamour, tenuta a battesimo per “Royal Party”, agenzia di eventi diretta dall’architetto Maddalena Palamara, la 1^ edizione Spring/Summer 2019 di “Stretto nel cuore”, dove sfilano le opere artigianali di talentosi creativi siciliani.
Resto folgorata dallo scintillio dei sandali gioiello di Antonio Pantè, che a Ganzirri, in una bottega magicamente preservata dalla modernità, e che odora di lago e di buono, crea interamente a mano, veri capolavori di grazia e stile.
La serata è un successone fatto di oltre quattrocento presenze, e anch’io, tra i complimenti agli artisti e al team tutto rosa di “Royal Party”, incasso i miei, anche per l’eleganza del completo pantalone indossato, di “Tinarena fashion atelier”.
Ma il tempo scorre implacabile, ed è ora di saluti: il Ferragosto mi trova a Scicli, sontuoso paese barocco, famoso per il Commissariato dove si svolge la fiction di Montalbano.
Da qui, scendo sulla costa di Punta Secca, faccio la foto sull’uscio della casa del Commissario più famoso d’Italia, ceno da “Enzo a mare”, luogo storico della fiction, che delude fortemente le mie aspettative: posto turistico dove si mangia davvero male, e solo il fatto di stare seduti praticamente dentro l’acqua, placa la delusione.

Ultima tappa, è Randello. Qui, mi attende l’amica fotografa Agnes Spaak, sono suoi alcuni scatti che impreziosiscono questo scritto, che alloggia in una delle case/vacanza di Nunziatina e Raffaele.
Salgo su un’immaginaria macchina del tempo, ed indietreggio in un’Italia anni ’60 genuina, gentile, gioiosa.
Le chiacchierate con Agnes, sono il leit-motiv di questa settimana, assieme a un mare azzurro ed una spiaggia sabbiosa, che fanno cadere qualunque velleità di andare alle Maldive.
I nostri ospiti sono di una generosità antica e riservata, costituita di cene condite di bontà ed affetto. Da segnalare, il parfait alle mandorle della padrona di casa che, come si dice in siciliano,“ fa risuscitari i morti!”.

L’insenatura naturale di Randello, ruota attorno all’unico bar il “Coco Beach”, punto di aggregazione dei bagnanti, che profuma di mare e di pesce grigliato imperdibile.
Nunziatina mi porta a scoprire, proprio di fianco alla baia prospiciente le sue bianche case, una spiaggetta con cave di argilla. Ritorno bambina mentre con una canna di bambù, scavo la roccia e m’improvviso estetista di me stessa incipriandomi il corpo, con il risultato di una pelle morbida da fare invidia ad un neonato!
Un momento emozionante, è attraversare la riserva naturale di Randello, che in una pineta odorosa di resina, fa piombare nel mare.
D’improvviso, una casa diroccata mi commuove: è quella del cantautore italo/belga Adamo, di cui non si possono non citare almeno i capolavori “La notte” e “Lei”.
Quella casa, la lascerà andare in malora, alla morte del padre, annegato là davanti.

Una sera con Agnes, accompagnata da Francesco, che rispetta in positivo il detto “tale padre tale figlio”, andiamo a Marina di Ragusa, dove gustiamo un sushi che fa impallidire i locali milanesi, e “facciamo una vasca” passeggiando tra sopra e sotto marina, ammirando lo scintillio del nuovo porto, e centellinando una granita al pistacchio troppo buona per essere vera.
E come non parlare della gita a Comiso? Il centro storico, interamente barocco, mi avvolge con la sua piazza quadrata cinta da palazzi d’epoca, con la chiesa “Matrice” poderosa e superba, che domina la città dall’alto dell’elegante scalinata.
Da arte ad arte, nel bel mezzo della Villa Comunale, tra alberi verdi, si staglia un chiosco bianco “Al solito posto”, gestito da Milena Mallia, che tende un gelato più grande di me, ai gusti di pistacchio e torrone dove, udite udite, il pistacchio è fatto di pistacchi veri, ed il torrone, di vero torrone. Ma che bontà!
E dalla bontà del gusto, emigro verso quella del benessere, che si sintetizza in Daniela Ippolito.
Faccio massaggi da quando ho memoria, ma questo è il Massaggio con la emme maiuscola!
Questa bella donna, semplice e sofisticata assieme, pratica il massaggio “californiano”, nato negli anni ’60 in America, per coccolare i soldati, reduci e traumatizzati, dagli orrori del Vietnam. Daniela in qualcosa come più di duemila manovre, scrive con abilità per un’ora sul mio corpo, regalandomi tonicità e assoluto rilassamento. Mi rialzo rinata, intontita di quello stordimento buono, grata e segnata dalle sue dita preziose.
Da provare, per credere!
Poi ci sono gli addii, che sono tristi, e per fortuna, mitigati dalla speranza del ritorno.
Mi piace allora chiudere con la struggente poesia che mi ha dedicato mia sorella Rosy, alla partenza.
FINALE DI STAGIONE
L’ombra inerte di un cassetto
Rivela solo a chi ripone e ritrova
Racchiude mesi e riapre attese
Cova il profumo della pazienza.
(Rosamaria Alibrandi)
La Scrittora augura ai suoi lettori, di avere affetti da ritrovare da qualche parte del mondo e, se non avete mai visitato la Sicilia, andateci almeno una volta nella vita.
Foto d’apertura, Comiso: Cinzia Alibrandi a “Il solito posto”, gelateria.