“Domani si va in visita all’Acquario di Genova! Vedremo i delfini nuotare e saltare e poi i lamantini, le foche, i pinguini, gli squali e molti altri esseri viventi immersi nella riproduzione del loro ambiente naturale”. A questo invito di mamma Laura, la piccola Giulia esplode in un sonoro “evviva! Io amo l’ambiente marino”.
Guardare l’entusiasmo negli occhi di una bambina di 5 anni è come assistere ad una festa, alla premiazione di una finale di Champions, ai fuochi d’artificio. Ed è attraverso il suo entusiasmo che inizia il suo giorno dedicato.
Giulia è accompagnata da sua mamma che, dopo aver preso i biglietti, tiene la sua piccola per mano e guardano l’entrata dell’Acquario scambiandosi una dolce occhiata per capire chi sarà la prima a fare quel fatidico passo, come se questo passo segnasse l’ingresso ad una fase della vita più bella, più da grandi, dove si potrebbero imparare tante cose nuove. Ed è questo che Giulia ha detto: “ora posso fare qualcosa che era da tanto che aspettavo, un po’ come quando mamma ha preso la patente”, – come se sentisse farsi viva questa opportunità.
L’Acquario accoglie Giulia e sua mamma, nel blu delle prime vasche. La piccola corre, salta, si ferma, guarda, osserva mentre sua madre, amorevolmente, le spiega cosa sta osservando grazie all’aiuto dei pannelli didascalici. Sarà forse il “tubo tutto blu dove vivono le murene” a suscitare così tanta meraviglia? Si, la prima vasca dell’Acquario di Genova è già di per sé una meraviglia. “E siamo solo all’inizio” sussurra nelle orecchie di sua mamma.
Iniziando il percorso vasche, dove “il colore del mare permane e rimane”, appaiono i lamantini.
“Giulia, lo sai che i lamantini sono anche chiamati le sirene del mare?”
“Come la sirenetta?”
“In un certo senso si, come la sirenetta. Sono lontani parenti! Amano mangiare la lattuga, infatti sono erbivore: cioè che si nutrono solo di insalata e verdure”
Giulia osserva questi meravigliosi mammiferi, ne imita le movenze goffe, parla con loro. Chiede e racconta quanto sarebbe bello vederli con i loro cuccioli.
Ma la visita continua e arrivano in ordine: le vasche con gli squali, gli squali martello, il pesce sega. Tipici dell’Oceano Indiano e del Pacifico occidentale, riconoscibili dal lungo rostro dentellato e certi pescioni – per dirla come Giulia – che nuotano velocemente e poi la vasca delle foche: che inizia a farla divertire di più.
“Guizzano e volano, volano e guizzano e vorrei fare il bagno con loro, anche io voglio stare con le foche”.
Gli occhi di Giulia sono una spugna, non lascia scappare un solo movimento di ogni essere marino che sta incontrando. Le sue domande si fanno sempre più insistenti, le riposte non tardano ad arrivare.
Tutto all’Acquario è ben descritto – dice mamma – ogni informazione si trova appena la si cerca.
Laura prende per mano la sua piccola, camminano lungo le vasche tropicali dove tartarughe, pesci pagliaccio e Dory nuotano come se volessero farsi notare dalla piccola Giulia.
“Mamma, ma quella è Dory? Mamma, ma quello è Nemo!”
“Si – le risponde la mamma – quella è proprio Dory. È un pesce chirurgo diffuso nelle barriere coralline dell’oceano pacifico. Il suo corpo blu con il ventre e la coda gialla lo rendono una gioia per gli occhi e avvistamenti di questa specie sono una vera meraviglia. Gli adulti possono raggiungerei 30 centimetri di lunghezza e pesare intorno ai 600 grammi.
“E Nemo è un Pesce pagliaccio. Le specie più comuni e conosciute sono appunto l’Amphiprion percula e l’Amphiprion ocellaris: queste due tipologie hanno dato al Pesce pagliaccio la fama di cui gode tutt’ora, grazie al film animato “Alla ricerca di Nemo”. Parte della sottofamiglia delle Amphiprioninae, il pesce pagliaccio si caratterizza per colori sgargianti e un curioso rapporto di simbiosi mutuale con le anemoni, da cui prendono il loro secondo nome. Hanno una lunghezza che varia dai 7 ai 16 cm. Sono diffusi in tutte le calde acque tropicali che vanno dalla zona dell’Oceano Indiano al Mar Rosso.
La loro livrea, rosso-arancio con striature bianche e nere, ricorda il trucco di un clown, ma il nome dipende anche dalla nuotata buffa che hanno per via delle grandi pinne arrotondate di cui sono dotati. Da cui il nome più popolare. Il colore dipende anche dal pesce e dall’anemone in cui abita”.
“Quante cose sai mamma.”
“Tesoro le ho letto qui, vedi?” e indica le didascalie presenti in ogni vasca.
“Appena saprai leggere e scrivere anche tu, avrai tutto il mondo in tasca”.
Un lungo ponticello rosso è ciò che trasporta i piedi veloci e leggeri di Giulia nella vasca dove le razze, silenziose e ammaliatrici, si lasciano ammirare.
“Mamma questo pesce si lascia toccare mentre nuota sulla superficie! È liscio e non punge”.
“SI piccola mia, qui siamo nella vasca tattile, dove è possibile emozionarsi accarezzando, con le dovute accortezze, alcuni esemplari di razza. Nelle vasche accanto possiamo osservare gli storioni, pesci antichi e dalle caratteristiche biologiche sorprendenti. Guardali, sembrano peci preistorici”.
“E cosa è un pesce preistorico”
“Giulia, Il significato della parola PREISTORIA è contenuto nella parola stessa, infatti pre vuol dire: prima; e istoria, vuol dire: storia. Quindi, preistoria è il periodo di tempo che viene prima della storia o meglio dire prima dell’invenzione della scrittura. È una epoca molto antica dove vivevano animali molto particolari, e questo pesce assomiglia proprio ad uno di essi”.
“Mamma, ma come mai nella vasca dei pinguini, simpaticissimi eh! c’è cosi freddo?”
“Perché i pinguini vivono negli ambienti freddi, devi sapere che anche se sanno nuotare, non sono pesci ma uccelli, che in realtà non volano, possono resistere al freddo più fastidioso e sono in grado di sopportare il gelo senza problemi. La formazione delle piume è come se fosse una pelliccia. Oggi, i pinguini vivono in Australia e Nuova Zelanda, Antartide e lungo le coste in altri paesi”.
Lo sai che con i pinguini si possono fare esperienze dedicate? Si, possiamo farci accompagnare da una guida che ci farà prendere parte alle attività di preparazione del cibo e ci racconterà il lavoro che c’è dietro per far crescere e nutrire i pinguini e ci faranno anche entrare nella vasca per vedere come danno loro da mangiare!”
Ma lasciati prendere per mano figlia mia e continuiamo la nostra avventura tra le sale dell’Acquario.
Scendi, Sali, passa una vasca e passane un’altra finché non si arriva a quella dei delfini.
O almeno sembra. Una scaletta ci conduce ad un piano inferiore, dove sembra di essere proprio sotto il mare. Infatti è così! Ci troviamo nel Padiglione Cetacei.
“Mamma siamo nel fondo del mare – sorride Giulia. Io non ci sono mai stata in fondo al mare, non riesco ancora nemmeno a mettere la testa sott’acqua in piscina!”
Siamo proprio sott’acqua ed ecco che sopra di noi un delfino inizia le sue esibizioni.
“Forse si è accorto che arrivavamo e lui si è messo a saltare”.
“Si, mi sa che hai ragione. Appena ti ha visto questo magnifico mammifero ha voluto salutarti con un grande salto.”
“Ma…mammifero. È come la mamma?”
“Si Giulia, i delfini sono mammiferi – questi sono tursiopi e vivono lungo le coste – ovvero che partoriscono i loro cuccioli che crescono nella pancia, come io ho fatto con te. Ti ricordi quando mi hai chiesto diverse volte come sei nata? Ecco, anche i delfini cuccioli crescono nella pancia della mamma e vengono al mondo allo stesso modo degli esseri umani”.
La bimba non parla.
È incantata da tutta questa possibilità di vita, da queste nuove scoperte, dalla conoscenza. Chiede a sé stessa, si pone delle domande. Anche se ora non trova risposte, poco importa. Le troverà lungo il cammino della sua vita.
Laura tiene stretta la sua bimba al petto, immagina che donna diventerà da adulta, se ricorderà con quanta tenerezza ha camminato per le vasche dell’Acquario di Genova, se si porterà dietro quella stessa meraviglia che aveva nel volto appena le apparì davanti un lamantino intento a mangiare la sua insalata o quando capì che un delfino non è un semplice pesce ma un essere marino con sentimenti e intelligenza.
Laura guarda la sua bimba negli occhi, mentre camminano mano nella mano lungo il molo del Porto Antico sapendo che quella giornata contribuirà a far sì che la piccola Giulia si appassioni sempre di più al mondo sommerso e ai suoi abitanti.
Conoscendoli, salvaguardandoli, proteggendoli.