Altro che variante Covid,: quando scocca l’ora del Festival di Sanremo, il contagio corre endemico, da televisore a televisore, nelle italiche case, e non esiste famiglie che non lo guardi.
E a proposito di pandemia, complice il vaccino, quest’anno le poltroncine rosse si sono parzialmente riempite di pubblico, eliminando i tristi applausi registrati della trascorsa edizione.
L’accorto Amadeus ha capito bene che, dato che i giovani hanno gettato il telecomando alle ortiche e vedono solo le serie tv via cavo, ha messo nel carnet dei competitors, già nelle passate kermesse, YouTuber e giovani ugole rampanti, fresche degli allori di “Amici”, che fanno schizzare i click degli streaming Rai e le visualizzazioni su Spotify.
E a proposito di star generazione 2.0, il sipario si apre con Achille Lauro a torso nudo, assolutamente un bel vedere, che gioca con il microfono, adoperato ad impatto fallico, ed alla fine si battezza da solo: sempre geniale, con buona pace dei baciapile!
Naturalmente non potevano mancare, carichi di trionfi internazionali, i Måneskin che, hanno proprio demarcato una nuova era della manifestazione, vincendo da gruppo, per giunta rock, la gara dello scorso anno, relegando in un’indecorosa preistoria, i tempi in cui Vasco Rossi, nel lontano 1983, arrivò ultimo a Sanremo con “Vita spericolata”.
E se non esiste gara senza vincitore, non esiste corona senza le previsioni, dove i sondaggi fatti ai mercati popolari fanno teneramente sorridere, e nell’era dei social, pure i totem Iva Zanicchi, Massimo Ranieri e Gianni Morandi, girano dirette e invitano i loro fans a televotarli.
Chiaro che, se il Gianni nazionale con la sua nota manona, può fare danni micidiali, rischiando la squalifica, postando un pezzo del brano, che deve restare inedito fino al fatidico giorno del debutto, le ugole dei millennials fanno a nozze con Instagram e, nati smanettoni, confezionano vere e proprie pillole pubblicitarie.
E che Festival di Sanremo sarebbe, senza il corredo fondamentale dei look?
Questi da sempre, sono il piatto ricco, e ogni griffe si pubblicizza sapientemente sui social, dove gli artisti sponsorizzano canzone e total look, senza soluzione di continuità.
E ad ogni edizione di Sanremo, fioccano polemiche come ciliegie sugli alberi in Primavera!
Al già citato Gianni nazionale, si aggiunge la Rettore che a “La vita in diretta” ha canticchiato una strofa della sua “Chimica”. Pure lei come Morandi, prontamente perdonata dal patron Amadeus, bisogna dire re dei presentatori in carriera.
Regina di tutte le querelle, si spreca quella diretta alla volta della giovanissima star spagnola Ana Mena, che da straniera, non avrebbe dovuto avere accesso in gara: però è una “bella che balla”, nel senso che è fantastica!
Capitolo super presenza femminile al fianco di Ama: Ornella Muti ha abiti eleganti, ma su quel palco ci si aspetta lo schianto della straordinarietà, inoltre castiga il tesoro dei suoi magici occhi dietro le lenti, e su due righe di annuncio, colleziona ogni volta altrettante papere: ma studia!
Sull’organizzazione gestita da Lucio Presta, nulla da eccepire: è una macchina da guerra che, oltre alla statura del presentatore Amadeus, vanta per il terzo anno consecutivo, un eroe nostrano, il geniale mattatore Fiorello che fa un ingresso da star, dal fondo sala dell’Ariston, munito di pistola termometro e con addosso una mascherina di neri strass.
E di quest’esordio presso la decantata Riviera dei Fiori, restano le possenti esibizioni dei Måneskin, ormai sul tetto del mondo dopo avere aperto a Las Vegas il concerto dei Rolling Stones: il loro leader Damiano, è intenso, travolgente, carismatico.