Il dolore cronico e il sostegno a chi ne soffre e chi sta accanto ai pazienti è il fulcro di questa intervista con la famosa attrice Dalila Di Lazzaro, di cui ho curato l’ultimo romanzo ‘La vita è così’ edito da Piemme-Mondadori. Dalila, dopo tante battaglie sociali nella sua carriera, oggi è ambasciatrice della lotta contro il dolore cronico che la affligge da anni.
Torni a parlare di dolore cronico.
É storia nota. Molti invece non sanno che nel lontano 2000 Il bioingegnere ed amico Giuseppe Marineo, mi fece sperimentare la ‘Scrambler terapy’ con una macchina di sua creazione, il cui prototipo ha poi venduto affinché si potesse distribuire su larga scala negli ospedali italiani.
E Marineo ti ha indicato il “Centro di terapia del dolore” del ‘Niguarda’ di Milano, fondato dal dottor Paolo Notaro nel 2007 e che da allora dirige con grande competenza e umanità: spiega in modo semplice in cosa consiste la “Scrambler therapy”.

Intanto tengo a dire che Notaro ha pure creato una App chiamata RED comodissima da scaricare sul cellulare che é un vademecum di tutta l’attività del Centro di terapia del dolore. A proposito della terapia, vengono posizionati sul paziente a livello dorsale, lombare o cervicale, 10 elettrodi in base alla zona dalla quale si origina il dolore. Dalla spina dorsale, che é il crocevia da cui si diffonde, il messaggio arriva al cervello, che legge il dolore e ci fa soffrire. Con la ‘Scrambler therapy’ si creano delle interferenze, in modo che pervengano dei segnali molto deboli, perché attenuati da un campo elettromagnetico generato ad hoc per zittire le percezioni dolorose.
In parole povere si inganna il cervello affinché non registri il dolore! E in più, a sollievo trovato, non si usano farmaci!
Il dott. Notaro ti ha chiamata al ‘Niguarda’ per la giornata ‘NOPAIN’. É un messaggio importante che un personaggio famoso dia la sua voce per una battaglia silenziosa.
Lo ritengo un dovere civico, a maggior ragione visto che sono coinvolta. É la mia battaglia. Il dott. Notaro ha fondato una Onlus chiamata NOPAIN, con lo scopo di fornire un supporto non solo ai pazienti che soffrono di dolore cronico, ma pure alle loro famiglie. E dal 2012 é presidente di FON, “Federazione Onlus Niguarda”. Qui si prodigano tutti volontari e malati di dolore cronico, perché chi meglio di che soffre, spendendosi in prima persona, può essere efficace nell’affermazione dei propri diritti? Siamo un urlo muto. Pensa che si é solo da poco ottenuto che al Pronto Soccorso sia fatto spazio a chi arriva in crisi da dolore cronico: prima era mandato a casa! Dovrebbe esserci una corsia preferenziale ovunque in Italia.
Tutti sanno che dopo un incidente hai leso la 1^vertebra del collo chiamata Atlante, come il mitico Titano che regge il mondo sulle spalle, quindi perno fondamentale del nostro corpo.
In realtà avevo accomodato quel problema ma un colpo in piscina mi ha fatto ripiombare nel baratro. Considera che davo a un’assistente una lauta paga perché seguisse i miei movimenti durante il trattamento in acqua, non essendo in grado di girarmi a causa della rigidità del collo. E lei che fa? Si distrae al telefono e finisco per battere violentemente la nuca!

Da qui ricominci a soffrire: ma tu mi ripeti sempre che il problema è non essere creduti, eppure i numeri dicono che sono vittima del dolore cronico 11 milioni di italiani.
Mia nonna affermava ‘sulle spalle degli altri non si sente il peso!’ Il dolore crea imbarazzo nelle persone. Specie in una società sempre più gelida emotivamente. Il dolore cronico non viene proprio creduto! Sembri una visionaria!
È vero che qualche amico del mondo dello spettacolo si è allontanato?
Purtroppo sì: fin quando sei la star in giro per party vestita di paillettes, tutti ti vogliono e cercano. Se soffri, non interessi. Mi sono sentita dire ‘non mi diverto più con te!’ È questo il valore dell’amicizia? O proprio nei momenti difficili dovresti tendere una mano? Pensa a chi non ha la mia visibilità! Passa per pazzo!
Il dolore cronico ti é costato l’abbandono del set.
Il cinema é faticosissimo: alzate a orari impossibili e spostamenti, prevedono una tempra fisica d’acciaio! Purtroppo poco per volta i miei no e rifiuti sono aumentati, ed ero all’apice della carriera. A proposito del non essere creduta, in tanti hanno pensato ai capricci di una star: ma ti pare che chi siede su un trono d’oro abbia voglia di cadere per terra?
Sei stata capace tuttavia di trasformare l’inattività in professione e sei diventata scrittrice.
Ho scritto undici romanzi: ‘Il mio cielo’ é stato un best seller, ed a seguire tutti gli altri. Anche nell’ultimo ‘La vita é così’, racconto la difficoltà legata al dolore cronico. Per me é un messaggio che non può e non deve essere tralasciato. Mi cerca tantissima gente chiedendo aiuto, consigli, informazioni.
Non sono la sola nel mio ambiente: ne pativa il mitico Jerry Lewis, scomparso di recente, che venne a Roma per sottoporsi alla terapia al Gemelli, e Giuliana De Sio mi ha telefonato perché vittima dello stesso problema.
Racconta cosa stai facendo per ora.
Prendo appunti dalla vita che é un libro aperto, per un prossimo romanzo. Poi continuo la collaborazione ai testi di canzoni con un cantautore sardo di vero talento, Manuel Pia. Stiamo lavorando a un album molto variegato, che spazia dal rock al pop, e molti brani vedono la mia firma. Mi piace questa collaborazione perché mi procura vitalità e anche la sua band, con cui registriamo, è composta da musicisti provetti.
Il prossimo anno, vorrei coinvolgerlo per aiutare NOPAIN, portando un momento musicale di un piccolo concerto al Niguarda, dove sta già andando avanti il progetto di un cinema per i pazienti. L’arte é un grande toccasana per chi soffre, ed é bello accoglierla tra i muri degli ospedali. I bambini si distraggono grazie al naso rosso dei pagliacci, gli adulti leniscono il fardello delle sofferenze con la poesia eterna degli artisti.
L’INTERVISTA É TERMINATA E LA SCRITTORA AUGURA LUNGA VITA A CHI SI OCCUPA DI RENDERE PIÙ LIEVE QUELLA DEGLI ALTRI.